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AMNISTIA: SCALZONE PESA 43,5 KG MA CONTINUA LO SCIOPERO DELLA FAME A PARIGI

Publie le venerdì 22 aprile 2005 par Open-Publishing
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Dazibao Giustizia Estradizioni

AMNISTIA: SCALZONE PESA 43,5 KG MA CONTINUA SCIOPERO FAME A PARIGI EX LEADER POTOP COMINCIA A RICEVERE SOLIDARIETA’

L’"assordante silenzio" sull’amnistia comincia a infrangersi ma ad Oreste Scalzone non basta. L’ex leader di Potere Operaio rifugiato a Parigi, in sciopero dalla fame da 12 giorni, ha cominciato ad ottenere risultati con la sua azione ma proprio i messaggi di solidarieta’ sono per lui "un invito ad andare avanti, perche’ sono il segnale che l’iniziativa funziona".

Scalzone, 58 anni, pesa oggi 43 chili e mezzo, e va avanti con una pressione minima a 55 e massima a 79. Dal 7 aprile si rivolge ai suoi "pari", ex compagni di movimento e personalita’ della sinistra italiana con i quali ha condiviso il passato, affinche’ si mobilitino per l’amnistia.

Punto di riferimento dei fuorusciti italiani in Francia, Scalzone e’ stato ricoverato giorni fa all’ospedale ’Saint-Antoine’ di Parigi per un malore. I medici gli hanno intimato di sospendere lo sciopero della fame, poi lo hanno dimesso. Ma venerdi’ dovra’ tornare in ospedale per un controllo e - vista la sua cartella clinica - i sanitari gli hanno annunciato che non potranno dimetterlo neppure se sospendera’ lo sciopero della fame.

Scalzone e’ da tempo affetto da una fibrosi scaturita da un’epatite.

"So benissimo che questo strumento ha una sua ambiguita’ - ha spiegato oggi di fronte a giornalisti e a un folto comitato di sostegno - ma ho voluto sfruttare la mossa geniale di Marco Pannella, che ha aperto una finestra provocando una ventata fortissima. Lui, che e’ un politico, si rivolge ai suoi pari e chiede un’amnistia.

Io percorro una strada a margine, mi rivolgo ai miei pari, a chi ha condiviso tanto con me in passato. Per giorni nessuno ha detto niente, neppure i possibili beneficiari di un’amnistia. Che non aprano bocca i politici italiani, da Violante a Castelli, e’ meno assurdo. Che non parlino gli altri e’ inaccettabile".

Fa cinque nomi, cinque compagni di strada dai quali si aspetta qualcosa in piu’: Rossana Rossanda, Dario Fo, Franca Rame, Pietro Ingrao, Mario Tronti.

A loro chiede una parola, per riaprire il dibattito. Parole in favore dell’amnistia finora gli sono giunte da piu’ parti e da quelle ha tratto motivi per continuare nella sua azione: dai Cobas italiani, che gli chiedono di smettere con lo sciopero della fame, da Paolo Cento dei Verdi, da Giovanni Russo Spena e Giuliano Pisapia, da familiari dei rifugiati in Francia.

Poi e’ lui stesso a ricordare che per aprire una discussione sull’amnistia si sono pronunciati personaggi come Giulio Andreotti e Francesco Cossiga.

Contro la "tossicomania della pena", Oreste Scalzone e’ determinato a proseguire e lo fa con la consueta verve e l’instancabile voglia di parlare.

Se dovesse sospendere lo sciopero della fame, annuncia un’altra azione:tornera’ in Italia "a bussare alla porta della prigione di Paolo Persichetti", suo amico ed ex rifugiato in Francia ora in carcere in Italia, se continueranno a negargli i benefici della legge Gozzini sulle misure alternative alla detenzione.

La prescrizione della pena di Scalzone (10 anni di reclusione) scatterebbe il 4 ottobre 2006, ma - ha annunciato oggi l’ex leader di Potere Operaio - "se per giugno prossimo la Gozzini non sara’ applicata a Persichetti, andro’ in Italia per denunciarlo. Al limite mi faro’ qualche anno di carcere. Meno rischioso che uno sciopero della fame prolungato". (ANSA)

Messaggi

  • PER IL DIRITTO ALLA CURA E ALLA VITA DEI DETENUTI PROLETARI E SOTTOPROLETARI NELLE CARCERI BORGHESI. NO ALLA MORTE DA CARCERE!!!

    COMUNICATO SOTTOPROLETARIO RIBELLE

    DEL PRIGIONIERO MAURO ROSSETTI BUSA

    DAL CARCERE DI FOSSOMBRONE

    In data 13 aprile 2005 ho ripreso la protesta, già sostenuta dal 24/10/2004 al 22/01/2005, del rifiuto dei farmaci antivirali. Essendo sieropositivo all’H.I.V., chiedo di essere trasferito in un centro clinico, dove potrei essere seguito e curato con più attenzione, in modo di scongiurare l’avanzamento della mia malattia. Se tale richiesta non verrà soddisfatta, porterò avanti fino alla morte la mia protesta.
    Questo comunicato è stato da me inviato anche alla direzione del carcere di Fossombrone.

    Un saluto ribelle sottoproletario

    In lotta con la vita

    Mauro Rossetti Busa