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San Basilio, Storie de Roma – 8 Settembre 1974

par InformationGuerrilla

Publie le venerdì 5 settembre 2014 par InformationGuerrilla - Open-Publishing
9 commenti

San Basilio, Storie de Roma – 8 Settembre 1974 -2014 : quarantennale della rivolta di San Basilio e della morte di Fabrizio Ceruso

A settembre di quest’anno l’anniversario della morte di Fabrizio Ceruso e della rivolta di San Basilio giungerà al quarantennale. Una data importante che ricorda avvenimenti molto significativi, sia per chi li ha vissuti sia per le generazioni successive. Un’esperienza da non considerare come sporadico eccesso di violenza ma come modo di leggere e vivere la realtà molto diverso da quello che i padroni della città avevano in mente per la gente di San Basilio.

Da questa borgata si è cercato di costruire, non senza problematiche e contraddizioni, un altro sistema di soddisfazione delle necessità, basato sull’azione diretta e l’autogestione piuttosto che sull’attesa delle false promesse dei politicanti.

Nel corso degli anni il disegno di sfruttamento di questa come di altre borgate si è, purtroppo, evoluto e radicato, anestetizzando l’ anima popolare che le ha sempre contraddistinte; ghettizzazione, esclusione sociale, degrado, droga sono tutti strumenti del potere volti al controllo e alla segregazione degli esclusi dalle “luci della città”.

L’unico metodo valido per contrastare l’avanzata della metropoli è tornare a vivere le strade di quartieri come San Basilio, riappropriarsi degli spazi e di relazioni umane che si sviluppino dal basso. Partendo dall’esperienza di Fabrizio e della rivolta del ’74, la memoria di quelle giornate può essere importante non come rito di consuetudine ma come interpretazione e organizzazione di una comunità di fronte a bisogni, problemi e contraddizioni più che mai attuali come l’emergenza abitativa, il lavoro, le possibilità di sussistenza, il consumo di suolo, la cementificazione.

Il progetto “San Basilio, storie de Roma” nasce proprio dalla volontà di alcune realtà del territorio di riscoprire, attraverso la ricerca storica e varie iniziative, il cuore popolare di una delle borgate che rappresentano la vera storia di Roma.

Programma:

8 Settembre 2014 : appuntamento alla lapide di via Fiuminata alle ore 17
per il presidio
13 Settembre 2014: Giornata in piazza a San Basiliio

h. 15 – Campo di via Morrovalle – Primo Torneo di Calcetto Popolare
“Fabrizio Ceruso”

dalle h. 18 – Largo Arquata del Tronto ( parcheggio mercato coperto) -

Esibizione di Boxe con la Palestra Popolare Koboxe San Basilio

Cena Popolare

Concerto:

h. 20 Canti popolari con

Pino Masi

Sara Modigliani e il coro Gianni Bosio

h.22 Rap/Hip Hop con

Formazione Vilipendio

Il Turco – Suarez – Dj Fester Tarantino from GENTE DE BORGATA

Durante la giornata stand, banchetti informativi, autoproduzioni

Nel corso dell’iniziativa contributo di BLU

http://www.progettosanbasilio.org


8 settembre 1974: la polizia uccide Fabrizio Ceruso

Il 5 settembre 1974 la polizia decide di intervenire con un ingente schieramento di forze nella borgata di San Basilio, all’estrema periferia est di Roma, per sgomberare le 150 famiglie che da più di un anno occupano alcuni appartamenti IACP in via Montecarotto e via Fabriano.

La risposta popolare non si fa attendere: fin dalle prime ore del mattino vengono bloccati gli ingressi del quartiere con barricate di pneumatici, vecchi mobili e altri oggetti. La polizia spara centinaia di lacrimogeni, ma è costretta a ritirarsi e a sospendere gli sfratti.

Sabato, dopo che una delegazione si è recata in pretura e allo IACP per cercare una mediazione, la polizia cerca di riprendere gli sgomberi. Questa volta oltre agli occupanti e agli attivisti dei Comitati ci sono a resistere anche centinaia di manifestanti, tra i quali numerosi membri dei consigli di fabbrica della Tiburtina.

A fine giornata, dopo un susseguirsi di “tregue” per tentare quella che si rivelerà una trattativa-farsa, si raggiunge un accordo di sospensione degli sfratti fino al lunedì mattina.

Domenica 8, però, la polizia irrompe di nuovo nelle case occupate abbandonandosi ad atti di vandalismo. Gli scontri riprendono immediatamente.

Alle 18, l’assemblea popolare, organizzata dal Comitato di Lotta per la casa di San Basilio nella piazza centrale della borgata, viene caricata con lacrimogeni sparati ad altezza uomo.

Fabrizio Ceruso, cameriere e militante di 19 anni dei Comitati Autonomi Operai della vicina Tivoli, viene colpito in pieno petto da una pallottola.

I compagni lo caricheranno su un taxi per portarlo in ospedale, ma vi giungerà ormai senza vita.

La rabbia popolare esplode violentemente, tutto il quartiere scende in strada. I pali della luce vengono abbattuti, migliaia di manifestanti si aggregano agli abitanti del quartiere, assediando la polizia, che si rifugia nel campo di calcio della parrocchia.

5 tra poliziotti e carabinieri vengono feriti da colpi di arma da fuoco, in particolare fucili da caccia, l’ufficiale della polizia che comanda tutto il contingente presente è ferito in modo gravissimo, un colpo di fucile lo colpisce in bocca, si salva dopo una complicatissima operazione ed una lunghissima degenza in ospedale.

La locale caserma dei carabinieri ( i militi la abbandonano di corsa) viene assaltata ed incendiata ed anche il camion dei pompieri accorso per spegnere l’incendio viene "requisito" dalla popolazione e poi "dirottato", carico di giovani del quartiere, in una specie di "processione" per le vie del quartiere, mentre la caserma finisce di bruciare completamente.

A tarda sera, il comune e l’ Istituto Case Popolari comunicano la resa, le case saranno assegnate agli occupanti e l’accordo vale pure per le occupazioni allora in essere nei limitrofi quartieri di Quarticciolo e Casalbruciato.


"Soltanto 19 anni per loro non eri nessuno

soltanto 19 anni e per loro non eri che uno

uno come tanti, un cameriere, un garzone d’officina

un operaio, un disoccupato, un emigrante

eppure quella mattina 8 settembre

a San Basilio hanno mandato

più di 1000 uomini per ammazzarti

più di 1000 uomini che credevano bastasse spararti

e sono stati invece loro ad avere paura di te

Perchè quella domenica giù a San Basilio

eravamo in tanti a non essere nessuno

in tanti a difenderci le case

a farci la storia con le nostre mani

il proletariato sarà sempre per la rivoluzione

lo è stato Fabrizio Ceruso a 19 anni

se credevate di ammazzarlo avete sbagliato

Fabrizio è l’uomo nuovo che non muore mai

Fabrizio vive in tutti noi

nelle lotte del proletariato

altri giovani nel suo nome vi preparano già la fossa.

Il primo ministro, il presidente a dirigere

le operazioni per preparare il tuo assassinio

lo stato maggiore riformista mobilitato a condannarti

perchè con gli estremisti non volevi sgombrare

una montagna di calunnie per preparare, giustificare

la tua condanna, la tua sicura morte

Tanto per ammazzare un proletario

un comunista di 19 anni

per far pesare la sua morte

sulla lotta giusta lotta

Ma tanto sferragliare di truppe non è servito a niente

il sole rosso è rimasto nei tuoi occhi

la rabbia proletaria già l’ha detto

compagno Fabrizio noi ti vendicheremo

assassini di stato la pagherete e pagherete tutto

Ma tanto sferragliare di truppe non è servito a niente

il fiore rosso è rimasto sul tuo petto

il pianto amaro di tuo padre

il rumore prodotto nella coscienza di tanti

anche l’odio è prezioso

quando il popolo prepara la riscossa"

"A Fabrizio Ceruso", Tonino ( allora voce solista del gruppo dei Camaleonti), 1974

Portfolio

Messaggi

  • Un ricordo più direttamente personale ...

    Non ero presente a San Basilio quell’8 Settembre 1974.

    Ero in un paese non lontano sulla stessa Via Tiburtina, il paesotto di origine dei miei nonni materni dove si svolgeva quella stessa domenica la festa del santo patrono.

    Appresa la notizia della morte di Fabrizio, con alcuni ragazzi del paesotto (alcuni lavoravano e/o studiavano a Tivoli e lo conoscevano personalmente) formammo una colonna di vespe e motorini per raggiungere San Basilio ma fummo fermati dai blocchi delle guardie poco dopo Tivoli e dovemmo tornare indietro.

    Nei giorni successivi all’uccisione di Fabrizio furono affisse due lapidi in suo ricordo, una a San Basilio in Via Fabriano sul luogo della sua morte, davanti alla quale si svolgerà la commemorazione dei prossimi giorni ... ed un altra a Tivoli nella piazza principale del paese vecchio.

    Circa un anno dopo i compagni dei Comitati Autonomi Operai vennero informati ( avevamo "spie" anche alla Questura Centrale di Roma) che, a tarda ora della notte, una colonna di celere sarebbe arrivata a Tivoli per defiggere la lapide.

    Ci appostammo nei campi di ulivi che delimitano la lunga salita che porta a Tivoli provenendo da Roma (allora l’autostrada Roma-L’Aquila era ancora in costruzione e quella era una strada obbligata per raggiungere Tivoli da Roma), eravamo almeno un centinaio tra autonomi e militanti di Lotta Continua di Tivoli ed anche di Roma. Quando, circa alle tre di notte, fu avvistata sulla salita la colonna di camionette di celerini, la attaccammo da dietro gli ulivi con sassi e molotov ... le prime sei camionette finirono incendiate e i poliziotti si misero a sparare alla cieca nella notte, senza colpire nessuno ... e, per dirla tutta, gli fu anche risposto a pistolettate, pur mirando in aria ...

    Dopo che ci eravamo dileguati nei campi e nessuno ci aveva inseguito temendo probabilmente i poliziotti di cadere in una "trappola" ben più pesante tra quegli ulivi, la celere, abbandonando le camionette fumanti, decise di ritirarsi e tornare indietro.

    La notizia non fu mai comunicata dalla polizia alla stampa - evidentemente si vergognavano della disfatta e della chiara presenza di almeno una "spia" tra di loro - le stesse camionette bruciate furono rimosse poi di corsa nella medesima nottata e quindi nessun media ne parlò mai.

    Nemmeno noi ne parlammo, non ce ne poteva fregare di meno.

    E quella lapide in memoria di Fabrizio Ceruso è ancora affissa nella piazza principale di Tivoli vecchia.

  • L’autore non è Tonino dei Camaleonti, ma un ragazzo di Tivoli.

    • Vero ... Tonino la incise in un 45 giri ( molto bello anche il pezzo sul lato B "San Basilio - Rivolta di classe" ) ma non ne era l’autore ...

      La cosa, però, non mi sembra così dirimente ...

    • Nel disco c’è scritto:
      A cura dei Comitato Proletario F. Ceruso di Tivoli.
      Comitati Autonomi Operai di Roma.
      Per cui è stato inciso da loro.
      E questo è quello che conta.

      Poi chi le canzoni le ha cantate e suonate proprio non è importante, anzi non è" dirimente " o decisivo.
      Forse a chi ha fatto la precisazione sembrava strano che i Camaleonti -gruppo beat del periodo anni 70,- facessero canzoni sulla lotta per la casa.

  • Io penso sia importante attribuire la canzone al vero autore. Perchè questo testo è stato scritto e cantato da un compagno di lotta di Fabrizio Ceruso, che era lì quella Domenica 8 settembre del 1974. Ed è un errore grave confondere l’autore con il cantante dei Camaleonti, solo perchè hanno lo stesso nome.

    • Questione certamente non dirimente nè decisiva.

      Ma militavo allora proprio nei Comitati Autonomi Operai ... e se è certo che le due canzoni ... a mio giudizio l’altra è molto più bella ma non viene mai citata forse perchè parla apertamente di lotta armata, cosa che allora non era l’impostazione nemmeno dei Comitati Autonomi Operai ... nascono nell’ambito del Comitato Proletario di Tivoli ... poi però chi materialmente l’ha incisa è proprio il cantante dei Camaleonti ...

      Camaleonti che erano un complesso beat del decennio precedente e che certo non avevano nemmeno mai avuto, a differenza di altri gruppi beat dei sessanta, un repertorio minimamente impegnato ... nel 1974 poi si e no se cantavano ancora a qualche festa di paese .... oltretutto ancora non c’era il boom del revival dei sessanta che si affermerà solo verso la fine dei settanta .... ma il cui cantante, appunto Tonino, oltre ad abitare e vivere nel circondario tiburtino, mi sembra a Vicovaro, era nel 1974 anche un simpatizzante dell’autonomia operaia romana ....

      Certo, a quei tempi, tutto risultava "opera collettiva" ... e certo non sarebbe stato permesso, soprattutto in un frangente simile, ad un artista, per quanto "vicino" alle organizzazioni rivoluzionarie, di firmarsi apertamente nemmeno come semplice interprete ... nè credo che la voce solista dei Camaleonti avrebbe lui stesso avuto alcun interesse a farlo ...

      Però, tanto è .... oltretutto la voce di Tonino è abbastanza inconfondibile ...

    • La collaborazione di Antonio Cripezzi, detto Tonino, milanese di origine ma residente a Mandela, cantante di quei Camaleonti che non erano nel 1974 così in rovina come dice il commento precedente, solo l’anno precedente avevano avuto il successone di "Perchè ti amo", fu fondamentale anche per gli aspetti tecnici.

      La prima edizione del disco, infatti, fu registrata e stampata in centinaia di copie "di rapina" presso gli studi della Rca siti proprio sulla via Tiburtina, dove Tonino era di casa e dove potè quindi anche facilmente ottenere la complicità di alcuni fonici e stampatori della stessa RCA, compagni del Pci e della Cgil.

      Ovviamente il tutto doveva rimanere clandestino, non solo non dovevano assolutamente saperlo alla Rca, ma nemmeno gli altri Camaleonti, c’erano questioni formali di contratti e di esclusive.

      Praticamente, grazie a Tonino, quel disco all’autonomia operaia romana costò inizialmente soltanto la stampa delle copertine "col buco" e niente più.

      Poi, dopo l’enorme successo della vendita militante in tutta Italia, si rese però necessaria una ristampa e per questo ci si rivolse ai Circoli Ottobre di Lotta Continua ( in particolare a Pino Masi) che di produzione di dischi "militanti" avevano una certa esperienza consolidata.

      Verissimo che allora tutto doveva apparire per principio "opera collettiva", lo stesso Pino Masi, che pure di Lotta Continua era uno dei massimi dirigenti, incise gran parte delle sue famosissime canzoni di lotta firmandosi genericamente "il canzoniere del proletariato".

      E per sapere che era Oreste Scalzone l’interprete dell’inno di Potere Operaio ( "Stato e padroni, fate attenzione ecc. ecc.") dovette passare almeno un’altra decina di anni.

      Ma nel caso del disco su Fabrizio Ceruso, a giustificare la "clandestinità" giocavano, come dicevo, anche una serie di fattori pratici.

      Tutto questo però non impedì che in molti "sgamassero" lo stesso, quella voce era troppo conosciuta e particolare.

    • Bah, direi che è stato senz’altro scorretto indicare in calce al testo della canzone il cantante-interprete e non, come in genere andrebbe fatto, l’autore ufficiale che indubbiamente fu in forma collettiva il Comitato Proletario Fabrizio Ceruso di Tivoli.
      Anche se poi oggi, a distanza di tanto tempo, non trovo nemmeno cosa così assurda raccontare di come anche in ambienti artistici non propriamente di quelli impegnati capitava allora che il movimento riuscisse ad avere una forte influenza, era una questione, credo, di "egemonia culturale" in senso gramsciano.
      Ma mi domando pure che allucinante senso politico possa avere oggi a 40 anni dai fatti parlare tanto di questa stronzata a dir poco secondaria e non appunto di quei fatti, dei quali seriamente si accenna con una bellissima integrazione, utile a capire per chi non c’era il clima sociale di quegli anni anche nella provincia romana, solo nel primissimo commento.
      Gli altri commenti credo sarebbe invece il caso di cancellarli, proprio per rispetto a Fabrizio.

    • invece l’aneddoto sull’autore e’ proprio una forma di rispetto ed omaggio a quegli anni dove come gia’ detto anche persone che nessuno pensava impegnate (il cantante dei camaleonti) alla fine erano in qualche modo dentro al movimento.