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E’ morto Terzani

Publie le giovedì 29 luglio 2004 par Open-Publishing

Libri-Letteratura Storia Viviana Vivarelli

Di Viviana Vivarelli

CARI AMICI, con animo ricolmo di tristezza, vi comunico che pochi minuti fa, ho appreso che Tiziano Terzani e’ morto.

Terzani era un grande scrittore, un grande giornalista, un intellettuale di cui avevamo ancora bisogno.

Da anni faceva il Freelance, perche’, diceva, e’ il solo modo di andare veramente al cuore delle cose. Non era un giornalista da tavolino, uno di quelli che stanno davanti a un terminale e, mettendo insieme quattro dispacci di agenzia ti parlano di un Paese che non conoscono. Terzani conosceva l’Asia perche’ ci viveva daanni.

Non era uno che i reportages li faceva chiuso in una stanza d’albergo, ma viaggiava davvero.

I suoi libri sono particolarmente belli, come "UN INDOVINO MI DISSE" nel quale racconta di un suo viaggio nel Sud Est Asiatico compiuto con tutti i mezzi di trasporto, fuorche’ l’aereo, perche’ un indovino cinese aveva previsto per lui una morte in un incidente di volo. Ne e’ venuto fuori un reportage su quella regione geografica che va oltre le polpettine che si possono leggere sui giornali frettolosi e superficiali.

Mi ricordo ancora le splendide lettere pubblicate nell’autunno 2001 sul Coriere della Sera come risposta alle ripugnanti contumelie contro Arabi e Musulmani proferite da Oriana Fallaci ne’ "la rabbia e l’orgoglio".

Vale la pena rileggerle oggi che Tiziano non c’e’ piu’.

CON DOLORE, CORDIALI SALUTI

PIER LUIGI GIACOMONI

Il comunicato della moglie del giornalista e scrittore
"Come preferiva dire lui, ha lasciato il suo corpo".
Raccontò l’Asia come nessun altro
Nel suo ultimo libro il lungo viaggio contro la malattia
una grande inchiesta dopo gli anni passati in Oriente
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ROMA - E’ morto Tiziano Terzani, giornalista e scrittore. Aveva 65 anni. Da tempo era malato di cancro. Sembrava fosse riuscito a farcela. Aveva raccontato la sua battaglia contro il male nel suo ultimo libro Un altro giro di giostra. La storia di un lungo viaggio, il suo, alla ricerca di una cura dalle più avanzate tecniche utilizzate a New York alle terapie dell’estremo Oriente e dell’India eletta da Terzani da anni a sua seconda casa. Sembrava stesse meglio, ma nessuno più di lui sapeva che quello che gli era stato concesso era solo un altro giro nella giostra del mondo.

Nella nota diffusa dalla moglie Angela si riconosce il carattere di Terzani: "Il 28 luglio, nella valle di Orsigna è serenamente scomparso o, come preferiva dire lui, ha lasciato il suo corpo, Tiziano Terzani. La cerimonia di addio si terrà nella Sala d’Armi di Palazzo Vecchio a Firenze, venerdì 30 luglio, alle ore 17,30".

Fiorentino di nascita, viaggiatore e cronista per vocazione, Terzani ha vissuto molte vite. La prima come dipendente di una grande azienda italiana, la seconda come scrittore e corrispondente dall’Asia per il settimanale tedesco Der Spiegel e poi come collaboratore per il Corriere della Sera e per Repubblica. La terza come pacifista impegnato contro le guerre di Bush e per il dialogo con l’Islam.

Memorabile un suo pamphlet di risposta al famoso La rabbia e l’orgoglio della concittadina Oriana Fallaci.

Terzani ha vissuto a Singapore, Hong Kong, Pechino, Tokyo, Bangkok. La sua seconda casa era diventata Nuova Delhi insieme alla moglie a ai due figli. Ha raccontato i cambiamenti dell’Asia e tutti i più importanti eventi di quel continente.

Dalla cronaca e dalle sue esperienze nascevano i suoi libri. Il primo Pelle di Leopardo (1973) dedicato alla guerra in Vietnam. Il secondo quando nel 1975 resta a Saigon e assiste alla presa di potere dei comunisti: Giai Phong! La liberazione di Saigon. All’inizio degli anni Ottanta è a Phnom Penh dopo l’intervento vietnamita in Cambogia. Scriverà Holocaust in Kambodscha. Poco dopo è in Cina dove viene arrestato per "attività controrivoluzionarie" ed espulso. Tutto raccontato in La porta proibita. In Buonanotte, Signor Lenin Terzani racconta il crollo dell’impero sovietico.
Il suo libro più importante, prima dell’ultimo, è Un indovino mi disse: la cronaca di un anno vissuto come corrispondente dall’Asia senza mai prendere aerei dopo l’avvertimento ricevuto da un indovino.

Terzani dell’Asia non conosceva solo la storia e la politica, ma anche la filosofia. Sia nel libro In Asia che in Un altro giro di giostra, emerge la sua figura di studioso di induismo, buddhismo, yoga, misticismo islamico. Un’erudizione dettata dalla curiosità che lo accompagnò per tutta la vita.

Aveva detto, dopo aver terminato Un altro giro di giostra, che non avrebbe mai più scritto, che voleva abbandonare il suo nome, quel nome che tanto aveva girato sulle pagine dei più importanti giornali del mondo. Che voleva continuare la sua ricerca filosofica. Forse Terzani stava semplicemente facendo quello che sapeva fare meglio: portava a termine la sua ultima grande inchiesta. Trovare un senso alla malattia, alla morte, alla sofferenza. E per fare questo ci voleva un grande giornalista. Uno dei più grandi del mondo. (d.o.)

Fonte: Repubblica.it - 29 luglio 2004

Viviana
vivianavivarelli@aliceposta.it