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Difendere le 35 ore: 35 ore legali, realtà e raggiro

Publie le lunedì 7 febbraio 2005 par Open-Publishing

Dazibao Lavoro - Disoccupazione Sindacati

I militanti del Collettivo Bellaciao alla manifestazione di Parigi in difesa delle 35 ore il 05.02.2005 piu’ di 500.000 di persone hanno partecipato a questa manifestazione indetta dai sindacati

RTT*, CET**, ore straordinarie, durata massima, opt out, direttiva europea che allunga la durata del lavoro

di Gérard Filoche tradotto dal francese da karl&rosa

Mediante decreti e progetti di legge, il governo Raffarin vibra un colpo dietro l’altro alla durata legale del lavoro di 35 ore ed al Codice del lavoro che permette ai lavoratori di far rispettare i loro diritti in proposito:

sganciando i massicci aiuti alle imprese dalla realizzazione della riduzione del tempo di lavoro, il che permette alle imprese di restare a 39 ore o di ritornarvi continuando ad incassare esoneri per 20 miliardi di euro (cioé 6% della massa salariale nazionale, una bazzecola !!).

aumentando il contingente di ore straordinarie a 220 ore (in realtà 227 con la soppressione di un giorno festivo, il che vuol dire far lavorare alcuni 14 mesi in 11, ammettendo che prendano comunque un mese di ferie; il che vuol dire anche diminuire la maggiorazione delle ore straordinarie che era, finora, del 125%, e del 150% aldilà delle 130 ore). (A proposito, sciopero generale pubblico-privato il 19 maggio prossimo?)

diminuendo le maggiorazioni delle ore straordinarie al 10% (nella maggior parte dei casi, dato che si tratta soprattutto del 97% di imprese con meno di 50 dipendenti...)

sopprimendo i riposi compensativi (già superbamente ignorati sui ruoli paga dai datori di lavoro mentre sono dovuti a partire dalla 42. ora) e i giorni detti di "RTT"

permettendo anche il "riscatto" dal conto risparmio-tempo (a tasso orario costante, senza maggiorazione, il che corrisponde a far fare ore straordinarie "gratuite"...)

permettendo, su base "volontaria", di lavorare correntemente fino ai limiti europei (durata massima attualmente limitata a 48 ore settimanali, anche se é anch’essa rimessa in causa dall’estensione del sistema dell’ "opt out" britannico

estendendo il forfait-giorni agli itineranti che non sono quadri (il che rimette in causa la durata massima quotidiana - limitata a dieci ore per ragioni di ordine pubblico sociale, di salute e di occupazione).

deducendo i tempi di trasporto compresi nel lavoro e necessari ad esso dal tempo di lavoro effettivo (il che é odioso per centinaia di migliaia di lavoratori, di tutti i settori, obbligati a spostarsi per ordine del datore di lavoro)

facilitando i licenziamenti e rendendo impossibile il reintegro nel posto di lavoro, anche nel caso in cui sia riconosciuta l’arbitrarietà del licenziamento (già prima i lavoratori vittime di licenziamenti ingiusti non avevano molte probabilità di essere reintegrati, ma non ne avranno più nessuna, neppure a livello di gruppo: lavoratori che hanno paura di essere licenziati non sono in grado di far dedurre e pagare ogni singola ora di lavoro...)

rendendo i controlli più difficili (soppressione dei registri di ispezione del lavoro che facilitavano controlli e diffide da parte degli ispettori, modifica dei ruoli paga resi incomprensibili col pretesto di "semplificarli", termini di prescrizione più brevi per i reati padronali, proposta di legge Vilain che sopprime la prescrizione trentennale - modifica delle regole contabili Ifrs, per isolare, sul piano contabile, gli stabilimenti dello stesso gruppo gli uni dagli altri e giustificare con più facilità la messa in cassa integrazione)

sopprimendo l’obbligo di stabilire un calendario quando vi é annualizzazione della durata del lavoro (il lavoratore é ancora più soggetto agli incerti della produzione).

A poco a poco, il governo fa passare i 64 provvedimenti del rapporto Virville, le 44 esigenze del MEDEF, quelle ultra liberiste dei diversi settori del padronato (Afep, Ethic...). Ha il coraggio di presentare tutto questo come una "liberazione" del lavoro, come un "esercizio della volontà", mentre ogni lavoratore é "subordinato" ed i suoi orari dipendono solo dalla volontà del datore di lavoro.

Già adesso pochi lavoratori hanno una durata reale del lavoro settimanale di 35 ore: la maggioranza lavora piuttosto sulle 40, 45, se non addirittura 50 o 60 ore: 56 ore per 12 settimane in agricoltura, deroghe a 60 ore nell’alta moda, 750 000 lavoratori della ristorazione fanno giornate di 15 ore e settimane di 50 ore... 750 000 autisti fanno anche loro fino a 56 ore, nelle costruzioni 1 100 000 lavoratori fanno 45 - 50 ore etc... Milioni di dipendenti di imprese con meno di 20 dipendenti sono rimasti a 39 ore pagate 39 ore e 24 minuti... Nei fatti, milioni di lavoratori non hanno mai visto realmente le 35 ore. Il numero delle ore straordinarie, restate per la maggior parte non pagate, é aumentato, e costitutisce un’enorme fonte di frode e di lavoro dissimulato.

Anche se insufficientemente applicate, nel 2000 le 35 ore avevano creato 350 000 posti di lavoro. Adesso si torna indietro: questo governo fabbrica deliberatamente la disoccupazione come strumento di pressione contro le legittime rivendicazioni salariali.

Infatti, a modo loro, Chirac e Raffarin fanno quel che ha fatto Pétain (capo del governo francese collaborazionista con l’occupante tedesco durante la II guerra mondiale, NdT) con la legge del 28 agosto 1942: non aveva toccato le 40 ore legali, ma aveva aumentato la durata massima a 52 ore e dedotto dal tempo di lavoro effettivo il pasto, il cambio d’abito, la pausa. Non aveva osato rimettere in causa la conquista degli scioperi del 1936, ma aveva vuotato le 40 ore del loro reale contenuto. Quando Chirac dice "le 35 ore sono una conquista sociale" e le vuota del loro contenuto, egli fa esattamente la stessa cosa. Ma Pétain, era la guerra, mentre nel 2005 la Francia é in pace e non é mai stata tanto ricca, tanto produttiva, tanto capace di ridistribuire le ricchezze create sempre che chi prende le decisioni lo voglia.

Raffarin sostiene di agire per un "contratto 2005" "in nome dell’occupazione", mentre l’occupazione la distrugge ! Per capire, occorre decifrare la propaganda del governo come lo faceva la gente all’epoca dell’Urss staliniana: quando Raffarin dice di voler "salvare le pensioni" é per aprire meglio la strada ai fondi pensione, quando dice di voler "salvare il servizio sanitario" é per fare meglio il gioco delle assicurazioni private, quando dice che vuole "rendere più elastiche le 35 ore" e "la libertà di lavorare di più per guadagnare di più" é perché vuole spingere a lavorare di più per lavorare meno!

Raffarin lavora per rendere sempre più difficile ai lavoratori, ai sindacati, agli ispettori del lavoro far rispettare la durata legale dell’orario di lavoro, la durata massima, il pagamento e la deduzione delle ore straordinarie. Si tratta di bloccare i salari nel settore privato come nella funzione pubblica: in generale é nei periodi, nelle attività o nei paesi dove si lavora di più che si guadagna di meno.

L’aumento del tempo di lavoro ha come risultato un nuovo aumento della disoccupazione. I primi a ricadere nella disoccupazione totale sarebbero gli interinali. Perché assumere, sia pure temporaneamente, se si possono far fare ore straordinarie, pagate poco o male, quando si vuole?

Sellières (presidente del MEDEF, la Confindustria francese, NdT) puo’ essere contento. Nella sua "guerra" contro le 35 ore ha ottenuto un forte aumento della produttività, i forfaits, l’aumento del tempo di lavoro, la compressione dei salari, 20 miliardi di esoneri dai contributi sociali all’anno, l’aumento della disoccupazione che consente di terrorizzare i lavoratori. Senza contare il discredito dell’idea di riduzione del tempo di lavoro e dei partiti di sinistra.

Si contano nel nostra paese 3 milioni di disoccupati ufficiali, 1 milione di disoccupati non iscritti nei registri, 1,6 milioni di lavoratori a CDD (Contratto a tempo determinato, NdT) o interinali, più 2 milioni di lavoratori a tempo parziale, non per loro scelta. In totale, 7 o 8 milioni di persone soffrono della mancanza di occupazione o di sotto-occupazione. Quasi una persona su tre.

Come osano dare lezioni i dirigenti, dire a quelli che hanno un’occupazione a tempo pieno che occorre lavorare di più per aumentare la ricchezza prodotta mentre tanta gente vorrebbe lavorare a tempo pieno tutto l’anno?! Come osano far balenare un supplemento di guadagno a dei lavoratori, mentre i loro parenti, amici o vicini sono ridotti al Rmi (Reddito minimo di inserimento, NdT), Rma (Reddito minimo di attività, NdT), alla mensa popolare o a 600 euro al mese perché lavorano a tempo parziale o hanno un’occupazione precaria?

E’ imprescindibile una nuova riduzione per legge del tempo di lavoro.

Il 77% dei lavoratori sono per la riduzione del tempo di lavoro. Raffarin trova che é un’aberrazione intellettuale. L’Europa liberista discute una direttiva sul prolungamento della durata del lavoro da 48 a 65 ore (anche di più con le deduzioni). Tutto va nella direzione opposta a quella che il progresso, la ricchezza dell’Europa e la storia dovrebbero permettere.

Il Partito socialista, il Paertito comunista e i Verdi sono impegnati a preparare i loro programmi. Non é perché il precedente tentativo di ridurre il tempo di lavoro viene messo in discussione che si deve rinunciare: al contrario, occorre persistere, ma questa volta essendo precisi sui contenuti, eliminando tutto quanto impedisce di mettere al sicuro la piena occupazione, dotandosi dei mezzi finanziari e dei poteri per raggiungere questo obiettivo.

* RTT, Réduction du Temps de Travail, Riduzione del tempo di lavoro

** CET, Compte Epargne Temps, Conto risparmio tempo