Home > Bene Prodi, votiamo subito

Bene Prodi, votiamo subito

Publie le sabato 18 giugno 2005 par Open-Publishing

Dazibao Partiti Elezioni-Eletti

di Piero Sansonetti

Forse la crisi paradossale e kafkiana dell’Unione, cioè dell’alleanza politica di centrosinistra candidata a vincere le elezioni politiche del 2006, ha trovato una via d’uscita, una conclusione.

Che poi è la più naturale: rinunciare alle drammatiche, astiose e incomprensibili lotte di palazzo e usare un vecchio e magari un po’ abusato strumento della democrazia - il voto - per risolvere le questioni procedurali, formali e sostanziali, della scelta di un leader.

Prodi ha rinunciato all’idea di fare una scissione nella Margherita, Rutelli ha rinunciato all’idea di ostacolare la nomination di Prodi a candidato premier, i Ds hanno accettato di svolgere un ruolo di mediazione, e alla fine si è decisa la cosa più logica: visto che il sistema politico italiano - semimaggioritario e parecchio bislacco - prevede, anche se non ufficialmente, che alle elezioni si presentino oltre ai candidati parlamentari anche un candidato presidente del Consiglio, questo candidato verrà scelto in una consultazione popolare solenne che coinvolgerà l’elettorato dei vari partiti del centrosinistra. Come si è fatto in Puglia quando si è scelto Vendola. Non c’era altra via. Prodi ha fatto molto bene a insistere e a chiedere le primarie. Se fosse continuato il gioco delle tattiche, dei tranelli, delle strategie personali eccetera eccetera, l’alleanza di centrosinistra avrebbe finito per naufragare. Ora le primarie vanno fatte subito, a settembre.

Chiamare la gente a votare fa bene e riduce almeno un po’ le distanze, ormai abissali, tra potere e popolo.

Saranno primarie finte, nel senso che è già deciso che alla fine le vince Prodi? Sì, è quasi certo che Prodi vincerà le primarie, e c’è una sola strada per impedire che siano primarie finte e inutili: trasformarle in un momento di grande discussione politica, vera, anche di battaglia politica, e di confronto, e di dialogo di massa, sul programma. Cioè sulle grandi questioni che il centro-sinistra ha davanti.

Se le primarie serviranno a chiarirci le idee su come va governato questo paese, e come è possibile trovare un punto di equilibrio tra le idee più moderate dei riformisti e quelle più nette della sinistra radicale, allora le primarie saranno utili. Fausto Bertinotti ha presentato la sua candidatura proprio per favorire questa discussione. Chiederà di essere votato su alcuni punti di programma. Per esempio l’abolizione della legge-trenta, quella che favorisce il precariato, e l’abolizione della Bossi Fini (quella che abolisce i diritti dei migranti), per esempio l’affermazione dell’articolo 11 della Costituzione, e quindi la scelta pacifista assoluta in politica estera. Speriamo che su questo programma prenda molti voti. Se sarà così le sue idee - e quelle di molta altra gente, e anche di molti altri partiti o pezzi di partiti che la pensano come lui - peseranno di più. Il candidato premier vincente dovrà tenerne conto. E in questo modo la discussione politica smetterà di essere un dialogo dell’assurdo tra leader isolati dal mondo e dalle cose, e tornerà a riguardare i grandi problemi, e cioè il futuro del nostro paese e della nostra società.

http://www.liberazione.it/giornale/...