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Progettare l’alternativa per continuare il cammino verso la rifondazione.

Publie le sabato 22 gennaio 2005 par Open-Publishing

Partiti Partito della Rifondazione Comunista Parigi

di Giuliano Brandoni Segretario Regionale Marche

Di per sé è una ragione semplice. Posta, infatti, come centrale la critica all’idea che la politica sia confronto militare e che il potere sia un obbiettivo del suo agire diventa necessario la messa in discussione delle esperienze organizzative che hanno caratterizzato la forma partito che fin qui abbiamo conosciuto. Non solo è l’azione politica, la sua stessa fenomenologia, la sua attitudine alla separatezza nei confronti delle dinamiche delle soggettività sociali che va posta a verifica per costruire gli essenziali anticorpi che permettano (ci permettano) di essere e divenire- non c’è contraddizione tra i due verbi- partito socialmente utile.

E’ anche, se non soprattutto la qualità degli obiettivi, l’assunzione di valori di riferimento costruiti con la domanda sociale che possono modellare il nostro partito e indirizzare le forme del nostro fare organizzato.

Insomma, nessuna autoriforma, che abbiamo auspicato nel costruire parti importanti del nostro precedente congresso, è possibile a freddo fuori dell’esperienza concreta, senza la corrente calda di una progettualità sociale che si costruisce nell’essere in sintonia con le insorgenze sociali. Il nostro dibattito congressuale ci parla anche di questo.

I rifugi che partendo dalle difficoltà oggettive del progetto della rifondazione ci trascinano e ci richiamano a modelli e forme organizzative tanto rassicuranti quanto incapaci oggi di rispondere alla domanda di partecipazione politica che invece viene dalle mille e mille domande sociali, non solo non possono convincere ma sarebbero drammaticamente perdenti.

Spostare il baricentro, lo sguardo, il fare verso la società nella definizione, nella pratica degli obbiettivi chiamano alla forte innovazione nel partito a strutturarsi per essere capaci di un’inchiesta permanente a cominciare da noi stessi (un’organizzazione, per esempio, che è stata costretta a proiettare le sue esperienze migliori nell’agire istituzionale) e alla verifica di ciò che l’agire sedimenta e costruisce.

Se il percorso e la progettualità verso l’alternativa di società, che deve essere il nostro orizzonte strategico, passa oggi ed ha come condizione necessaria l’investimento sulla partecipazione e la convinzione che ciò, in combinato disposto con l’oggettività della crisi culturale e civile prima che economica del neoliberismo, può costruire le condizioni per questo passaggio a nord-ovest, l’innovazione è essenziale.

Tuttavia senza la critica al potere, senza la riscoperta della necessità di un fare politica che metta in congruità i mezzi ai fini ogni autoriforma del partito sarebbe impossibile. Essa, infatti, non è e non può essere atto volontaristico, né la riproposizione del partito-fine novecentesco, forma tipica anche delle organizzazioni del movimento operaio fin qui conosciute. Proprio per questo nella riflessione e nella critica al potere va trovato l’asse su cui poggiar i percorsi di innovazione.

Non solo, questo anticorpo che dobbiamo agire innanzitutto nel partito può permetterci la sperimentazione del governo, solo con esso infatti, i ruoli e le funzioni che potremmo o dovremmo assumere vengono desacralizzati e resi strumenti funzionali e quindi da subordinare al primato della domanda sociale. In questo territorio occorre imparare dal fare, e quindi, le esperienze dei bilanci partecipativi, le azioni dei "municipi", le esperienze che oggi ci permettono di avanzare la candidatura del compagno Vendola alla presidenza della Puglia, o quelle che ci hanno consentito il successo nella provincia di Ascoli Piceno non possono essere parentesi ornamentali ma debbono rappresentare paradigma su cui costruire la nostra innovazione.

Lo spessore di questi temi, la loro serietà, l’impegno della ricerca non possono essere "semplificati" con formule rassicuranti, ma come nella mozione "Per un’alternativa di società" affidate ad un progetto di ricerca che si fattualizzi nella sperimentazione.