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Diaz: reticenza degna delle associazioni mafiose

Publie le domenica 28 novembre 2004 par Open-Publishing

Polizia Giustizia G8

lavoro repubblica

IL TREDICI dicembre - non a caso giorno dedicato a Santa Lucia, protettrice
della vista -sarà finalmente possibile aprire gli occhi sulla famigerata
irruzione nella scuola Diaz, chiarendo chi dovrà rispondere di una delle
pagine ltaliana . Per quella data il gup Daniela faraggi deciderà se
accogliere - e in che termini - la richiesta di rinvio a giudizio della
Procura di Genova, che vuole processare 29 tra superpoliziotti, funzionari
ed ispettori protagonisti dello sciagurato blitz durante il G8 del luglio
2001. Ieri l’ultimo atto dell’udienza preliminare prevedeva la possibilità,
per i pm Enrico Zucca e Francesco Cardona Albini, di replicare alle
osservazioni fatte in precedenza dagli avvocati difensori.

Chi’ s’attendeva
un lungo discorso è rimasto invece sorpreso da un intervento secco,
essenziale e proprio per questo tranciante. "Nelle, settimane precedenti i
legali degli accusati non hanno in pratica fornito alcun elemento di
discussione, perche’ non hanno portato alcun elemento per smentire le
accuse", è stato, in sintesi, il concetto espresso dall’accusa. Ribattere
al nulla, a questo punto, sarebbe stato inutile.. "Sarebbe stata una
manifestazione d’orgoglio, una semplice concessione all’ego. Non c’è nessun
motivò per polemizzare. Nonne vale la pena. Perché metterla anche noi sul
piano passionale? Dalla difesa non è giunta materia seria per confutare i
nostri argomenti.

Argomenti che noi crediamo invece sufficienti per
arrivare ad un processo, nel corso del quale si stabilirà se gli imputati
sono innocenti o colpevoli". Un modo elegante per ribadire come i
poliziotti, nel corso di tutte le precedenti udienze, invece di replicare
alle denunce abbiano preferito denunciare i metodi d’indagine. Un modo per
difendersi dal e non nel processo. Non la pensano naturalmente così gli
avvocati. Come Maurízio Mascia, che tutela Spartaco Mortola, ex capo della
Digos genovese e Nando Dominici, che tre anni fa era il dirigente della
.squadra mobile. "A fronte delle tante indicazioni documentali da noi
fornite, ci saremmo aspettati indicazioni piu’ precise ed argomentate da
parte dei pm., Il fatto che non abbiano replicato, vuol dire che non hanno
voluto fornire al giudice ulteriori percezioni della debolezza della loro
impostazione accusatoria".

Mascia ha consegnato una memoria per ricordare
come Dominici in pratica sia rimasto solo una decina di minuti alla
scuoIa Diaz "Non poteva avere il tempo di rendersi conto di quello che
stava accadendo", spiega illegale, chiedendone il proscioglimento. Nel
corso dei prossimo appuntamento di dicembre, il gup risponderà anche a chi
ha nuovamente tirato in ballo la storia delle telefonate intercorse , la
notte del blitz tra Mortola e il pm di turno: un’eccezione difensiva
risollevata nonostante la Cassazione l’abbia già definita una "aleatoria ed
inconferente supposizione" Difendersi dal processo, si diceva. In effetti,
dopo tutte queste udienze preliminari una considerazione oggettiva può
essere fatta: a fronte di reati inconfutabili, dalle violenze ai falsi - la
verità è che 193 noglobal sono stati massacrati ed arrestati ingiustamente,
imbrogliando le carte: come, perché e da chi è ancora tutto da stabilire
nessuno dei poliziotti sotto accusa se l’è sentita di chiarire i fatti.

"Non c’ero", "non ho visto", "non ricordo" questo il ritornello dei nostri
tutori dell’ordine, per non ricordare
altre vergogne (quella firma sui verbali d’arresto che nessuno ha voluto
riconoscere; le decine di partecipanti all’operazioen rimasti senza nome).
"In questo contesto, i pm sono costretti ad arrendersi dal poter
identificare singoli responsabíìi: una reticenza degna delle organizzazioni
mafiose. Tutti gli imputati si trincerano dietro all’essere uomini d’onore,
ma non in `senso shakespeariano". Parole pronunciate in aula da Alessandro
Gamberini, avvocato che assiste alcuni no-global.