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Lettera al sindaco di Pescara, Marco Alessandrini

par Antonio Recanatini

Publie le lunedì 10 agosto 2015 par Antonio Recanatini - Open-Publishing

Buongiorno sindaco Alessandrini
La saluto con allegria, quell’allegria cara ai pescaresi, quella che ci permettiamo anche con il nemico, purchè sia di Pescara, tanto tra di noi è impossibile nascondere il disgusto, siamo dei libri aperti, dei disegni colorati a pastello. Caro sindaco, il cognome che indossa le da lustro, infatti è riuscito a parcheggiarlo su poltrona prestigiosa e , senza patir troppo la competizione, le è bastato presentare il bis per aver in mano lo scettro. Pescara è una città tra le tante della costa Adriatica, un posto incantevole per chi riesce a fare ancora affari, disdicevole per chiunque nutra un po’ di rispetto per l’umana specie, inquinata per chi ama la verità. Già, la verità, pensi un po’, tempo fa, quando ero ancora un ragazzino, scrissi "la verità è un concetto troppo rivoluzionario per l’uomo", lei non ci crederà, ma a me sembrava d’aver lambito il suono di Ungaretti, in seguito capii di aver scritto una frase ovvia, banale. Sicuramente, Politica non fa rima con onestà, non credo possano esserci dubbi, trovo, comunque fantastiche le sue uscite, Oscar Wilde l’avrebbe dipinta come l’eroe della negazione, infatti perché dovrebbe trattarsi di razzismo, quando lei esegue un’ordinanza di sgombero? Infatti, non vedo logica razzista in ciò, a parte che con quel mercato tiravano a campare decine di famiglie senegalesi, ma la legge è legge e va rispettata. Che dire? Mi emoziona questa inflessibilità, forse fomentata da chi crede sia indecente un mercatino di neri nei pressi della stazione, forse da affarist fuori porta, forse da qualche negoziante di marca o altri mercanti convinti che la causa della crisia sia proprio "l’invasione" degli immigrati o forse no, magari lei crede sia doveroso eseguire un’ordinanza. Ultimamente regna un po’ confusione in città; allora, ricapitoliamo: lei esegue un’ordinanza di sgombero immediato del mercatino dei senegalesi, ma il divieto di balneazione rimane in un cassetto. Non si tratta di razzismo, lei ha ragione; stranamente, però, gli albergatori, i negozianti e i simpatizzanti che avrebbero avuto perdite con il divieto di balneazione sono bianchi, come le notti bianche che ama così tanto; mentre nell’ordinanza di sgombero del mercatino ci perdono i senegalesi. Il degrado è altro, caro signor sindaco, è nella pineta di Pescara, è in periferia dove la puzza delle fogne a cielo aperto entra nelle case ed esce dalle finestre, il degrado è nelle istituzioni, nei consigli d’ammiistrazione e nell’acqua potabile. Lei ha ragione, caro sindaco, non è una questione di razzismo, si tratta d’esser forte con i deboli ballando con i ricchi. Sarebbe facile metterle davanti le parole del papa, ma un ateo non trova sollievo nelle parole di una tunica, sarà che son pieno di pregiudizi. Signor sindaco spero dia una svolta al suo mandato, che provi a ulalare quando la borghesia bela, ci provi almeno una volta nella vita, attaccare la miseria significa belare.
Buona giornata sindaco Alessandrini

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