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Amarezze

Publie le lunedì 24 maggio 2004 par Open-Publishing

Movimenti Guerre-Conflitti Viviana Vivarelli

Di Viviana Vivarelli

Considerazioni.

Io non capisco.

Ho sempre votato a sinistra. Cosi’ era di sinistra
mio padre e mio nonno.
Non ho mai preteso da nessuno che fosse un eroe.
So che di grandi uomini ce ne sono pochi, e che in
politica ce ne sono anche meno.
Sono realista e le utopie le lascio ai sognatori.
Ma certe cose mi parevano necessarie.
La pace innanzitutto.
Senza la pace non vi e’ nemmeno la vita.
La guerra si porta via anche il rispetto per noi stessi e
distrugge quello per gli altri.
Hanno difeso la guerra come un valore cristiano, come
una necessita’ economica, come un bene democratico,
come una missione umanitaria, come l’aiuto a un popolo
bisognoso, come un dovere di alleanza politica.
Non sapevano piu’ cosa inventarsi per bestemmiare la pace.
Hanno ucciso la pace torturandola in ogni modo con le loro
parole.

L’hanno messa in agonia come nemmeno l’inquisizione
spagnola con gli eretici. La pace e’ il prigioniero di Abu Ghaib
col cappuccio in testa e i fili elettrici sopra un bidone rovesciato.
La pace e’ la loro morte.
Me lo aspettavo dai fascisti, anche da quelli travestiti da
cristiani o da liberali o da uomini.
Non me lo aspettavo dalla sinistra.
E mi ha schifato.
Un anno ci hanno messo i Ds a decidere che le nostre
truppe in Irak non ci dovevano stare, ma non sembrano
ancora convinti, come per quelle cose che si fanno
contronatura. E si vede.
50 anni ci ha messo certa sinistra a capire che forse
la guerra e’ un male, ma ancora non e’ molto chiaro
se si pensa che si possa sfilare accanto a Bush e si
ha piu’ odio verso i pacifisti che verso i fascisti e i
massoni.

La pace e’ il primo valore.
Ma qualcuno continua a pensare che il petrolio e’ meglio.
Ed e’ una risorsa che sta per finire. Che appartiene ormai
al passato. Morta. Agonizzante. Feccia. Raschio del barile.
Sputo della terra. Scoria.
Ma per difendere quella e il business che sta dietro si
e’ disposti a tutto fuorche’ a cambiare testa.
Considerare il petrolio meglio di una qualsiasi vita mi
sembra mostruoso. Come se mettessi nel radiatore
pezzi di bambino. Quel petrolio e’ sangue e carne, e’
dolore. Ci ha corrotto l’anima. Quei rimasugli di
petrolio stanno facendo sanguinare il mondo, andiamo
in giro spargendo sangue come degli appestati.
E la chiamiamo civilta’ superiore. La ammantiamo di parole
insensate. Ogni singolo litro di carburante ormai urla
la vendetta dell’umanita’. E noi diamo medaglie.
Persino ai mercenari. Perche’ hanno gridato un sfogo
d’ira nel momento della morte.

Mentre l’unico grido
eroico ormai e’ solo: Basta petrolio! Basta guerre!
Ma siamo circondati da vigliacchi. Perfino incapaci di
immaginare. E quando l’uomo smette di immaginare
un futuro migliore, l’uomo e’ morto. Annegato nella
propria morte.
Io non riesco nemmeno a capire.
Hanno fatto vedere che in fondo quel che conta sono
le alleanze, prima con Berlusconi, oggi con Bush, persino,
nelle candidature elettorali, con i mafiosi di Sicilia,
gli ex leghisti di Milano, i ladri di tangentopoli,
i truffatori dell’Irpinia, ogni sorta di delinquente pubblico
e privato... Come se il popolo non contasse.
E non vedesse. E non si schifasse.
Hanno tenuto con cura lontani dai posti in alto e
dalle candidature i migliori, i piu’ intelligenti, per favorire
piccoli intrallazzi meschini con gente che preferivamo non
rivedere, piccola gente meschina e arrivista che ora ci riprova
senza vergogna, grazie al loro aiuto.

E mentre facevano queste meschinerie si sono dimenticati
di un programma, si sono dimenticati dei valori umani,
si sono dimenticati della gente.
Ho dovuto sentire un segretario di sinistra che diceva
che con la globalizzazione non si puo’ far niente. E’ stata una
pugnalata come sentire che con la mafia bisogna convivere.
Hanno sostituito l’inciucio alla lotta sociale. Non c’e’ stata
forma di connivenza che abbia fatto loro schifo.
Ora di nuovo certi candidati indegni vengono presentati
impunemente come se fossero tollerabili, nei comuni, in Europa...
Poi si lamenteranno se non li avranno votati.
Come se l’elettore non avesse memoria, o coscienza.
Non sanno quello che fanno. Il sangue di sinistra si e’ annacquato.

Hanno disprezzato anche il proprio nome per chiamarsi ’riformisti’.
Hanno tirato fuori la realpolitik, altro nome per la miseria umana.
Gli ideali si sono sfilacciati a poco a poco, se mai
c’erano stati.
In fondo la maggioranza degli italiani chiedeva
cose semplici: vivere in pace, l’osservanza della legge,
la costituzione rispettata, l’equilibrio dei poteri,
tutti i cittadini uguali, i forti aiutino i deboli,
nessun privilegio ai potenti ma uguaglianza di tutti,
informazione e diffusione di valori umani e civili
in modo diretto e indiretto, degli esempi specchiati, meno ladri,
uno stato sociale, un lavoro che garantisse una vita normale,
difesa della maternita’ e del bambino,
essere curato civilmente quando sei malato,
una speranza per i figli, aria respirabile e acqua bevibile,
scuole pubbliche funzionanti, mezzi pubblici,
non essere sfruttati ne’ vivere nell’incertezza,
vedere i colpevoli in carcere e non in politica,
una economia che non fosse schiavitu’ globalizzata,
un lavoratore rispettato anche in una azienda con un
dipendente solo che pure quello e’ un uomo,
l’amore per l’ambiente in cui viviamo, per la bellezza
che non si vende o si appesta ma si tutela,
una vecchiaia serena, valori umani diffusi, dignita’...
Abbiamo visto sparire ogni certezza: con la
bicamerale, coi patti squallidi con Berlusconi, le
dichiarazioni contro i referendum, le alleanze politiche,
i riciclati di ogni sorta, ma soprattutto le incertezze,
i litigi, le confusioni, le oscillazioni, le parole oblique,
le supponenze, gli scarti dalla gente, le
presunzioni, la profonda ignoranza...

come se il potere
da solo fosse sapienza e desse il diritto di prevaricare
sulle richieste popolari, sul progresso etico del mondo,
e l’arroganza di considerare il popolo sempre come un
povero scemo di mente, e gli innovatori come dei nemici
di classe e i pacifisti come dei fuori di testa...
mentre il popolo cresceva e pensava e agiva,
sempre piu’ lontano da una classe politica stronfia e
vacua e insopportabile e incapace ormai di rapportarsi a
qualsiasi valore di sinistra. La sinistra che ha come unico
scopo quello di parlare nel salotto di Bruno Vespa o davanti
a Ferrara....
Io non capisco.
Mio nonno e’ andato a fare il carbone in Corsica e mangiava solo
pane, aveva dieci figli e un giorno per la disperazione e la miseria
si e’ ammazzato lasciando una vedova e dieci orfani.
Mio padre e’ andato all’estero che aveva otto anni, e per comprare
quel pane si faceva 15 km nei boschi.

Adulto si e’ fatto
sei anni di guerra ed e’ tornato senza un occhio, con l’ulcera
e il carattere spezzato.
Hanno fatto tutti e due la guerra e la fame. Avevano in casa una bandiera
rossa alta due metri. Sognavano un mondo migliore di pace e sicurezza.
Io non capisco.
Ma nemmeno loro capirebbero.