Home > Tsiprasion, Tsipras e Varoufakis

Tsiprasion, Tsipras e Varoufakis

par Antonio Recanatini

Publie le mercoledì 15 luglio 2015 par Antonio Recanatini - Open-Publishing
7 commenti

 Come mai non scrivi qualcosa su Tsipras? Non ti viene niente da dire?-
 Già Tsipras, ho poco da raccontare, nulla da difendere e nulla da rinfacciare; la Grecia è un passaggio, un aneddoto, un popolo costretto a obbedire, a pagare un debito infame. Non ho più parole per Tsipras, quelle che avevo le ho già spifferate e, spesso, allento le briglie per non offendere compagni delusi, magari un po’ particolati, ma terribilmente delusi.
Credo sia assurdo fermarsi a ogni sconfitta e accusarci come se i nostri pari fossero i colpevoli, colpevoli d’aver sognato una volta in più, un’altra volta e ancora una volta. Che dire? Trovo assurdo difendere, ancor più assurdo mettersi di traverso e giostrare tra il professore venuto dal Texas e il pivello venuto da qualche galassia che pareva scomparsa.
E’ aberrante notare l’asprezza dei colpi, trovo insensata la condanna per chi ha creduto, anche quando rimane a difendere ciò che è praticamente indifendibile; dracma, euro, grexit e chissà qualche altre parole entreranno a far parte della messinscena. Il facile entusiasmo è una logica fascista, forse non impareremo mai, sperare in un una chiesa di ribelli o in un paese scalzo che corre sopra i chiodi è il nostro limite strutturale, il tallone d’Achille, la parte corroborante a cui ci atteniamo da secoli. Vorrei ricordarvi che qualcuno festeggiò per la caduta di Berlusconi e l’ingresso di Monti, anche quelli si dichiaravano di sinistra, non conoscevano passaggi segreti, ma sapevano brindare. Unire il dissenso non sarà il nostro forte, non vedo perché dovremmo sprecare il sangue dei proletari per curare le malattie dell’alta borghesia. Del resto quelli che parlano di rivoluzione, spesso sono gli stessi che cadono nei tranelli e chi vuole che la Grecia esca dal patto col diavolo viene definito fascista. Un compromesso, come la storia che ci hanno insegnato, niente di nuovo da queste parti, semmai un nuovo pericolo da cui imparare, da cui cogliere le contromisure e stringersi in un patto sempre più dal basso-.

Portfolio

Messaggi

  • Enrico Montesano direbbe "Che vor dì ?" ....

    Vabbè gli equilibrismi ma qui si esagera ....

    • se ti impegni un pochino puoi capire anche tu

    • Capisco che si vogliono a tutti i costi salvare capre e cavoli ... ma vallo a raccontare ai comuni mortali ... sarà forse il caso di ricominciare ad essere più marxiani e meno marziani ?

    • Mi sembra sia questa la questione - tutta politica - di fondo e non altre ....

      "Qui dentro va collocata la rapidissima parabola di Syriza, che quelle insufficienze però ha amplificato fino a un esito - pur dentro margini di manovra strettissimi che non concedono compromessi - catastrofico. Ha qui giocato, questo l’elemento di riflessione politica forte, il deficit costitutivo e insuperabile di tutta la sinistra europeista che antepone, a prescindere, il quadro europeo (potenzialmente unitario, ma appunto solo potenzialmente) alla necessità, in date condizioni, di rottura con il comando della finanza. Una rottura che da subìta può, se organizzata e di massa, essere agita per riconquistare livelli più alti di unificazione internazionale delle lotte. Ma per questo non si può continuare a pensare che ci si può e deve salvare in due, noi in basso e loro in alto, facendosi responsabilmente carico dei sacrifici (per poi essere gettati via una volta spremuti), o che un campo istituzionale dato sia di per sé garanzia di ricomposizione sociale e politica a livelli più alti. Paradossalmente, ma neanche tanto, Syriza è andata incontro al suo destino perché troppo profondamente di “sinistra” e troppo poco “populista” (chi vuole fraintendere fraintenda…). Per intanto, pur nella sconfitta, è stata posta per la prima volta concretamente la questione di una cancellazione almeno parziale del debito. Bisognerà tornarci su. "

      Raffaele Sciortino oggi da Infoaut

    • sempre Sciortino da Infoaut ...

      "Per finire, solo qualche battuta su Tsipras e sulla dèbacle di Syriza perché il tema meriterebbe ben altri approfondimenti e il “voltafaccia” per quasi tutti inaspettato non è mera vicenda personale riconducibile a un “tradimento” (?!) o anche solo limitata al contesto greco. C’è innanzitutto il dato oggettivo-soggettivo dell’isolamento completo a scala europea in cui si è trovata e si trova la popolazione greca nel suo tentativo di resistenza. E c’è, probabilmente ancora forte anche se da qui è impossibile giudicare, l’ambivalenza insita in questa resistenza tra rivendicazione di dignità e di forme di vita e però volontà di restare ancorati all’euro e tramite questo all’Europa contro una rottura che viene percepita come un salto nel buio. In fondo, l’euro diventato quasi un “feticcio” è solo l’altra faccia di ciò, di un’insufficienza di iniziativa e costruzione autonoma, di un’immaturità della dinamica sociale antagonista che non va vista però alla sola scala greca ma parla di noi tutti se è vero che le classi sfruttate europee al momento vivono nell’illusione che sia meglio evitare passaggi catastrofici della crisi nella speranza che il tutto prima o poi si riprenda. "

    • questo lo credo anch’io, volevo mettere in risalto l’opacità del momento storico e la strana confusione che aleggia

    • poi onestamente in questo periodo di grandi profeti e di grandi giustificazioni, la contraddizione rientra tra le necessità, un po’ come la religione. Viviamo in tempi infami e inseguiamo i miti, siamo irrimediabilmente coinvolti in questa giostra di opinioni, spesso insensata, i fatti dimostrano quanto sia lontano il concetto di marxismo. Io credo che senza una vera lotta contro il capitalismo, tutto sia opinabile.