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Appello di Georges Debunne, ex presidente della CES: NO alla Costituzione !

Publie le giovedì 24 marzo 2005 par Open-Publishing

Dazibao Europa Referendum

Di Patrice Bardet tradotto dal francese da Karl&rosa

Care e cari compagne/i e amiche/ci,
La Costituzione Europea adottata dai 25 Capi di Stato e di Governo aggrava il deficit sociale e democratico presente nei Trattati dell’Unione Europea fin dalla sua origine.

Come responsabile sindacale, ho denunciato questa mancanza fin dal 1958.

I Trattati successivi sono stati ratificati ogni volta sulla base di promesse di miglioramenti ed anche per mancanza d’informazione dei cittadini/e europei/e.

Ecco perché lancio quest’ultimo grido d’allarme, in questo periodo di ratifica nel quale siamo portati/e a legittimare o NO questo testo di legge che prevarrà sulle Costituzioni nazionali.

La Sinistra europea non puo’ più tergiversare. Occorre fermare questa corsa verso l’abisso.

E’ venuto il momento di dire NO a quest’egemonia del capitale, di fissare gli obiettivi e d’impostare l’azione per realizzare infine un’Unione europea democratica e sociale, fondata su diritti fondamentali civili, economici e sociali. Sta a noi opporci alla diluizione dell’Unione Europea in una grande zona di libero scambio, che si inscrive nelle inaccettabili esigenze di un’economia puramente liberista, dominata dalla competitività, dalla flessibilità e dalla ricerca del solo profitto senza riguardo per l’impoverimento di una massa crescente a beneficio di una piccolissima minoranza di ricchi che si arricchiscono.

L’allargamento ai paesi dell’Europa dell’Est imponeva un sistema di solidarietà collettiva che impedisse il dumping sociale. Ed invece la Costituzione nata dalla Convenzione Giscard rinforza meccanismi che questo dumping favoriscono:

1. I diritti sociali a prestazione (diritto alla pensione, diritto ai sussidi di disoccupazione, diritto a disporre di un minimo di risorse) non sono garantiti a livello europeo.

Non esistono in tutti gli Stati membri. Possono sparire dalle costituzioni e dalle legislazioni nazionali là dove esistono.

Con l’allargamento, il numero di persone che vivono al di sotto della soglia di povertà nell’Unione Europea é passato da 58 a 65 milioni. Questo mentre la soglia di povertà, corrispondente al 60% del reddito medio, é di 543 euro in Belgio, 144 euro in Ungheria, 102 euro in Polonia, 70 euro nella Repubblica ceca e 35 euro in Slovacchia.

Occorre ricordare che nel 2000 la Commissione Europea riconosceva che senza i trasferimenti sociali (senza l’apporto della protezione sociale) il 40% della popolazione europea (dei quindici Stati membri di allora) avrebbe vissuto sotto la soglia di povertà ? Questi trasferimenti sociali sono una proprietà sociale, il risultato delle necessità della ricostruzione nel dopoguerra e dei trent’anni che vanno dal 1945 al 1975. I sindacati hanno avuto un ruolo importante in quel periodo ed hanno aiutato ad elaborare un modello socio-economico costruito su un alto tasso di crescita e un’inflazione ragionevole fondato su due pilastri: l’occupazione e la previdenza sociale. L’economia di mercato andava di pari passo con interventi pubblici associati alla democrazia politica, ai diritti dell’uomo ed alla concertazione sociale dei sindacati, che all’occorrenza facevano uso delle loro capacità di lotta. Allora furono realizzati progressi significativi.

Dalla fine degli anni ’80, i GOPE (Grandi Orientamenti di Politica Economica, NdT) mirano a ridurre le spese (disoccupazione, pensioni, sanità) e respingono ogni aumento della raccolta fiscale. Il modello sociale é regolarmente rimesso in questione.

L’articolo 1 della Parte II della Costituzione Europea dichiara che "la dignità umana é inviolabile, dev’essere rispettata e protetta". Non basta, poiché la dignità esiste come realtà giuridica concreta solo se realizzata nella garanzia dei diritti sociali fondamentali. Per quelli "che hanno" e che ne hanno i mezzi non ci sono problemi ! Ma per gli altri ? Coloro che vivono sotto la soglia di povertà, vivono in alloggi precari o ne sono privi, non possono pagare le medicine necessarie né farsi curare ! E le migliaia di lavoratori e di lavoratrici vittime dei licenziamenti. Dunque diritto alla dignità per gli uni, ma non per gli altri, che ne sono esclusi !

2. Per le materie sociali, fiscali e ambientali é richiesta l’unanimità. E’ inaccettabile.

Occorre finirla con questo veto antidemocratico che permette ad un solo paese sui 27 o 30 di bloccare la volontà di 455 milioni di Europei/e. O che permetterebbe ad uno Stato governato dall’estrema destra di bloccare la volontà degli altri Stati democratici e progressisti.

Occorre anche ricordare che l’estensione del voto a maggioranza qualificata veniva annunciata nella Dichiarazione che i Capi di Stato e di Governo hanno adottato a Laeken nel dicembre 2001 ? E’ stato possibile far tutto rapidamente e secondo la volontà delle forze del mercato e della finanza grazie al voto a maggiorenza qualificata nei Consigli dei Ministri per tutto cio’ che riguarda l’economia e la moneta: mercato unico, moneta unica, Banca centrale europea, per citare solo le più importanti questioni cosi’ risolte.

Com’é possibile giustificare questi due sistemi di votazione, l’uno favorevole a tutto cio’ che é economico e monetario di ispirazione liberista e l’altro sfavorevole a tutto cio’ che punta ad una maggiore giustizia sociale ?

3. I servizi pubblici a rischio

Gli Stati che avevano messo a punto dei servizi pubblici nel campo dell’educazione, della salute, della sicurezza, del trasporto, delle comunicazioni, dell’energia, hanno avviato fin dal Trattato di Roma un meccanismo di privatizzazione, sottoponendoli al diritto della concorrenza. Lo smantellamento si accelera. Il termine "servizi pubblici" é bandito dalla Costituzione Europea per essere sostituito da "Servizio di interesse economico generale". Gli articoli II-36 e III-6, che annunciano "una legge europea che definirà i principi e le condizioni, in particolare economiche e finanziarie, che permetteranno ai SIEG di assolvere ai loro compiti nel rispetto della Costituzione" confermano le incertezze. Il progetto di direttiva "Bolkestein" sulla libera circolazione dei servizi nel Mercato interno mostra come, con il "principio del paese d’origine", i poteri pubblici perderanno il controllo del diritto del lavoro sul loro territorio.

4. La durata prevista per la Costituzione europea é illimitata. Per cambiarla sarà necessarià l’unanimità. Un solo Stato potrà bloccare tutto.

Perché inoltrarsi ancora più lontano in questo tunnel senza speranza, in particolare per i giovani ?

La Costituzione Europea impegna il futuro dei cittadini/e, dei lavoratori e delle lavoratrici europei. Il grande mercato interno non puo’ svilupparsi mediante il "dumping sociale", bisogna gridarlo ai quattro venti !

Georges Debunne. 00 32 (0)475.46.82 38. georges.debunne@chello.be
Presidente onorario della Federazione Europea dei Pensionati/e e degli anziani
Ex vicepresidente e presidente della Confederazione Europea dei Sindacati (dal ’73 all’85)
Ex Segretario generale della FGTB (dal 1968 al 1982)
Ex presidente della Centrale Generale dei Servizi Pubblici

http://bellaciao.org/fr/article.php3?id_article=13281