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Banca Etruria commissariata, e M.E. Boschi twitta...

par Redazione Contropiano

Publie le giovedì 12 febbraio 2015 par Redazione Contropiano - Open-Publishing
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Giovedì, 12 Febbraio 2015

Le colpe dei padri non devono ricadere sui figli, è ovvio e sicuramente giusto. Quando però i figli diventano più “importanti” dei padri, e risultano collegati ai loro affari (prima della “discesa in politica” o magari anche dopo), diventa complicato mettersi lì a dire che una cosa non c’entra con l’altra.

Era accaduto già con il padre di Matteo Renzi, il signor Tiziano, indagato dalla procura di Genova per bancarotta fraudolenta della società Chil, la classica azienda di famiglia in cui aveva lavorato anche il futuro premier. Società di distribuzione dei giornali, soprattutto di quel “Giornale della Toscana” diventato famoso in tutta Italia per essere un inserto del “Giornale” di Feltri-Belpietro (in diversi periodi) e soprattutto per il suo proprietario: Denis Verdini, factotum berlusconiano considerato ricco di frequentazioni massoniche (dalla P2 alla P4, a dare retta alle cronache).

Accade di nuovo con il papà del ministro addetto alla demolizione della Costituzione nata dalla Resistenza, la specialista in sorrisi innocenti Maria Elena Boschi, anche lei casualmente tosca, di Montevarchi. La Banca d’Italia ha commissariato la Banca popolare dell’Etruria e del Lazio (Bpel), il cui vicepresidente era fino a ieri il dr. Pierluigi Boschi.

La parentela non sarebbe neanche interessante se la Bpel non avesse deciso, nello scorso agosto, di trasformarsi da “banca popolare” (dove azionista conta un voto, indipendentemente dal numero di quote possedute) in “società per azioni” (dove si vota con peso proporzionale alle azioni). E soprattutto se l’dentica trasformazione non fosse stata annunciata – il 20 gennaio scorso – dallo stesso presidente del Consiglio come misura obbligata per tutte le altre.

Un cambiamento “strutturale” assai gradito ai mercati finanziari (queste banche dventeranno “scalabili”, quind possono essere pggetto di speculazione forsennata come le altre), tanto da tradursi in guadagni di borsa molto consistenti per tutti gli azionisti.

Fino al 60% in più, nel caso della Bpel (davvero “innovativa”, al punto di anticipare di qualche mese una decisione governativa), di cui il ministro detiene – pare – una quota pressoché insignificante. Il padre ne ha ovviamente molte di più, visto il ruolo che ricopriva.

Il motivo del commissariamento da parte di Bankitalia è però, ovviamente, un altro: “Gravi perdite del patrimonio, dovute alle consistenti rettifiche sul portafoglio crediti”. Insomma: perdite gravi. Gli “accertamenti ispettivi” tuttora in corso hanno accertato una marea di “affidamenti e prestiti”elargiti con molta generosità ma che ora sono diventati “crediti in sofferenza”, ovvero prestiti che non tornano indietro.

“E’ la crisi”, si potrebbe pensare. In fondo, ad Arezzo, chiamano la Bpel la “banca degli orafi”. Facie immaginare tanti prestiti a piccole e medie imprese rovinate poi da un mercato in caduta libera.

No. La Banca d’Italia ga accertato che questi prestiti “sofferenti”, per singoli importi sempre “notevoli”, erano stati concessi di preferenza a un giro molto ristretto di clienti privilegiati. Ai “soliti noti”, si potrebbe dire senza tema di sbagliare. Nomi non ne girano, per ora; ma basta essere pazienti...

In compenso, nei giorni scorsi, la stessa dirigenza della Bpel aveva annucniato – per “rimettere a posto i conti” - almeno 410 licenziamenti (con tutti gli ammortizzatori sociali, per carità...). Poi è arrivata via Nazionale a chiarire le ragioni dei buchi nei conti: non un eccesso di personale, ma un eccesso di favori personali...

La ministra contro la Costituzione ha provato a tirarsi fuori dall’impiccio... con un tweet: “Smetteranno di dire che ci sono privilegi? Dura lex, sed lex”. Come dire: visto che anche un padre di ministro può essere indagato? Come siamo egualitari, noi... La nostra domanda è invece opposta: quale curriculum poteva vantare la signorina Boschi – 33 anni - al momento della nomina? Così, per indicare a tanti giovani precari un esempio positivo, una strada da seguire per mettere a frutto il merito...

Naturalmente è solo una sgradevole coincidenza. Ma antiche inchieste della magistratura stabilirono che Banca Etruria era stata il "veicolo" per il versamento delle quote di iscrizione alla P2.

Redazione Contropiano

http://contropiano.org/politica/item/29119-banca-etruria-commissariata-e-m-e-boschi-twitta

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Messaggi

  • I furbetti del quartierino reloaded

    di Piemme

    [ 12 febbraio ]

    "Terza Repubblica": il buongiorno si vede dal mattino...

    Si rivela profetico l’articolo dell’altro ieri di Piemme: ASSOCIAZIONE PER DELINQUERE. Il caso delle banche popolari.

    Apprendiamo oggi che la Consob (Commissione Nazionale per le Società e la Borsa) ha avviato un’inchiesta per «operazioni anomale da parte di investitori che sapevano il come e il quando della riforma del governo sulle banche popolari e hanno speculato sui titoli delle banche popolari, lucrando circa dieci milioni di euro».

    Piemme segnalava che il fondo Algebris di proprietà dell’amico e consulente di Renzi Davide Serra era uno di quelli che aveva inopinatamente investito acquistando in anticipo azioni delle Banche popolari:

    «C’è il più che fondato sospetto è che il Serra ed il Renzi abbiano agito in combutta, che anzi, il primo abbia suggerito al secondo la "riforma" delle popolari, e che il secondo abbia favorito il suo sodale e amico, informandolo in anticipo dell’imminente decisione governativa affinché facesse un mucchio di quattrini».

    In parallelo un’altra notiziola.

    BancaEtruria, che ha come vicepresidente il padre del ministro Maria Elena Boschi, è stata commissariata da Bankitalia a causa «gravi perdite del patrimonio».Il sospetto, anche in questo caso, è di illeciti molto gravi.

    Guarda caso l’istituto di credito aretino era finito nelle cronache nazionali nei giorni scorsi per gli "strani" movimenti di azioni a ridosso della riforma delle popolari varata dal governo. Vuoi vedere che anche in questo caso Renzi e la Boschi avevano avvisato in anticipo i loro amichetti della "riforma" delle Banche popolari per fargli fare un mucchio di soldi? Ma certo che è così, e ciò da un’idea della natura predatoria della cricca renziana.

    Ci viene da ridere sentendo le invettive del Brunetta, che parla di uno scandalo come quello della Banca Romana (1892). Verrà fuori che anche il senatore Denis Verdini, braccio destro di Berlusconi nonché sodale di Renzi, è coinvolto in questa vicenda. Verdini che, ricordiamo, è stato rinviato a giudizio truffa ai danni dello Stato, per il fallimento del Credito Cooperativo Fiorentino.

    Ultima chicca.

    Nella "Lista Falciani", quella dei conti occulti presso la filiale svizzera della HSBC, spunta fuori anche il nome di... Davide Serra. Proprio lui, sempre quello, il consigliere liberista di Matteo Renzi.

    "Terza Repubblica": il buongiorno si vede dal mattino...

    http://sollevazione.blogspot.it/2015/02/i-furbetti-del-quartierino-reloaded.html