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FIGLI COME MERCE: DOVE PORTANO BISOGNO E DESIDERIO CONSUMISTICI

Publie le martedì 21 giugno 2005 par Open-Publishing

Dazibao Cinema-video - foto Enrico Campofreda

di Enrico Campofreda

Ci sono due film in uscita in questi giorni nelle sale cinematografiche che trattano un problema scottante. Andate a vederli, sono ben fatti e fanno riflettere:
 “L’enfant” dei fratelli Dardenne, registi belgi che qualche settimana fa hanno bissato la Palma d’oro già vinta a Cannes nel 1999
 “Holy Lola” del francese Tavernier parlano di figli e anche di genitori.

Genitori per caso come il giovane Bruno, genitori per forza che cercano un figlio da adottare con determinazione o disperazione come le coppie che affrontano le mille traversìe delle adozioni internazionali. Ma soprattutto figli in vendita, figli diventati merce come l’auto o il nuovo modello del portatile cellulare offerti dalle ammiccanti ragazze della pubblicità.

E’ l’ennesimo dramma della società dei consumi che magari ci disgusta ma che sempre ci affascina, d’un mondo che tanto non cambia, invece cambia eccome. In peggio. Di uomini che non esitano a guardare ogni cosa con l’occhio mercantile e trasformano in merce quanto hanno di più caro - un figlio - magari neonato, inconsapevole, inerte, debole, incolpevole della follìa dei “padri”.

Giustificano queste loro azioni perché come Bruno, il protagonista de L’enfant, nella precarietà della propria vita non riescono a ragionare secondo altri schemi che non siano quelli del denaro e non lo fanno per scelta, lo fanno perché quello è il pensiero unico e dominante, perché così fan tutti, anche se non tutti sono nella condizione disperata di vendersi i figli.

Ma ce ne sono molti in grado, grazie ai soldi, di comperarli. E si rivolgono magari al mercato nero dove la malavita sfrutta la sciagurata superficialità dei ventenni alla Bruno che commerciano un bimbo perché a quell’età la natura gli dà la possibilità di farne subito un altro. La stessa natura ad altri uomini e donne questa possibilità la nega e l’unico scopo di costoro diventa aggirare l’ostacolo recuperando l’oggetto d’amore sul mercato legale o illegale.

Oggetti. Ecco in cosa corriamo il rischio di trasformare ogni nostra azione e anche anelito se essi vengono pilotati dal denaro. Essenza suprema che governa la vita nel mondo globalizzato, entità capace di spazzare via ogni diversa concezione filosofica e ideologica e finanche religiosa. Il calvinismo trovò la quadratura del cerchio benedicendo quell’aspirazione, il merchandising può fare di più escogitando tecniche maggiormente occulte e sofisticate per convincerci che il mercato offrirà soddisfazione a ogni bisogno.

Basta pacificare le coscienze che dimenticano come ogni giorno 18.000 bambini muoiono di fame mentre nella nostra spazzatura finisce una gran quantità di cibo, e 300 milioni sempre di bambini restano sotto nutriti e 100 milioni non riceveranno istruzione alcuna. Basta guardare oltre, ascoltando ogni sera il quiz scemo, e anche il malaugurato spot televisivo col bimbo in “super offerta” ci apparirà normale.