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Ostia, 39 anni fa

par Antonio Recanatini

Publie le domenica 2 novembre 2014 par Antonio Recanatini - Open-Publishing

Lo trovarono dalle parti dell’idroscalo, a poche centinaia di metri dalle baracche occupate dalla povertà romana nei periodi estivi.
Il viso conficcato nella melma, una maglietta sporca, pareva l’avessero investito mentre dormiva sulla strada. Avrebbero dovuto cercare una congiunzione con la morte di Mattei e De Mauro, invece parlarono del borghese mischiato ai proletari, le attitudini sessuali e la sua proverbiale, particolare e antipatica tendenza a ridiscutere i luoghi comuni.
La morte di Pasolini rimane un piccolo rebus, uno dei tanti omicidi irrisolti dell’ignobile repubblica. A qualche chilometro i carabinieri arrestarono un ragazzino di 17 anni, conosciuto dai più come ladro di macchine, mentre percorreva a velocità folle un percorso vietato a bordo di un’alfa, un certo Pelosi.
Arrivarono due pattuglie di polizia sul posto, la folla dei curiosi intorno al corpo martoriato non venne allontana, non decisero nemmeno di recintare la zona. I bambini continuarono a giocare a un campetto poco distante. Quando la palla usciva, gli agenti approfittavano per palleggiare e rimandare il pallone nel rettangolo di gioco, qualche volta erano gli stessi curiosi a rimandarla indietro.
Le tracce si persero definitivamente con il passaggio di motorini e macchine, perfino un bastone sporco di sangue venne pestato. Trovarono la camicia di Pasolini, interrata e con evidenti segni di pneumatici. (Fu impossibile definire l’ora esatta delle sgommate.)
Il Pelosi in carcere inizia a vantarsi di aver ucciso Pasolini, ma si lamenta di aver perso un anello. I carabinieri setacciano la zona dell’idroscalo e non trovano nulla, perché un maresciallo di polizia l’aveva trovato e messo in tasca, non ricordò mai dove l’avesse trovato. Praticamente, la polizia si ritrovò un cadavere, i carabinieri un semplice topo di auto.
Nel trambusto si riscopre che l’auto rubata è di Pasolini, così gli inquirenti, dopo 30 ore ritornano sul luogo del delitto. Ricostruiscono un possibile investimento di Paolini, dopo una colluttazione con il Pelosi intento a rubargli l’auto e a chiudere il rapporto morboso.
La zona non venne mai transennata. Nell’esaminare le carte, in secondo tempo stabilirono che in un posto strapieno di fango e buche, una macchina bassa non poteva percorrerla.
Riaprirono il caso, l’avevano archiviato come omicidio a sfondo sessuale e l’italia bigotta non voleva andare a fondo sulla questione.
Interrogarono gli abitanti della zona solo quattro giorni dopo, ma la verità albergò distante come un atollo.
Oggi pare concordino tutti che ad ammazzare Pasolini non fu soltanto il ragazzino demente, ma se c’era altro lo scopriremo in un’altra vita.
Abbiamo perso tanto a livello culturale, seppur qualcuno abbia da ridire sulla vita del personaggio, rimangono indelebili le parole di fuoco della sua poesia