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SALVATE LE NOSTRE POLTRONE

Publie le venerdì 11 febbraio 2005 par Open-Publishing

Dazibao Movimenti Partiti

di Viviana Vivarelli

S.O.S.”, “save our seats”, salvate le nostre poltrone.

Sull’appopriazione indebita dei colori dell’arcobaleno nel simbolo
dell’Unione.

Va bene che la politica e’ come il mercato, ma ci dovrebbero essere dei
limiti di pudore oltre i quali la credibilita’ decade. Se quei limiti sono
passati, entriamo in una notte dove tutte le vacche sono nere. Se la
politica pensa di usare gli stessi espedienti ingannevoli del mercato per
piazzare i suoi prodotti attraverso ammiccamenti perche’ i consumatori sono
cretini, vuol dire che quella politica e’ fondamentalmente morta e il paese
non ne ha bisogno. Un ideale e’ un ideale. Si vive. L’opportunismo e’
un’altra cosa. Si mostra. Implicitamente e’ un imbroglio. Quando
l’opportunismo occupa i simboli dell’ideale senza difenderli nella pratica,
vuol dire che di suo non ha piu’ niente da dare.

Qualcuno pensa che un partito debba essere come un eletto cavaliere, che sta
ben sollevato dal vile terreno, non e’ sporcato dalla polvere plebea, ha un
piede nella staffa destra, l’altro in quella sinistra, il culo sul popolo,
in mano le redini del comando, appesa alla sella la sacca dei denari e
dietro una bella coda da sventagliare in giro per fare un po’ di scena.
Qualcuno pero’ pensa che un partito cosi’ sarebbe meglio abbatterlo.

Ammirevole Prodi! "L’arco a sette colori e’ un riferimento a quel 66%
dell’emiciclo parlamentare che e’ gia’ nostro e dice anche che parliamo ai
Movimenti." Non vi pare che l’accostamento sia un po’ spregiudicato? Non ci
sono un po’ troppe strizzatine d’occhio? Va bene che siamo nel mondo
dell’apparire e non dell’essere, ma confondere una occupazione di posti col
messaggio della pace mi pare un po’ grosso! Tanto piu’ riferendosi a gente
che ’vuole’ occupare posti ma non ha mai difeso la pace e che ’in
parlamento’ (nel paese e’ diverso), a parte Verdi, Rifondazione e Comunisti
Italiani, finora dalla parte della pace non l’abbiamo mai vista. Il
messaggio dovrebbe essere univoco. Se in un simbolo ci volete mettere troppi
significati, alla fine diventa surreale. Volete occupare delle poltrone o
volete difendere la pace? Chi troppo vuole nulla stringe. A far troppo i
furbi si svela l’inganno. Voglio dire: anche in un pranzo di 20 portate non
e’ che te le puoi mettere in bocca tutte e e venti contemporaneamente, se
dai una strizzatina con l’occhio destro a destra e una con l’occhio sinistro
a manca, il rischio e’ che sbatti contro un muro.

Da aprileonline
Fatto il simbolo, tocca fare l’Unione
La Gad, altrimenti detta Alleanza, ora diventa “L’Unione”. Bello l’arcobaleno.
Vuol dire pace, vuol dire pluralismo. Ma perché quel rilievo
tridimensionale? Dicono perché ricorda i settori del parlamento. Mah! Fosse
così, non ci sembrerebbe un gran messaggio. Rassomiglia piuttosto ad una
supplica, ad un grido d’aiuto: “S.O.S.”, “save our seats”, salvate le nostre
poltrone.
Ma va bene, non lamentiamoci. Di quel che invece è lecito, giusto ed anche
producente lamentarsi è che ancora manca un programma a questa Alleanza,
pardon, Unione. Sì, d’accordo, c’è la Fabbrica di Prodi. Un po’ di Prof del
Mulino, bravi, molto più bravi del trio Amato-Letta-Treu, pure più di
sinistra. Si incontreranno un giorno con gli industriali, l’altro con i
sindacati, l’altro ancora con gli artigiani, seguiranno commercianti,
insegnanti, colf&badanti, idraulici e orologiai. Dicono che questi ultimi
servono per mettere la Gad (volevamo dire “L’Unione”) al passo coi tempi.
Porte chiuse per i matrimoni gay. Ruini non gradirebbe, e non vorremmo che
il Papa dovesse tornare al Gemelli per un malore, pare che abbia detto
Prodi. Ci inchiniamo deferenti al pontefice pure noi, augurandogli altri 100
e più anni di regno. Ma una volta baciato l’anello, andiamo subito a
sottoscrivere la legge sui Pacs, non si sa mai. Giovanni Paolo è una gran
persona, tanto di cappello, ma a noi piacerebbe che Giovanni e Paolo (due
nostri amici omosessuali) potessero dire anche loro il fatidico “sì”.
Ah, il lavoro. Sì, il diritto al lavoro, quella cosa vecchia di sinistra... c’è
pure il diritto alla giusta paga, anzi, per far contenta la Chiesa possiamo
dire come il Vangelo: “l’operaio ha diritto alla sua mercede”. Ma pare che a
Fassino piaccia Craxi, per cui diremo che il professionista ha diritto alla
sua Mercedes. Meriti e bisogni, no?
Pare anche che a Pisapia non piaccia Caselli, per cui Rifondazione si
astiene e fa passare il decreto pro-Vigna. Una legge ad personam all’incontrario,
approva ta perché due persone hanno vecchi rancori. C’è già pronta una legge
da fare a tambur battente appena vinceremo le elezioni: riguarda il compagno
di banco di Pisapia, quello che gli lanciava il riso con la biro.
Uh, l’Iraq. Dice che la Fed voleva astenersi, però non si astiene perché c’è
l’Unione. Non si può mica rompere l’Unione: come si fa! Sarebbe un ossimoro
e a Rutelli non piacciono molto gli ossimori, anche perché non sa bene cosa
siano. Marini ha provato a spiegarglielo, citando le “convergenze parallele”
di Moro, ma Rutelli ha creduto stesse parlando degli pneumatici della sua
automobile. Ok, meglio soprassedere, fra sei mesi ci ripensiamo.
Ora, fatto il simbolo, toccherebbe fare l’Unione. Ma l’Unione fa la Forza e
la Forza non è ancora con noi. Per cui al simbolo si aggiungerà anche la
faccia di Obi-Wan Kenobi e forse pure la spada luminosa, che fa tanto
moderno, così Fassino è contento e Bettino ringrazia. E recuperiamo pure l’Alleanza, quella ribelle però, in lotta contro l’Impero, facendo contento anche Negri.
Non si butta via niente, non si sa mai. Magari Toni mette una buona parola
con Marco (Pannella), e a quel punto vivremo tutti velici e contenti.
[G.I.]