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TRANSUMANZE

Publie le mercoledì 13 aprile 2005 par Open-Publishing
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de Viviana Vivarelli

Negli ultimi anni, di fronte alla crisi del berlusconismo, si stanno intessendo contatti tra le disperse forze della ex democrazia cristiana, vari gruppi bancari e elementi della Chiesa per la ricostruzione della DC, e l’accoglienza di Rutelli a coloro cui non piace stare dalla parte del perdente rientra in questa linea.

Sempre piu’, di fronte allo scempio perpetrato da Berlusconi sulle leggi e sull’economia del paese, si fa strada l’idea di un terzo Polo o di un referendum per tornare a un proporzionale con soglia di sbarramento (vedi Andreotti, Cossiga, Tabacci, Follini...) che costringa i partiti piu’ piccoli ad accorparsi a quelli maggiori.

Leggo molte critiche indignate a Rutelli e ai partiti che accolgono transfughi, ma sappiamo tutti che la politica per i politici non e’ mai stata un rapporto tra ideali e tanto meno ideologie, come ppotrebbe intenderla un cittadino, ma e’ un rapporto tra poteri e una questione di alleanze, e, calandomi realisticamente nel loro crudo punto di vista, non vedo poi un gran danno per l’Italia dalla costruzione di una nuova Dc senza la Lega o anche senza Berlusconi, per cui non batto ciglio di fronte alle transumanze (Folena, Ingrao che vanno a Rc o Roberto Sciacca che passa ai Comunisti Italiani), e mi sembra del tutto fisiologico che Rutelli accolga quelli che in fondo gli sono piu’ congeniali degli attuali alleati.

Credo che peggio di cosi’ non si possa andare e che persino la ricostituzione di una nuova ’balena bianca’ sia meglio del governo Berlusconi e della crisi galoppante del paese. Sono altresi’ convinta che, se la DC si riformasse, avrebbe molte chances presso gli elettori moderati, ormai disgustati dalla situazione attuale ma non attratti dal riformismo, vedrebbe la rapida conversione di una folla di politici e avrebbe come candidati eccellenti alle segreterie gli stessi Formigoni e Casini.

Il collante del centrodestra si chiama Berlusconi; se il favore popolare di Berlusconi cala, non saranno i suoi miliardi a salvarlo, ne’ l’appoggio di Bush, e sono anni ormai che i sondaggi (non piu’ citati dal premier) lo danno perdente; certo un colpo di stato e’ possibile, ma davvero in questa situazione il premier potrebbe dare lo strattone legislativo per lo svoltone da repubblica democratica a regime autoritario? Potrebbe anche averne l’intenzione, ma ne avrebbe il tempo?

La stessa sicurezza su quel ’voto di fiducia’ che ha portato anche persone come Tabacci a votare supinamente leggi francamente antidemocratiche e ’horrendae visu’ comincia a traballare. Abbiamo voluto fare l’esperienza del maggioritario, non e’ stata una bell’esperienza. Siamo stanchi di personalismi e della politica come scontro tra due leader, e, francamente, anche il premierato forte non appassiona nessuno, a parte quei due o tre che hanno velleita’ personali.

Torniamo dunque al proporzionale e moltiplichiamo gli schieramenti di questo disgraziato paese! Se avere un governo ’forte e duraturo’ ci deve portare all’estinzione della democrazia e’ meglio tornare a governi piu’ brevi ma piu’ democratici. La lunghezza di un governo e’ ormai diventata un pericolo gravissimo per tutti.

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