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FRANCIA, LA CGT : UN NO CHE FA DISCUTERE

Publie le venerdì 11 febbraio 2005 par Open-Publishing

Dazibao Sindacati Democrazia

La Redazione di Bellaciao

Da quando, qualche giorno fa, il parlamentino della CGT, pronunciandosi - con oltre l’80% dei voti - per un NO preciso e deciso alla Costituzione europea, ha sconfessato il segretario, Bernard Thibault che, sull’atteggiamento da tenere in occasione del referendum, non aveva trovato niente di meglio se non lasciare agli iscritti "libertà di voto", la sinistra "riformista" grida allo scandalo.

Bernard Thibault, il dirigente sindacale di successo, che alla testa dei ferrovieri della CGT aveva dato una poderosa spallata al governo Juppé con gli scioperi del dicembre 1995, scelto per traghettare la CGT verso gli accoglienti lidi della Confederazione Sindacale Europea, CES, già raggiunta a suo tempo dalle grandi centrali sindacali europee, partners ragionevoli dei governi in nome della concertazione, é stato messo in minoranza!

Il progetto dell’establishment socialdemocratico, non disdegnato dai neoconservatori liberisti e dal padronato, di mettere una pietra sopra il famigerato concetto secondo il quale "il sindacato é la cinghia di trasmissione del partito", che sembrava avviato verso un sicuro successo anche in Francia, dove la CGT si ostinava a limitarsi a leggere le veline passate dal PCF, glorioso partito ridotto ormai a... mal partito per colpa di tanti suoi dirigenti annegati nel settarismo e nel dogmatismo, viene messo in crisi dagli ... iscritti al sindacato.

Non saremo certo noi a criticare l’autonomia del sindacato dal partito, dai partiti, ma vogliamo ricordare che, oltre a questa autonomia, il sindacato deve anzitutto dimostrare di disporre di totale autonomia dai padroni, o avversari di classe che dir si voglia, e non puo’ e non deve, per iniziativa dei suoi dirigenti, sostituirsi ai lavoratori ed alla loro volontà, di cui é espressione.

Troppe centrali sindacali hanno ormai da tempo barattato la cinghia di trasmissione di leniniana memoria con un’altra, ancora più vecchia, trasformandosi in organizzazioni burocratiche che, di fatto, trasmettono le esigenze del padronato e dei suoi rappresentanti governativi ai loro iscritti, sforzandosi di mantenere questo rapporto all’interno delle compatibilità del sistema politico ed economico.

Si tratta anche in questa versione di una cinghia di trasmissione, ma su questa e sul suo funzionamento la sinistra riformista non trova nulla da ridire; al contrario, la mancanza di democrazia all’interno dei sindacati, condizione perché possano assolvere, più o meno indisturbati, alla funzione di "cinghia di trasmissione" di cui sopra, sembra acquisita.

Ed infatti, nel momento in cui un organismo sindacale più vicino alla base che al vertice dell’organizzazione capovolge le decisioni della segreteria non si esulta, come facciamo noi, per il merito della decisione - il NO alla costituzione europea - e per il metodo - la riscoperta della democrazia interna - ma ci si rammarica perché viene compromessa l’autonomia del sindacato!

E’ proprio il mondo alla rovescia!
Eppure, dopo che l’anno scorso una riforma delle pensioni che aumenta il numero di anni di contributi richiesto per andare in pensione più tardi con una pensione più bassa e, per di più, incerta, ha potuto passare grazie, soprattutto, alla complicità della CFDT, seconda centrale sindacale francese per numero di iscritti, che aveva pubblicamente dichiarato di essere d’accordo con il progetto, nulla puo’ più stupire.

Per quanto ci riguarda, speriamo che questo NO non sia che l’inizio di una campagna referendaria che si concluda con una vittoria, aprendo la strada alla trasformazione della comunità europea da comitato d’affari dei banchieri e degli industriali in quella comunità del lavoro, più giusta e solidale, per la quale noi tutti lottiamo.