Home > Primo maggio 1925, la Napoli proletaria non si piega ai fascisti.

Primo maggio 1925, la Napoli proletaria non si piega ai fascisti.

par Antonio Camuso

Publie le mercoledì 2 maggio 2018 par Antonio Camuso - Open-Publishing

Primo maggio 1925,la Napoli proletaria non si piega al manganello fascista.

A tre anni dalla marcia su Roma e a pochi mesi dal discorso di Mussolini in cui si accollava la responsabilità politica delle violenze fasciste e dello stesso delitto Matteotti, il primo maggio del 1925 nelle cronache dei giornali controllati dal regime è definito “Calmo” minimizzando gli scioperi e le manifestazioni di protesta per l’abolizione forzata della festa dei lavoratori.

Eppure nonostante arresti, violenze e intimidazioni rileggendo quelle pagine ingiallite scopriamo che nonostante tutto la voglia di non piegare la testa era diffusa indistintamentetra i lavoratori dal nord al sud del nostro paese,

Un esempio di ciò,lo si può leggere sul Mattino di Napoli, apparso il 2 maggio del 1925 ,dove, mentre in prima pagina viene definito un" primo maggio calmo", salvo poi elencare una lunga serie di città con in testa Trieste, con il 95 per cento dei lavoratori metallurgici in sciopero, nelle pagine interne dedicate alla cronaca locale scopriamo come Napoli si distingua nella “creatività” con cui i lavoratori sfidano i divieti del Regime Fascista, nonostante gli interventi dei Carabinieri Reali e della Milizia Fascista.

La cronaca

“Il Primo Maggio è trascorso tranquillissimo sia in città che in provincia. Grande spiegamento di forza pubblica, enormi misure precauzionali, « fermi » di circa duecento sovversivi: queste soltanto le note caratteristiche del maggio 1925.
La milizia nazionale mobilitata perl’occasione, è rimasta consegnata aCastelnuovo e solo poche pattuglie hanno perlustrata la città in unione dei carabinieri.

Si è lavorato indistintamente in tutti gli stabilimenti. Solo da Stanzieri 60 operai ivi impiegati si sono astenuti dal lavoro.

Una cinquantina di comunisti hanno tentato tra comizio al cimitero della città, presso la fossa dei morti per febbre spagnuola il pronto accorrere di due camion di carabinieri, agli ordini del commissario Manzi, disturbavano però la riunione e laforza pubblica operava quarantacinque « fermi ».

In via Arenaccia alcuni ignoti avevano steso sui cavi elettrici delle bandierine rosse, che i carabinieri facevano non presto a sparire.
Nessun Incidente notevole, oltre un po’ di parapiglia in piazza delleMura Greche, per dei fischi all’indi-rizzo di due militi.

Anche per questo incidente si sono avuti due fermati » : i muratori Luigi e Vincenzo Scuotto, da Caivano.

(I particolari dell’arresto)

Due muratori arrestatiper oltraggio a militi fascisti

Ieri, verso le 11 un milite fascista della 10. Legione ferroviaria Carlo Cinque, nei pressi del «Trianon»è stato fatto segno a qualche fischio da una ventina di operai muratori.

Il milite allora coadiuvato dall’altro milite Vincenzo Perola hà proceduto all’arresto di due muratori che
sono stati identificati da! Commissariato Pendino pei fratelli Luigi Scuotto di anni 22 e Vincenzo di anni 28,da Caivano.

Cronaca tratta dal Mattino di Napoli del 2 maggio 1925, custodita presso il fondo Archivistico Irpinia dell’Archivio Storico Benedetto Petrone

http://www.pugliantagonista.it/archivio/primo%20_maggio_1925.html

Antonio Camuso
ARCHIVIO STORICO BENEDETTO PETRONE