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’’Il tempo nuovo’’ di Rifondazione

Publie le domenica 6 marzo 2005 par Open-Publishing

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Congresso Prc. Vendola spariglia le carte ed entusiasma la platea. Le minoranza all’attacco, tutti uniti contro Berlusconi

di Alessandro Cardulli

“Tutti, io e voi insieme siamo chiamati a partire: siamo un ’partito’ non un ’restato’ perché insieme dobbiamo uscire dalla nostra casa, con la giusta nostalgia per le cose che lasciamo, ma con la curiosità di ciò che scopriremo. Compagne e compagni, buon viaggio a tutti”: con queste parole Nichi Vendola conclude un intervento brevissimo, intenso, appassionato. Il Congresso lo applaude con entusiasmo, lungo è l’abbraccio con Fausto Bertinotti.

In pochi minuti, ci scusino gli interessati, Nichi ha spazzato via le critiche durissime che al segretario avevano rivolto Claudio Bellotti, Salvatore Cannavò, Marco Ferrando, Alberto Burgio presentando le mozioni delle minoranze.

A pensarci bene, il candidato presidente alla regione Puglia non ha parlato di politica, né del partito, delle scelte strategiche, del pluralismo. Ha ringraziato Bertinotti perché “ha spinto tutti verso le radici della nostra storia dove non ci sono dogmi e mausolei ma domande aperte alla libertà e alla vita. Ha parlato di un mondo" inedito”, di “guerre infinite e di terrorismo”, di “teologia degli sgozzamenti”, della “potenza della vita subordinata alla potenza della morte”. Come affermare il primato della vita? Come dare “globalità nelle nostre vite al diritto alla felicità?”. Si è dato una risposta: ”la non violenza, la pace, il disarmo unilaterale, la smilitarizzazione”. Grazie a Fausto anche per queste scelte coraggiose.

Grazie ai movimenti cui dobbiamo stare “dentro e non sopra”. Grazie a tutti voi perché mi riconoscete “per quello che sono, per le mie diversità”.
Torna al viaggio che ha intrapreso nel Sud, in Puglia, all’impegno preso di fronte al popolo. “Mi hanno riconosciuto e mi hanno voluto bene, il viaggio serve per imparare - dice fra gli applausi - perché la politica è apprendimento, movimento, mutamento. La stasi è morte, l’immobile contemplazione della propria identità è tradimento. Siamo fedeli a noi stessi se non abbiamo paura d’imparare”. E ai tanti interrogativi che anche a lui si pongono, risponde criticando anche un certo laicismo: “Riesco a mettere in equilibrio laico la fede diurna nel socialismo e il pensiero notturno del dio che danza la vita”. Il socialimo, la vita, la libertà: alle quarantaquattro pagine della relazione di Bertinotti si aggiungono pochi appunti di Nichi Vendola, la sua umanità, il suo modo di vivere la politica.

E’ vero che la relazione non aveva scaldato la platea. Non poteva che essere così: Bertinotti ha fatto una difesa a tutto campo delle scelte proposte nella mozione che ha avuto la maggioranza del 59,7%. Nessuna concessione alle minoranze che, insieme, in platea, hanno il quaranta per cento dei delegati. “Il governo del partito - ha detto il segretario - tocca alla maggioranza, il pluralismo è garantito”.
Ascoltando le illustrazioni delle quattro mozioni di minoranza si capisce chiaramente perché la relazione di Bertinotti, la sua commozione quando ha annunciato che era “l’ultima relazione fatta ad un congresso del partito”, non hanno suscitato entusiasmi. Vendola ha sparigliato: è andato al cuore del problema, ha sferzato la platea dei delegati, ha messo insieme il “tempo nuovo” in cui ci si deve muovere, con le radici, i valori della storia di Rifondazione, con le domande nuove che il partito si deve porre, domande aperte alla libertà e alla vita”. Così ha tolto alle minoranze l’acqua in cui nuotare. Dure le contestazioni al segretario ma scarse le indicazioni sul che fare.
Vediamo intanto gli interventi dei cosiddetti "trotzkisti" che con Lev Trotskij c’è parso abbiano ben poco a che fare.

Marco Ferrando (Progetto comunista) riecheggia posizioni di piccoli gruppi legati a spartane pubblicazioni che già negli anni sessanta accusavano il Pci di tradimento della classe operaia, di riformismo socialdemocratico, inneggiavano alla Cina di Mao e poi alla rivoluzione culturale. La linea: lotta di classe per conquistare il potere, potere delle lavoratrici e dei lavoratori. Più articolate le posizioni di Salvatore Cannavò (Un’altra rifondazione è possibile) e di Claudio Bellotti (Falce e martello) i cui interventi mirano a sbarrare la strada all’accordo per il governo, accusano di moderatismo le posizioni assunte dal segretario. Si muovono in una logica tutta interna al partito, non apprezzano le aperture al nuovo, non apprezzano la ricerca in un mondo che cambia. Alberto Burgio parla a nome della mozione dell’Ernesto che ha toccato il 26%. Un risultato significativo. Accusa la maggioranza di non essere stata capace di dare battaglia insieme ai movimenti, di essersi adagiata sul centrosinistra.

La critica più forte riguarda l’Unione. Bertinotti ha stretto un rapporto con Prodi, davvero non visto troppo bene, si fa per dire, dalle minoranze, con la Fed, gli altri partiti dell’Alleanza senza prima aver discusso il programma. Se è vero che i ritardi sul programma, sulla sua elaborazione, sulla partecipazione di un arco di forze bel al di là dei partiti, è anche vero che per lavorare insieme un qualche rapporto ci vuole. In realtà, quando va bene, le minoranze si esprimono per cacciare Berlusconi in accordo con il centro sinistra solo sui no. Fanno del governo il problema centrale del congresso mentre per la maggioranza è un passaggio, certo importante, ma l’obiettivo di fondo è sconfiggere le politiche neo liberiste, costruire il progetto riformatore, l’alternativa, con la forza e le lotte dei movimenti, di un nuovo movimento operaio.

Per questo Bertinotti aveva augurato al congresso “buona corsa” e Vendola ”buon viaggio”. Tutto, insomma fuorché la “stasi che è morte”, come aveva affermato il candidato presidente. Il Congresso è lungo, tanti interventi, c’è voglia di confronto. Le somme si tireranno domenica quando verranno eletti gli organismi dirigenti a partire dal segretario, quando si discuterà lo statuto che regolerà la vita interna del partito. Dopo la svolta che è già nei fatti.

http://www.aprileonline.info/articolo.asp?ID=3689&numero=214