Home > Sulla storia dei vigili di Roma, il "mondo di sopra" gioca le (...)

Sulla storia dei vigili di Roma, il "mondo di sopra" gioca le sue carte

par #

Publie le domenica 4 gennaio 2015 par # - Open-Publishing
1 commento

Sulla storia ( molto romanzata) dei vigili di Roma, il "mondo di sopra" gioca le sue carte

Domenica, 04 Gennaio 2015

La vicenda dei vigili romani a Capodanno – ampiamente amplificata – possiamo considerarla una zampata di antipasto dello scontro che ci attende nei prossimi mesi. Uno scontro che gli input dall’alto inviati ai mass media vorrebbero depistare alla dimensione del "mondo di sotto", alimentando competizione, rabbia, invidie malposte solo tra coloro che vi abitano, lavorano, cercano lavoro.

Che si scannino tra loro quelli del "mondo di sotto"; si scannino tra chi lavora e chi è disoccupato, tra chi lavora nel settore pubblico e quello privato, tra chi ha un contratto stabile e chi precario, tra chi ha un residuo di possibilità di avere una pensione e chi è destinato alla miseria anche dopo aver lavorato tutta la vita. In compenso, quelli del "mondo di sopra" – proprietari e dirigenti, comandanti e magistrati, ministri e finanzieri rampanti – se la possono godere con le cene da 1000 euro per sostenersi tra loro. Hanno le leggi che glielo consentono, attraverso mille deroghe che li rendono sempre “casi specifici diversi” da quelli del "mondo di sotto".

Il "mondo di sopra", nella Capitale, è riuscito paradossalmente a rimanere fuori dalla pubblica indignazione (e dagli arresti) per l’inchiesta su “mafia-capitale” che si è abbattuta sul "mondo di mezzo", portando alla luce solo le briciole del malaffare a Roma; robetta rispetto alla vera posta in gioco che tutti conoscono. Ma è l’occasione per togliersi dalle scatole gli scomodi e talvolta inquietanti intermediari del "mondo di mezzo" e lasciare il campo libero ai “grandi”, a quelli che vivono di sopra e che progettano investimenti pesanti sull’area metropolitana di Roma e i suoi dodici milioni di consumatori dinamici in più che ne affollano le strade commerciali o gli hotel ogni anno come turisti. Sono queste le priorità in cima ai pensieri del mondo di sopra, non certo la gente delle periferie o gli utenti dei servizi.

Ma non serviva solo rimettere in riga un invadente "mondo di mezzo", serviva anche un evento scatenante per mettere in riga il "mondo di sotto". A questo serve e su questo è stata costruita la campagna mediatica e politica sui vigili in malattia a Capodanno. Un fatto marginale, soprattutto perché non ci sono state conseguenze gravi, incidenti, morti, feriti come magari avviene nelle giornate “normali” e sotto gli occhi di tutti. Pare, tra l’altro, che il dato delle assenze sia molto inferiore a quell’83% diventato parametro di disonore e pubblica indignazione. Ma nelle canee e nella tempesta mediatica, questi due elementi fondamentali – l’assenza di conseguenze gravi e i numeri reali delle assenze – sono stati abilmente offuscati, dimenticati, manipolati.

Lo scontro tra governo e amministrazione della Città Metropolitana da una parte e lavoratori del Comune e della Provincia dall’altra, va avanti da mesi, soprattutto da quando i salari già fermi da cinque anni per le decisioni dei governi Berlusconi, Monti, Letta, Renzi, verranno tagliati di altre centinaia di euro al mese; mentre si annunciano esuberi, mobilità, panorami di totale incertezza e insicurezza. Nel privato è già cosi, ci dicono in tanti. Ma questo ha significato un miglioramento o un peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro dei lavoratori nel settore privato? Perché se avesse comportato un miglioramento avrebbero ragioni da vendere, ma se si è rivelato nel suo contrario, dovrebbero riflettere prima di appagarsi con un “tutti insieme nella merda”. Ma in fondo l’idea del "mondo di sotto" è proprio questa, come nei più lungimiranti film di fantascienza da Metropolis a Blade Runner.

Per rompere questo schema serve tanta, tantissima determinazione e un senso della dignità elevato; e queste c’è chi ce l’ha e chi “non se le può dare”, come Manzoni fa dire al pavido Don Abbondio. Il primo dato certo è che entrambi, pur essendo bagaglio della soggettività di ognuno, diventano efficaci solo nella dimensione collettiva. Il secondo è che il conflitto va giocato a tutto campo e con tutti i mezzi necessari, inclusi e non esclusi quelli "non ortodossi" messi in campo da vigili urbani o macchinisti delle metropolitane. Le regole ormai servono solo a impedire ogni cambiamento, anche minimo, sia sindacale che contrattuale. Le regole le hanno scritte tutte quelli del "mondo di sopra" approfittando della complicità di Cgil Cisl Uil per tanti anni, una complicità che si sta ormai rivoltando contro anche di loro.

Il dato decisivo però è non perdere mai di vista il problema e il nemico principale: il "Mondo di sopra". Sono loro che fanno le leggi e le regole che stanno rendendo la vita impossibile al "Mondo di sotto" e non un solo giorno l’anno, ma tutti i giorni.

Che il 2015 sia l’anno della rabbia giusta.

# Sergio Cararo

http://contropiano.org/editioriali/item/28405-il-mondo-di-sopra-gioca-le-sue-carte


Sabato 03 Gennaio 2015

Panettoni e fannulloni: chi si mangia tutto in Italia?

Negli ultimi giorni ha avuto grande attenzione mediatica l’astensione dal lavoro dell’83% dei vigili urbani della città di Roma durante la notte di capodanno. Renzi, e tutta la canea politico-mediatica sottostante, ha colto la palla al balzo per dare una legittimazione all’annuncio di una stretta disciplinare sul lavoro del settore pubblico. In realtà il progetto del governo è in campo da tempo, con la legge delega Madia, e segue il progetto di colpire diritti e retribuzioni di tutto il lavoro dipendente (non solo il privato con il Jobs Act).

Inutile dirlo, l’unico sciopero che sosteniamo di chi contribuisce a scaricare i costi sociali di mafia capitale sulla popolazione è quello illimitato e definitivo. Il ruolo sociale della polizia (anche locale) non è certo una pagliuzza ma questo non può impedire d’individuare la trave delle reazioni provocate dalle ferie di San Silvestro. I vigili di Roma, con questa assenza, hanno in realtà messo in campo una forma di sciopero bianco per protestare contro i provvedimenti peggiorativi sui loro contratti voluti dal sindaco Marino. Quindi tutt’altro che abuso di privilegi ma un tentativo di lotta con i mezzi a disposizione in un contesto di precettazione. Certo un metodo non molto elegante, ma lo scopo di una protesta che non sia puramente performativa non è proprio di rendere effettive le armi a propria disposizione nel momento in cui sono più efficaci?

Ma poco importa e quindi giù a rispolverare l’arsenale contro gli arroganti fannulloni del pubblico impiego. Le maggiori testate italiane hanno dedicato intere pagine per spiegare quanto i problemi del paese, della crisi, dell’impoverimento non si possano risolvere se non colpendo duro anche questo settore della forza lavoro. È un meccanismo che si mette in moto ad ogni riforma peggiorativa che il governo vuole approvare: descrivere il settore della forza lavoro colpito come privilegiato e attribuirgli le cause del peggioramento delle vite di tutti gli altri.

La retorica anti-privilegi è mischiata con quella dello “stringersi-la-cintura”: continuano a ripeterci che in Italia c’è un costo del lavoro troppo alto e l’agognato rilancio si fa attendere per questo. Peccato che sia l’ennesima supercazzola di una classe dirigente che sotto al cerone continua ad ingrassarsi a spese, questa volta sì, di tutti noi. Un recente studio dell’Istat mostra infatti che il costo del lavoro in Italia è di 27,5 euro cioè inferiore ai 28,4 euro di media dei paesi nella Eurozona, ben al di sotto di Germania, Belgio e Francia. Non sarà quindi forse il caso di cercare altrove? Forse nella direzione della gestione politico-mafiosa di questo paese cui contribuiscono, guarda caso, gli stessi politici che ripetono che i lavoratori italiani se la passano troppo bene?

Ancora due parole sulla gestione della “cosa pubblica”, di chi la finanzia e perché. In questi giorni ha avuto risalto (soprattutto sui social network) l’iniziativa #IoNonMIammazzo, che mostra l’insofferenza diffusa (false partita iva, commercianti ma anche lavoratori dipendenti in difficoltà) contro il peso per molti insostenibile del carico fiscale.

Il problema della tassazione coinvolge tutti a partire dall’Iva sui prodotti di consumo o dalle tasse delle amministrazioni locali sui servizi. Se il reddito indiretto è un terreno che abbiamo sempre ampiamente investito, da sinistra in molti storcono il naso a sentir parlare di gente che si sottrae alle tasse. Ma diventa sempre più evidente che il contributo fiscale non è percepito come ricchezza socialmente redistribuita ma rendita parassitaria di chi profitta di un sistema marcio. D’altronde dove finisce buona parte dei soldi delle nostre tasse? Non è sempre più evidente che servono a foraggiare imprenditori ammanicati e politici come suggeriscono alcuni recenti fatti (per esempio Mose, Expo, Tav)?

Insomma qual è il problema di questo paese? I lavoratori pubblici o privati, precari o a tempo indeterminato, giovani o vecchi oppure un preciso blocco di potere che fa di tutto per mantenere i propri privilegi sulle spalle della maggior parte della popolazione?

# InfoAut Redazione

http://www.infoaut.org/index.php/blog/editoriali/item/13616-panettoni-e-fannulloni-chi-si-mangia-tutto-in-italia?

Messaggi

  • In soldoni ... la stragrande maggioranza dei vigili di turno la sera del 31 gennaio ha semplicemente rifiutato, come diritto di ogni lavoratore, di fare lavoro straordinario, che per definizione è "volontario" e non può essere "obbligatorio" ...

    Quelli in ferie, quel giorno di ferie lo avevano programmato sin da giugno ... e la loro programmazione era stata vagliata ed accettata a suo tempo dai comandi competenti ...

    Si scopre così che gli assenti per malattia, comunque regolarmente certificata, non erano più di quelli che sono assenti per malattia ogni altro giorno del periodo invernale ... peraltro in media assai più bassa rispetto a quanto avviene nello stesso periodo nel lavoro privato ... e quelli assenti per donazione sangue ( che comunque devono aver effettuato presso una struttura pubblica, con tanto di documentazione da consegnare ai comandi) ... o per legge 104 ( tre giorni al mese ed il 31 era appunto l’ultimo giorno del mese, se non ne avessero usufruito avrebbero perso il diritto acquisito) ... erano in sostanza non più di 40 su mille ....

    Se a tutto questo aggiungiamo che comunque il concerto ( che non è proprio una "emergenza") si è svolto regolarmente e senza il minimo problema, viene da dire "di cosa stiamo parlando ?"

    Stiamo parlando di una campagna strumentale messa in piedi prima da Marino e dal suo vice Nieri ( ma costui non ricorda le tante battaglie "illegali" fatte personalmente nei decenni scorsi, dalle occupazioni di case agli scioperi selvaggi ?) ... e poi da Renzi e dalle sue "cocottes" per chiari fini strumentali alla sua politica del lavoro ... con tutta la stampa di regime pronta a sparare numeri al lotto ed altre infamie e cazzate come del resto fa tutti i giorni dell’anno ...

    E, sia chiaro, io ho lavorato 38 anni e sempre rigorosamente nel settore privato ... e non ho alcuna particolare simpatia per i vigili della mia città, appunto Roma, come tutte le "divise" ed i "corpi separati" spesso tuttaltro che estranei anche a pratiche repressive contro le lotte sociali cui partecipo ormai da oltre 40 anni e comunque contro chi ritengono in genere più debole ... e spesso tuttaltro che estranei, pur senza in questo generalizzare, ad episodi di corruzione, soprattutto quelli addetti ai controlli sul commercio ... ed in ogni caso, per dirla con Vallanzasca, io con le "divise" e con le "stellette" non ho mai avuto, per principio, nulla a che spartire ... e me ne vanto ...

    Da questo però a correre dietro le minchiate del governo, del comune ormai più sputtanato d’Italia e della stampa mainstreem ... soprattutto quando sono chiaramente tese strumentalmente ad inculare l’intera classe lavoratrice ... no, non mi faccio proprio fregare ... "divide et impera", storia vecchia quanto il mondo ... ed unico argomento che questo governo infame è in grado di usare per evitare che la "giusta rabbia" gli si riversi com’è giusto contro ...

    Quindi ... che questo 2015 sia l’anno di questa "rabbia giusta" ....