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E’ in gioco la civiltà del Paese"LA Gad con i no global al processo

Publie le giovedì 25 novembre 2004 par Open-Publishing

Partiti

Parte un movimento di solidarietà con Caruso e 12 antagonisti
imputati di reati d’opinione e che saranno giudicati a Cosenza

"E’ in gioco la civiltà del Paese"
La Gad con i no global a processo

Domani corteo nella città calabrese per il diritto al dissenso
Bressa (Dl): "Negare diritti a loro significa negarli a tutti"
di ANDREA DI NICOLA

ROMA - "Si sta prefigurando un reato nuovo, il reato di opposizione e questo riguarda tutti i cittadini italiani". Fausto Bertinotti riassume così, con parole preoccupate, il movimento di solidarietà che parlamentari del centrosinistra, unito dalla Margherita a Rifondazione passando per i Verdi e i Ds, stanno promuovendo ad una settimana dall’inizio del processo di Cosenza contro Francesco Caruso ed altri 12 militanti del movimento no gloabl sui quali pendono accuse (e anni di galera) da brivido.

Reati d’opinione in buona sostanza quelli contestati agli antagonisti e questo, oltre a riunificare antichi "nemici" dei Disobbedienti con uno dei loro leader, ridà fiato alle proposte di legge per abolire quel tipo di reati del codice Rocco che da tempo giacciono in Parlamento. Oggi, per far ripartire la "campagna contro la repressione", si sono trovati alla Camera Giuliano Pisapia, deputato di Rifondazione e avvocato dei no global a Cosenza, Fausto Bertinotti, Gianclaudio Bressa della Margherita, Pietro Folena dei Ds e Paolo Cento dei Verdi. Con loro, oltre allo stesso Caruso, anche il presidente dell’Arci Paolo Beni e il leader della Fiom Gianni Rinaldini. Un fronte composito che per domani alle 15 ha organizzato un corteo nazionale a Cosenza "per il diritto al dissenso".

Reati altisonanti che l’avvocato Pisapia elenca: "Cospirazione politica, pena fra i 5 e i 12 anni; associazione sovversiva 5-12 anni; turbamento organi istituzionali 10-24 anni". "Reati d’opinione - dice Pisapia - per un processo grave e pericoloso se l’impianto accusatorio regge davanti alla corte d’Assise".

E la gravità evocata da Pisapia viene spiegata da Fausto Bertinotti. "Non si tratta di difendere 13 imputati, ma di difendere il diritto di critica e di opposizione. Serve il concorso della società civile per raggiungere l’assoluzione è un compito che dobbiamo assumerci come cittadini democratici visto che riguarda il grado di civiltà del Paese". "Aumenta la repressione, c’è un disegno che va avanti da anni - dice il verde Paolo Cento - un disegno repressivo di cui Pisanu è il mandante e l’ispiratore. E questo processo è uno dei punti nevralgici dell’azione repressiva nel paese".

Meno scontate le parole di Claudio Bressa (Margherita) che premette: "Le mie opinioni politiche non coincidono in nulla con quelle di Caruso ma qui è in gioco il concetto stesso della civiltà della Repubblica. Negare il diritto al dissenso a Caruso significa negarlo a tutti gli italiani. E’ importante che il Parlamento, spesso usato per aiutare gli amici, faccia sentire la sua voce".

Ed anche Pietro Folena parte da antiche ruggini con i Disobbedienti che lo contestarono a Porto Alegre e ad una manifestazione contro la Moratti. "L’attenzione a questo processo è una grande battaglia liberale che dovrebbe interessare quella parte della maggioranza che sbandiera attenzione verso le garanzie, purtroppo solo a senso unico".

(25 novembre 2004

http://www.repubblica.it/2004/k/sezioni/cronaca/procecose/procecose/procecose.html