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Palazzi di sabbia costruiti sull’acqua

par Antonio Recanatini

Publie le martedì 8 novembre 2016 par Antonio Recanatini - Open-Publishing

Scuole inagibili, ventimila studenti senza aula, paesi rasi al suolo, edifici antisismici crollati, sventrati, sembrano palazzi di sabbia costruiti sull’acqua; stanziamenti per consolidare strutture provviste di ali: volatili. Ora cinque procure indagano, si cerca almeno un colpevole, si cerca l’assassino, per cui la discussione prenderà la piega dovuta, la piega italiana, il giallo e la domestica portoricana.
In qualche modo ci siamo sempre distinti, infatti credo abbiano ragione quando parlano di noi come mostri da collezione. Un paese di sanguisughe legate al potere, spesso figli del potere stesso. Non val la pena disperarsi in un editoriale, perché alla fin fine, sono solo parole, parole inghiottite dal legame con l’illegalità evidente e percepita.
Per qualche euro in più, per qualche puttana in più, per qualche serata in più, vissuta da cafone, per qualche privilegio in più, diventa legittimo mettere a rischio la vita di altri uomini, di famiglie, di bambini, a noi tanto cari. "Lasciate che i pargoli vengano a me".
La ricerca del colpevole persuade l’uomo a tempo, colui che si accontenta, colui che prega e parteggia per il paradiso.
Parlano di eventi naturali, di catastrofi naturali prevedibili, perché forse l’unico a essere imprevedibile è proprio l’italiano, con il suo squallore e la sua sciarpa da tifoso al collo.
Noi, noi di questa parte di mondo, noi che subiamo da sempre, noi essenzialmente predestinati a riempire cimiteri, a piangere case, arte e storia. Noi derubati di ogni valore, finanziamo giocatori professionisti della politica losca, noi, puntualmente, sacrificati in nome del popolo servo.
Ripartire sembrerebbe un verbo valido, da dove è il vero quesito.

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