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L’ESERCITO DI RISERVA NELLE MANI DEL CAPITALISMO NELLA LOTTA DI CLASSE

par PCL Pavia

Publie le sabato 6 maggio 2017 par PCL Pavia - Open-Publishing

L’immigrazione di massa a cui stiamo assistendo in questa fase storica dipende, essenzialmente, da tre cose.
In primo luogo giova al potere, ai signori della mondializzazione capitalistica, perché garantisce un abbassamento dei costi della manodopera. Se l’immigrato lavora per 5 euro all’ora è evidente che costringi anche l’italiano a fare a 5 ciò che prima faceva 10.
Marx direbbe “l’esercito di riserva nelle mani del capitalismo nella lotta di classe”.
In secondo luogo l’immigrazione serve a fare in modo che il conflitto resti proiettato nell’orizzontalità del conflitto stesso, fra servi, tra disoccupati italiani e disoccupati migranti, serve a non farlo mai salire verso l’alto, cioè verso i signori stessi del mondialismo e della finanza.
In terzo luogo l’immigrazione, come deportazione di massa oggi in atto, serve esattamente imporre un nuovo profilo antropologico, quello dell’ “homo migrans”, del disoccupato. I migranti, proprio come i nostri giovani, sono precari, non occupano un posto fisso, sono costretti a essere delocalizzati, spostati secondo i flussi del capitale dei suoi movimenti sradicanti.
Il nemico, quindi, non è il migrante, anzi è un nostro amico con cui dobbiamo cercare di stringere rapporti di solidarietà conflittuali contro il potere. Il nemico non è chi fugge, ma ti costringe a fuggire, il nemico non è chi è disperato ma chi getta nella disperazione la gente.
Uniti contro chi costringe a migrare seguendo le logiche del capitalismo mondiale.