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Stupro di Rimini :"applicare l.internazionale, crimine contro umanità"

par pugliantagonista

Publie le giovedì 31 agosto 2017 par pugliantagonista - Open-Publishing

Il duplice stupro di Rimini e i paradossi del politicamente corretto a tutti i costi

"applicare la legge internazionale: è delitto contro l’umanità"

ovvero, la Nazione Italiana è fondata sullo stupro etnico, subìto o compiuto.
(Parte prima)

L’opinione non politicamente corretta di Antonio Camuso

http://www.pugliantagonista.it/osservbalcanibr/stupro_rimini.html

A distanza di poco più di 24 ore dalla bestiale aggressione a Rimini, di cui sono state vittime una coppia di cittadini polacchi ed un trans peruviano da parte da 4 giovani di origine nord-africana,( come testimoniato dalle vittime), l’opinione pubblica italiana appare coinvolta in una vera e propria guerra civile “culturale” che ha raggiunto livelli parossistici con l’augurio di un leghista (subito dopo espulso dal suo gruppo) per un prossimo stupro a danno della Boldrini e delle donne del PD.

Che quel duplice stupro abbia comunque segnato un punto a favore di chi fomenta il vento subdolo della xenofobia che spira ormai impetuoso su tutta Europa, lo si è visto dalla reazione plebiscitaria indignata sui socialmedia con parole pesanti nei confronti di quella parte , se pur minoritaria di “stranieri” ed in particolare di origine nord/centro-africana che specialmente nelle grandi città del Centro-Nord hanno il monopolio su reati quali il controllo dello spaccio di sostanze stupefacenti, sulla tratta delle donne africane da avviare alla prostituzione, ed il racket sui migranti “illegali”.

Che nella legislazione italiana odierna, i reati commessi da questi soggetti vengano considerati "reati di natura minore" è risaputo da tutti , e sulla vastità del fenomeno, la cui punta dell’iceberg è la percentuale di “stranieri” ospitati nelle patrie galere e la loro suddivisione per nazionalità e gruppi etnici, rinvierei il lettore a consultare i relativi studi di settore sia delle associazioni di volontariato che operano nelle carceri , o delle stesse organizzazioni sindacali della polizia penitenziaria.

La creazione di vere e proprie zone franche in determinati quartieri di Torino o di Genova dove si commettono questi reati impunemente è gettata in pasto agli occhi dell’opinione pubblica da programmi televisivi , in particolare sulle reti Mediaset, vere e proprie arene di incitamento all’odio razziale e prove generali di psico-guerra e ai quali il ministro della propaganda nazista la “buonanima” di Goebbels farebbe tanto di cappello.

Propaganda che sempre più ha visto scemare la platea degli oppositori, specialmente dopo la giravolta estiva del duo Gentiloni Menniti sulla questione Migranti-sbarchi- ONG- Libia. Una schiera di oppositori che purtroppo , ad opporre a quelle argomentazioni che fanno torcere le budella e il cervello agli italiani benpensanti atterriti dall’invasione dei “mori, non fa altro che aggrapparsi alla ricerca parossistica del "politicamente corretto a tutti i costi" mettendo in campo argomentazioni che lascerebbero di stucco qualunque studioso della psiche umana e che comunque danno il segno di come l’avvelenamento delle coscienze e la cancellazione della memoria sia totale.

Abbiamo visto così persone che si dichiarano di sinistra, antirazzisti, pro-accoglienza ecc, per cercare di spegnere l’indignazione contro “gli stupratori africani”, mettersi a ricercare morbosamente sul web , episodi in cui a stuprare in maniera particolarmente violenta fossero stati italiani purosangue, mettendo in secondo piano il valore dell’efferatezza di questo crimine , e non comprendendo quanto l’argomento stupro ed in particolare quello contro le donne su base etnica abbia un significato “particolare” su quella complessa stratificazione culturale che determinata la nostra identità nazionale. Mi riservo di approfondire argomento , nella seconda parte di questo articolo, che pubblicherò quanto prima con il titolo:

“L’identità nazionale Italiana è fondata sullo stupro etnico , subìto o compiuto”.

Colpisce il fatto comunque che ancora adesso nessuna organizzazione femminista abbia indetto una mobilitazione sul luogo dove è stato perpetrato questo grave crimine ed addolora che siano proprio i fogliacci di destra a mettere in risalto questa mancanza.

Ben diverso avviene in nazioni in cui l’emancipazione femminile ha una lunga tradizione , come la Germania. dove per esempio, dopo che durante i festeggiamenti di fine anno vi era stata un’aggressione sessuale di massa da parte di migranti a maggioranza di religione islamica, la risposta delle donne era stata immediata con mobilitazioni di piazza lanciando un chiaro segnale alla classe politica e chiedendo che oltre ai programmi di inserimento sociale e lavorativo per i migranti accolti in quel paese, vi fossero adeguati corsi, per gli stessi, sulle abitudini e consuetudini delle donne tedesche, onde evitare di incorrere in gravi conseguenze.

Quanto queste prime misure”educative” possano essere efficaci lo dirà il tempo, visto che un Paese come la Francia che ha una lunga tradizione di immigrazione africana con milioni di donne e uomini di religione islamica, oggi vede moltiplicarsi gli episodi di aggressioni verbali e fisiche nei confronti delle donne indifferentemente autoctone o “straniere”, il cui abbiglianmento o atteggiamento in pubblico siano in contrasto con i principi più ortodossi dell’Islam.

A denunciare il fatto che ormai in Francia vi siano strade o quartieri, di città piccole e grandi , dove una minigonna o un pantalone succinto diano spunto a pesanti apprezzamenti o scherno, non sono gli inviati Mediaset o di Libero, ma esponenti qualificate di organizzazioni femminili francesi e ciò attizza quel clima pesante di stato di guerra permanente a cui non solo le istituzioni , ma l’intera stessa società civile francese corrono il rischio di pesanti ricadute sulla democrazia , se pur formale, nell’intera Europa.

Ritornando al luogo della duplice aggressione sessuale, mentre stanno emergendo particolari inquietanti, in queste ore i media ci regalano una informazione dagli aspetti psicotici con volteggi da saltimbanco tra la ricerca affannosa del politicamnte corretto e un viscerale “dagli allo stupratore magrebino”, lasciando a tutti noi molto da pensare e costringendoci a porre alcune domande:

1) Il politicamente corretto fa calare il sipario sull’informazione , oscurando cervello e coscienze, così come la propaganda xenofoba e razzista?.

2) I casi di aggressione precedenti allo stupro e l’ipotesi di un branco seriale che aumenta il suo potenziale di violenza man mano che ha coscienza dell’impunità: un segnale preso sottogamba dagli organi di polizia?

3) Rimini come Scampia? Negozianti e testimoni intimiditi che chiedono di spegnere le telecamere, Rimini la città amata di giorno per il suo mare, ma dove un pugno di spacciatori e delinquenti abituali si impone di notte?

Mentre la Boldrini tirata miserabilmente in ballo era costretta a ricordare il suo continuo impegno contro la violenza di genere, e non, il duplice stupro diventava un giallo internazionale, visti i soggetti coinvolti: nordafricani( presunti) gli aggressori, polacchi la coppia e peruviana/o iltrans gli aggrediti , il luogo del crimine Italia facente parte dell’Unione Europea.

In questo contesto la notizia dell’arrivo di poliziotti da quella Polonia che cappeggia il fronte del NO al ricollocamento di profughi/migranti nel suo paese, non è un segnale che aiuta il nostro Paese nell’ammorbidire quelle posizioni e se l’inchiesta non darà risultati soddisfacenti, questo crimine efferato sarà l’ìennesimo cavallo di Troia a favore di chi vuole lasciare solo il nostro Paese a gestire la cosiddetta emergenza migranti.

Che le forze di polizia a Rimini possano aver sottovalutato quanto stava accadendo per le strade notturne della cittadina balneare , è confermato dell’arrivo in città degli specialisti per i crimini particolarmente violenti onde coadiuvarli nell’indagine e cercare di non fare una grama figura nei confonti dei colleghi polacchi.

Le notizie che nelle ultime ore sono filtrate e confermate dai reportage della stessa RAI con interviste ad abitanti e negozianti dei luoghi dove sono avvenuti i crimini fanno pensare all’esistenza di un gruppo ben conosciuto che si muove indisturbato nelle ore notturne in quella città turistica. Le richieste pressanti non solo di prostitute ma anche di più di un negoziante, di non farsi riprendere pena pesanti ritorsioni, fanno pensare che quelle scene siano state girate non nella Rimini di Fellini ma bensì nelle vele di Scampia del Gomorra di Saviano.

Possibile che se questo è il clima, le autorità di polizia locali e di Stato siano state sino ad ora inerti, visto che come ci si è lasciato trapelare nelle ultime ore vi erano già stati casi di aggressioni in precedenza compiuti presumibilmente dallo stesso branco?

Ancora più sconcertante è poi il fatto che in un’intervista agli inquirenti si lasci trapelare che i sospetti stanno ricadendo su una schiera di una trentina di soggetti (spacciatori,rapinatori, papponi, ecc “presumibilmente” di origine nord-africana) già conosciuti dalle forze dell’ordine , ma che fanno parte di quella coreagrafia di un litorale dove mare, spaccio, prostitute e trans sono parte dello stesso pacchetto turistico.

Intanto, onde svelenire gli animi dell’opinione pubblica il sipario del politicamente corretto calava sull’informazione e nel giro di poche ore l’origine etnica degli stupratori veniva messa a tacere e gli stessi diventavano solo un branco di giovani scellerati, in preda a droga ad alcool e la cui origine , richiesta insistentemente dai reporter TV agli inquirenti del luogo, diveniva “ presumibilmente straniera a detta delle vittime”, riportando lo stesso crimine ad un livello più basso e di fatto in sede di giudizio penale un’attenuante per i colpevoli se portati in giudizio.

Sappiamo che questa è un affermazione piuttosto pesante però l’iter processuale di tanti processi di stupro in Italia ha visto sentenze dal sapore diametralmente opposte ed in cui il peso dell’opinione pubblica quando si è fatto sentire ha inciso notevolmente su di esse e in certi casi hanno rappresentato dei punti di svolta per il cammino dell’emancipazione femminile in Italia .

Ci stupisce quindi il silenzio o meglio l’inerzia delle organizzazioni femnministe su questo caso, e ci auguriamo che presto si facciano sentire con forza.
Troppi sono i casi di crimini violenti che stanno coinvolgendo l’ambiente squallido della prostituzione che è un tutt’uno con quello del traffico degli stupefacenti, e dell’immigrazione "!illegale".

Troppe le”malefemmine” italiane e di origine straniera , che vengono ritrovate mutilate, sgozzate sotto i cavalcavia e nei fossi ,vittime di clienti violenti e di spacciatori e papponi senza scrupoli e che maturano crimine dopo crimine la certezza dell’impunità. Un ‘impunità che nasce e cresce grazie anche al silenzio di tante vittime di stupro, siano esse prostitute o semplici donne aggredite ritornando a casa dal lavoro o da una festa, mentre l’origine dell’aggressore fa maturare nell’opinione pubblica la quasi certezza, che quel crimine sia stato commesso non solo per motivi sessuali, ovvero da un violento e incontrollato impulso sessuale ma bensì come forma di affermazione di superiorità non solo di genere ma anche razziale, religiosa, etnica, insomma fondamentalmente razzista.

C’è stupro e stupro

A sottolineare questa contraddizione e per far riflettere il lettore di quest’articolo, segnalo come la stessa legislazione internazionale fa dei distinguo tra stupro e stupro: quello "interno" dove è lasciato alla coscienza dei governanti e dei capi religiosi di ogni Stato, il sanzionare lo stupro individuale o di gruppo tra connazionali ed in particolare quello perpetrato contro le donne ,( permettendo che tra le mura domestiche il conflitto di genere veda le donne a soccombere), mentre se compiuto in nome della discriminazione razziale , religiosa, come forma di incitamento alla pulizia etnica, al terrorismo di guerra, alla guerra convenzionale o asimmetrica esso possa imputarsi e qualificarsi come crimine contro l’Umanità.

Ebbene ci domandiamo quanto avvenuto a Rimini, se sarà ritenuto uno stupro di serie B e vedrà al massimo il comune di Rimini ritenersi parte civile offesa per “ immagine turistica danneggiata” o vi sarà il coinvolgimento delle associazioni femministe nel processo per chiedere in faccia agli stupratori il motivo e le ragioni di questo crimine?

In altri tempi come in quello del Circeo , in cui solo per caso una delle due donne stuprate riuscì a sopravvivere, l’origine pariolina, fascista, e profondamente razzista nei confronti di donne sottoproletarie, degli stupratori, fu messa in luce proprio da un’accusa sollecitata dalle femministe, e determinante ai fini della condanna .

Quel processo segnò un salto di qualità della coscienza non solo femminile ma anche maschile sulla violenza di genere. Oggi, nei confronti di un’altra stratificazione di soggetti di provenienza e religione molteplice, ma accomunati da un disprezzo assoluto nei confronti delle donne, non merita altrettanto impegno? Il silenzio complice in nome del politicamente corretto e il tentare di giustificare che i soggetti che commettono questi reati provengono da luoghi poveri culturalmente non solo non è sufficiente ma addirittura porta l’acqua al mulino dei razzisti nostrani che accomunano tutti i migranti sotto l’epiteto di stupratori, rapinatori, e tutte gli altri veleni della canaglia neonazista e leghista.

Forse è venuto il momento che ci si prenda coscienza che contro la violenza di genere occorra costruire una grande battaglia culturale alla quale devono prender parte tutti cittadini e cittadine con passaporto italiano e non, affinchè si costruisca una prima base fondamentale sulla quale si possa costruire un futuro multietnico e multiculturale in cui uomini e donne abbiano pari diritti e doveri.

Se questa battaglia non sarà vinta la nostra società alla lunga metterà in mostra tutto il marciume ipocrita e correrà il rischio, anzi la certezza, di implodere su se stessa.

La proposta

Vista la mia cultura "tecnica" e la mia insofferenza ai "parolai di mestiere o apprendisti tali" che sputano sentenze ma mai proposte , voglio contribuire con una proposta che forse per qualcuno sarà "politicamente scorretta" :

Se è vero che moltissime donne migranti che vediamo costrette a prostituirsi sulle strade d’Italia, in gran parte sono richiedenti asilo provenienti da zone di guerra dove lo stupro secondo le convenzioni internazionali è considerato Crimine contro l’umanità e i responsabili di esso dovrebbero essere portati dinanzi a tribunali internazionali (ritenendo che essi non possano godere dei diritti di cittadinanza dello stato che ha dato i loro natali) , perchè le organizzazioni femministe, le ONG che si fanno in 4 a recuperare in mare quelle donne, le associazioni che tanto fanno per accogliere e sorreggere le donne vittime di stupro, le femministe,

non chiedono che tale crimine se continuato in Italia, debba essere perseguito come tale?

O comunque ritenere che sfruttatori, magnaccia induttori forzatamente fisicamente o psicologicamente alla prostituzione di queste donne non possono essere considerati e ritenuti esseri umani con gli stessi diritti degli altri e quindi prevedere quanto meno l’immediata loro espulsione a prescindere dal colore della pelle dal paese di provenienza e le motivazioni iniziali del loro arrivo in Italia e con le quali hanno chiesto di viverci. In alternativa proporre all’intera Europa un sistema giudiziario , detentivo e rieducativo contro questi criminali, vista la piaga comune...

In quanto alle prostitute stesse penso che meglio di me le proposte le possano fare altri soggetti laici e religiosi che operano sul campo.

Fine prima parte

A seguire

(seconda parte) la Nazione Italiana è fondata sullo stupro etnico, subìto o compiuto.

Antonio Camuso
Osservatorio sui Balcani di Brindisi