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I migranti in Italia non trovano favoritismi ma sfruttamento e diritti violati

par Alessio Di Florio

Publie le martedì 14 aprile 2015 par Alessio Di Florio - Open-Publishing

Quel
che sostiene la recente iniziativa contro i rifugiati politici, avvenuta anche
a Vasto e Ortona, non corrisponde a quello che quotidianamente vivono migliaia
di migranti

 

Abbiamo appreso dalla
stampa che anche nel nostro territorio, a Vasto e Ortona, si è aderito alla
iniziativa di Salvini e della Lega Nord contro i rifugiati politici. Secondo
quanto riportato da alcuni articoli, a Vasto il promotore è stato il
consigliere comunale Davide D’Alessandro. Sembrano passati secoli, ma sono
invece solo 8 anni, dai tempi del PD di Casalbordino … 


Nel lancio
dell’iniziativa si fornivano statistiche e si lanciavano accuse che non
sembrano minimamente corrispondere a quanto vivono coloro che sono accanto ai migranti
tutti i giorni. E, tra le cifre fornite da loro e quelle fornite da chi appare
ormai impegnato in una quotidiana opera di delegittimazione, criminalizzazione
e avversione contro i migranti, la sceltà per noi è pressoché obbligata.
Stupisce che chi è stato brillante giornalista in un prestigioso quotidiano
nazionale questo confronto pare non averlo neanche voluto ipotizzare.


Tra i capisaldi
fondamentali sull’immigrazione sicuramente ci sono la legge Bossi-Fini e quanto
decretato dal Governo Italiano nel 2009. Bossi per anni e anni è stato leader
della Lega Nord che, sia all’epoca dell’approvazione della legge che porta
anche il suo nome che nel 2009, era partito al potere in Italia. E stando al
governo si determinano leggi, regolamenti, finanziarie, diritti, tutele e tanto
altro. Oggi si accusano altri di non difendere e tutelare i diritti degli
italiani, dimenticandosi che fino a ieri si era al potere e si son determinate
le stesse identiche politiche. “Prima gli italiani” nei fatti, da sempre, è apparso
“Prima alcuni italiani”. I ben soliti noti. Perché chi veramente mette da
sempre “prima i lavoratori”, chi è senza diritti, chi viene quotidianamente
discriminato e soffre la crisi economica e le ingiustizie sa bene che nessun
diritto nega un altro, che migranti e “italiani” possono e devono lottare
insieme e che non esiste alcuna “concorrenza”.


I migranti in Italia
vengono rinchiusi in CIE (ex Cpt), luoghi su cui è lunghissima la lista di
violazioni, abusi, soprusi, violenze denunciate e documentate. Film come “Mare
Nostrum” del regista RAI Stefano Mencherini o “Come un uomo sulla terra”
descrivono situazioni disumane, cruente, terribili. Anche nel nostro Abruzzo,
anche nella nostra Provincia (è cronaca di queste ultime settimane e giorni)
esiste ancora il caporalato, lo sfruttamento del lavoro nero, lo schiavismo in
fabbriche-lager. Come anche in Puglia (dove è in corso anche un processo per
riduzione in schiavitù, uno spaccato importante è documentato dal film
“Schiavi” sempre di Stefano Mencherini), a Rosarno, in Sicilia. Una inchiesta
giornalistica di qualche mese fa denunciò veri e propri capannoni dove sono
quotidianità persino le violenze sessuali, anche durante festini per parenti e
amici dello sfruttatore. 


Lo status di profugo
viene riconosciuto, solo al termine di complesse procedure a Persone che
fuggono da guerre, fame, miserie, violenze. Persone in cerca di umanità che
abbandonano (con la morte nel cuore e, troppo spesso, costretti a lasciarvi
parenti e familiari con un dolore atroce) luoghi dove l’umanità viene
calpestata e violata. Non riusciamo a comprendere come questo possa essere
oggetto di polemica politica e di attacchi a chi vede riconosciuto questo
status. Tra queste persone ci sono oggi anche coloro che fuggono dall’ISIS.
Persone che fuggono quindi dalle violenze, dalla guerra, dalle atrocità che
vediamo denunciate e condannate anche nella nostra Italia. E per questo le si
attaccano, criminalizzano, avversano? 

 


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