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Berlusconi SMS : non c’e’ niente da minimizzare

Publie le sabato 12 giugno 2004 par Open-Publishing
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Giustizia Elezioni-Eletti Governi Viviana Vivarelli

Di Viviana Vivarelli

Se qualche lettore minimizza le proteste che sono scattate per l’uso
improprio degli sms, ricordo che c’e’ una precisa LEGGE, la 31-12-96, che
vieta tassativamente, senza il consenso del proprietario del cellulare,
l’uso dei suoi dati per terzi, compresa la divulgazione del numero del
cellulare stesso. Questa disposizione e’ un’applicazione di una LEGGE
COSTITUZIONALE, posta addirittura tra i principi fondamentali della
Costituzione della Repubblica, tra i diritti inalienabili dei cittadini,
l’articolo 15, che recita: "La liberta’ e la segretezza della corrispondenza
e di ogni altra forma di comunicazione sono inviolabili."

Dunque non di cosa di poco conto si tratta ne’ di manovra bieca
dell’opposizione ma di una violazione dei principi fondamentali del
cittadino. Di questo si sono resi colpevoli sia i gestori che il governo.
La gravita’ della violazione e’ aumentata dal fatto che un ministro della
repubblica, Pisanu, su semplice richiesta del vicepresidente Fini, ha
ritenuto utile oltrepassare con leggerezza un articolo costituzionale,
facendo un decreto ad hoc. Non so se ci si rende conto: e’ stato fatto un
decreto per mandare un sms!!

Un decreto e’ un atto grave e serio che un governo dovrebbe prendere
eccezionalmente in occasioni di particolare necessita’ e urgenza, come un
cataclisma o una calamita’ nazionale, proprio in quanto fare le leggi non e’
compito di un ministro ma del parlamento, ma evidentemente le conoscenze di
questo governo sui limiti democratici del suo potere sono molto
superficiali. L’atto configurerebbe una nuova fattispecie che e’ questa:
"quando questo governo lo ritenga utile e vantaggioso, qualunque legge di
tutela del cittadino puo’ facilmente essere superata con un decreto,
scavalcando pertanto anche il parlamento e l’iter lungo che la costituzione
prevede per nuove leggi."

Oltre a non esserci in questo caso nessuna necessita’ e urgenza, e’ proprio
l’aribitrarieta’ del provvedimento, e non il suo contenuto, che ci lascia
esterefatti. Non solo si viola una legge costituzionale ma lo si fa per
decreto. Come a dire che per decreto, in futuro, qualunque legge
costituzionale puo’ essere scavalcata. Non vedere la gravita’ di questo
significa non comprendere nemmeno su quali principi si basa una repubblica
democratica e ritenere che il potere sia libero e assoluto.

Ora noi pensiamo che le leggi e in praticolare la Costituzione siano dei
paletti invalicabili proprio per impedire che chicchesia, e soprattutto chi
esercita il potere in alto, agisca in modo arbitrario contro i diritti
fondamentali del cittadino.

L’sms dunque prefigura un precedente molto inquietante che la dice lunga
sull’intenzione che questi politici hanno nei riguardi la democrazia e la
legalita’ delle norme che dovrebbero tutelarci. Se esse sono considerate non
punti fermi del diritto e della democrazia, a cui essi stessi devono
ubbidire, ma piccoli ostacoli da rimuovere facilmente e con leggerezza,
appena venga loro in mente, cadono i presupposti stessi della democrazia.
In pratica non il contenuto del sms e’ in discussione ma il gravissimo fatto
che, allo stesso modo, qualunque nostro diritto garantito dalla Costituzione
o dalla legge ordinaria, puo’ da oggi essere violato, per decreto, da un
ministro su richiesta del presidente del consiglio o del suo vice o per
desiderio del ministro stesso.

I confini tra democrazia e totalitarismo non sono sottili ed e’ su questi
comportamenti che si misurano.

Se ci aggiungiamo le multe della legge Urbani per scaricamento di file da
internet e la richiesta del deposito del nostro traffico telefonico per 5
anni, vediamo che e’ in corso una manovra di controllo del cittadino che non
e’ affatto democratica, che e’ unica in Europa, e che prefigura una forma di
stato molto diversa da quella che noi tutti vorremmo.

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