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LA NUOVA TEOCRAZIA

Publie le martedì 21 giugno 2005 par Open-Publishing
4 commenti

Dazibao Democrazia Referendum Lucio Garofalo

di Lucio Garofalo

L’esito referendario del 13 Giugno scorso ha confermato una serie di tendenze di segno involutivo e regressivo, in atto in Italia da diversi anni.

Una riflessione preliminare merita l’ennesimo fallimento di un’iniziativa referendaria: da circa 10 anni nessun referendum è mai più riuscito ad ottenere il fatidico quorum, ossia un livello di affluenza alle urne superiore al 50 %.

Le statistiche riportate su molti quotidiani italiani, ci rammentano che l’ultima campagna referendaria che ha sortito un effetto vittorioso, avendo superato il quorum, risale addirittura al 1995, ossia al referendum concernente la Legge Mammì sulla Tv.

Già in passato, il 3 Giugno 1990, il referendum promosso contro la caccia e l’uso dei pesticidi, fallì: quello fu davvero un precedente storico.

In seguito, a parte una parentesi di 5 anni costellati da alcuni referendum vittoriosi in materia elettorale (anni, tuttavia, che hanno visto l’avvento di Tangentopoli ed il tracollo della prima Repubblica), si sono susseguiti innumerevoli insuccessi referendari proprio a causa del mancato raggiungimento del quorum.

Indubbiamente, in Italia il referendum è stato uno strumento abusato, soprattutto dai Radicali di Marco Pannella, per cui negli ultimi anni si è alquanto usurato, diventando un arnese vecchio che, così com’è, può solo essere rottamato. Oppure, e questa sarebbe una valida ipotesi risolutiva, occorre rivedere il meccanismo del quorum, o abolendolo completamente (come suggeriscono i Radicali) oppure ridimensionandolo (chi propone una riduzione al 33 %, chi al 25 %, ecc.) o ancorandolo ai risultati delle ultime elezioni politiche per la Camera dei Deputati, vale a dire prefissando una cifra “mobile”. Si pensi che altrove, ad esempio nella Confederazione elvetica, i referendum si vincono con il 20 % dei voti!

Comunque sia, il disastroso (quanto prevedibile) dato referendario del 13 Giugno, ci suggerisce un motivo di amara constatazione dell’ennesimo insuccesso di uno strumento (l’unico previsto dalla nostra Costituzione) di democrazia diretta a disposizione dei cittadini italiani.

Dunque, già questo è un elemento palesemente sfavorevole e preoccupante che attesta, in maniera inoppugnabile, un processo storico di declino e di logoramento, non solo e non tanto dell’istituto referendario in sé, quanto soprattutto degli spazi di agibilità democratico-partecipativa che vanno sempre più restringendosi nel nostro sventurato Paese, ormai governato da una nuova teocrazia, camuffata sotto la veste di una repubblica parlamentare.

A questo dato di fatto assolutamente ineccepibile, si sposa un altro discorso che rivela una portata ancora più profonda e complessa. Mi riferisco alle cause principali che hanno determinato il fallimento del referendum, ossia alle ampie responsabilità storiche, ideologiche e politiche assunte dalle gerarchie ecclesiastiche che, a partire dalla curia pontificia e dalla Conferenza Episcopale Italiana, fino ai livelli inferiori del clero italiano, hanno esercitato pesantissime ingerenze condizionando in modo decisivo l’esito referendario.

Non si può negare che la forte presa di posizione del Vaticano rispetto al voto referendario, con tutta la sua dimensione in termini di arroganza e di ipocrisia moralistica, costituisce l’ennesima conferma di un vero rigurgito neoguelfo e di una sorta di restaurazione clerico-fascista (per dirla alla Pasolini) quali tendenze ormai insite nella cultura, nel costume e nella società di questo Paese.

Non c’è alcun dubbio che abbiamo assistito ad una vittoria del Vaticano e del clero più reazionario, controriformatore e preconciliare, ovvero ad un’aspra e bruciante sconfitta della laicità e della democrazia (reale e legale) nel nostro Paese. Un Paese ormai riconsegnato (semmai si fosse affrancato) nelle mani di una teocrazia pseudo-repubblicana il cui capo indiscusso non è tanto papa Nazi-nger (figlio della gioventù hitleriana), bensì sua eminenza il cardinale Ruini, la vera mente strategica della reazione clericale.

E’ inutile nascondersi o far finta di nulla. Non si può assolutamente negare che l’esito dell’ultimo referendum ci ha consegnato l’immagine di un Paese ancora più oscurantista, illiberale e retrogrado, almeno se lo osserviamo da un punto di vista laico, illuminista, razionalista e libertario.

I politici di professione, quelli che aspirano a far carriera, anche quelli di sinistra (persino i dirigenti del P.R.C.) hanno chiaramente timore ed esitano a fare affermazioni del genere, soprattutto per non urtare la suscettibilità dell’opinione pubblica italiana, ossia per non perdere consensi elettorali.

Ma chi, come il sottoscritto, non persegue simili interessi di natura elettoralistica, sarebbe semplicemente ipocrita e vile se non ammettesse e non capisse quella che è una verità evidente, cioè che in Italia, negli ultimi 20 anni circa, si è compiuta un’involuzione sociale e culturale gigantesca, in senso illiberale, cattolico-integralista e reazionario.

Non si tratta di accettare o rispettare “democraticamente” (ossia nel nome di una democrazia fittizia, strumentale ed ipocrita) la libertà d’opinione e la volontà del popolo italiano, in quanto questo non ha avuto il modo di esprimersi liberamente, avendo subito gravi limiti, ingerenze e censure che ne hanno condizionato ed ostacolato il libero arbitrio, da parte soprattutto dello strapotere clericale che, in Italia, non è mai morto, anzi non è stato neppure moribondo, ma oggi appare molto più forte e presente rispetto a 25/30 anni fa. Insomma, il regime clerico-fascista è risorto (se mai era defunto), più prepotente ed intollerante che mai!

Si è confermata una verità storica incontrovertibile, che era già chiara a Gramsci oltre 80 anni fa e che fu riconosciuta e ribadita da Pasolini 50 anni dopo, cioè che in Italia la sinistra autenticamente laica, anticlericale, repubblicana, costituisce un’esigua minoranza inferiore addirittura al 30 % dei voti. Non a caso, per vincere le elezioni e battere una destra clericale e reazionaria (che è sempre stata molto forte e presente in Italia), la sinistra è costretta a costruire alleanze con le forze cattolico-centriste e una parte dei moderati.

Saluti anticlericali ed antifascisti, Lucio Garofalo

Messaggi

  • Bisognerebbe fare attenzione a non essere sempre "anti" e ogni tanto essere "per" qualcosa.

    A parte questo, non sono sicuro che ci sia un’alleanza strategica tra la destra e la Chiesa. Il discorso mi appare più complesso. Nel seguito alcune mie osservazioni di qualche giorno fa.

    In questa storia dei referendum tutti mi appaiono aver fatto errori colossali.

    Intanto partiamo dall’istituto del referendum, che dall’assemblea costituente del 1948 fu pensato come un correttivo della democrazia parlamentare, ma mai fu pensato come un modo per dare potere legislativo al popolo, perchè le manipolazioni avrebbero potuto essere troppo facili.

    E invece il referendum fu usato ripetutamente in modo contrario a come l’avevano pensato i padri costituenti, arrivando all’assurdo di passare al sistema maggioritario con un referendum che alterava addirittura la costituzione materiale, portando poi alla designazione diretta del primo ministro e quindi ad un indebolimento della separazione dei poteri (tra legislativo ed esecutivo, entrambi eletti dal popolo).

    Da questo punto di vista appare gradevole il fatto che gli elettori si siano stancati di essere manipolati per prendere decisioni che non spettavano a loro. E questo indipendentemente dal tipo di referendum.

    Poi c’è la Chiesa, che dopo un pontificato conservatore come quello di Woytila, passa ad un papa reazionario che spinge verso il passato. Parte così una settima crociata, una crociata di tipo anomalo, dove l’ordine è quello di non fare, di astenersi. Tanto i rappresentanti della Chiesa hanno già provveduto tramite accordi a far emanare una legge che odora di Medioevo.
    Che la legge abbia qualche contenuto etico è indubbio, ma se la Chiesa decide di entrare prepotentemente nello stato laico dovrebbe almeno avere il coraggio di dibattere in pubblico i suoi motivi, non di puntare tutto sull’astensionismo e su slogan del tipo "La vita non si può mettere ai voti". Insomma, invece di dare a Cesare quello che è di Cesare, si intromettono nella vita secolare con i trucchi più sporchi della politica. Alla faccia dell’etica. Ci vuole molta faccia tosta a dire che hanno vinto.

    Infine ci sono i potentissimi gruppi d’interesse che vorrebbero privatizzare la vita per farne commercio. Hanno preso una solenne trombatura e questo sta bene. Cercheranno di recuperare, ma per ora sono fermi al palo.

    Vale forse la pena di parlare dei cosiddetti "esperti", quelli come Veronesi, che pochi mesi fa parlava del mais transgenico come qualcosa di assolutamente innocuo (ricordo che secondo lui il problema più grosso era invece il basilico). Dovrebbero smettere di parlare a nome dei gruppi d’interesse e cominciare ad avere un po’ di coscienza, perchè la gente comincia a non credere più alle loro balle.

    Ah, il popolo, quello per tutti i partiti e gruppi d’interesse, e movimenti cattolici, e associazioni di "scienziati", citati in precedenza, è solamente popolo bove, da sfruttare per i propri fini. Bene ha fatto il popolo a non dare soddisfazione a nessuno.

    Truman Burbank

    • Bellaciao
      Caro Truman Burbank
      La tua lettera e’ un tantino contraddittoria, per cui spunto alcune tue frasi:
      “Bisognerebbe fare attenzione a non essere sempre "anti" e ogni tanto essere "per" qualcosa”.
      Sono d’accordo, avere giudizi severi per difendere valori imprescindibili non vuol dire essere nichilisti. Io sono “per” la liberta’ dell’uomo, per l’allargamento della conoscenza, per l’impegno civile, la solidarieta’, la compassione, la crescita umana, l’evoluzione spirituale, l’amicizia, il rispetto per persone e cose, la difesa della Terra. Raramente le vedo incarnate, pero’ in una chiesa, in un partito o in una persona. Non le ho viste incarnate nei nemici di questo referendum, qui per quanto mi sia sforzata ho visto solo gente assatanata che spingeva per costringermi a credere a cose che non stavano ne’ in cielo ne’ in terra, per puro desiderio di dominio, fregandosene delle sofferenze che procurava ad altri e della crisi di credibilita’ in cui precipitava lo stato e la religione. Avere dei valori non significa non accorgersi di quanto i comportamenti umani possano divergere da essi, almeno se non si e’ fideisti, ma si conserva lo spirito critico. Io questi valori li ho visti incarnati in don Milani, in padre Kizito, in Zanotelli, in Gramsci, in Norberto Bobbio, in molti giovani o non giovani del mondo no global, in molti sindacalisti, in madri, in mogli, in figli. Non li ho visti in Pera, in Ruini, in Ratzinger, in Berlusconi.
      Dici poi: “A parte questo, non sono sicuro che ci sia un’alleanza strategica tra la destra e la Chiesa.“
      Qua mi cadono le braccia. Basta avere un minimo di conoscenze storiche per vedere con la massima chiarezza che e’ dai tempi di Costantino che la Chiesa cattolica ha scelto di stare dalla parte di chi usa il potere in modo reazionario: Pinochet, il nazismo, Franco, la giunta de El Salvador, i generali dittatori, perfino la massoneria. Anche l’uso che la Chiesa dominante ha fatto dei suoi patrimoni non e’ stato certo nel senso di un aiuto sociale ai sofferenti (cosa che e’ stata lasciata ai piccoli preti e frati) ma nel senso di manovrare capitali per far piegare i governi verso destra. Gli attacchi a Allende, il vescovo Romero, don Dilani, i preti operai, la teologia della liberazione …perche’ se no? Mi pare che poi fai alla Chiesa proprio le stesse accuse di oscurantismo e di ritorno al passato che non la designano certo come progressiva e sociale.
      In quanto al referendum, esso non fu pensato come strumento legislativo ma abrogativo, il che e’ molto diverso. La designazione diretta del primo ministro per fortuna non ce l’abbiamo e speriamo bene che Berlusconi crolli e che non ce la abbiamo mai. Anche il referendum per il maggioritario non fu legislativo ma abrogativo, infatti chiedeva se volevamo abrogare una quota di parlamentari eletti col proporzionale.
      In quanto ai “potenti gruppi di interesse” e’ ovvio che nel campo della sanita’ ne troviamo a iosa, in quanto esistono dappertutto, ma il tema era se aprire o no la ricerca sulle staminali, e mettere il nostro paese proprio fuori da questa ricerca che viene considerata la piu’ importante del millennio mi pare una grave degradazione, visti poi i livello in cui viene tenuta la ricerca in Italia. Parlare di “trombatura” per chi voleva impegnarsi per guarire malattie gravissime mi sembra una stecca, ma tant’e’.
      Veronesi parlava di polenta, mi pare, e non di basilico, e i suoi riferimenti agli OGM e’ stata una delle cose piu’ sporche che abbia sentito negli ultimi tempi, ma se Veronesi fosse in grado di salvare chi muore, e io avessi un parente in gravi condizioni e Veronesi me lo salvasse , mi va bene anche Veronesi e non farei una piega per quanto ci guadagna, chi fabbrica armi letali guadagna anche di piu’ e non mi sembra che faccia una piega nessuno. Siamo in un mondo dove i gruppi di interessi sono ineliminabili e quel poco che si chiede e’ che non operino per creare epidemie o morte ma per aiutare il mondo.
      Non credo che il popolo “abbia fatto bene a non darla vinta a nessuno”, perche’ il popolo italiano questa scelta non l’ha fatta e in questa disgraziata situazione mi sembra sia quello che ci ha perso di piu’.

      viviana

    • Cara Viviana

      non è la prima volta che ci troviamo in disaccordo, ma l’importante è confrontarsi, non essere d’accordo a priori.

      Non mi sembra che occorra molta memoria storica per ricordare prima della guerra in Iraq l’opposizione più significativa alla guerra di Bush fu quella di Karol Woytila, che mobilitò milioni di persone in manifestazioni di vario genere, e non sto confondendo con le manifestazioni storiche dei vari movimenti per la pace, parlo di migliaia di iniziative autonome della Chiesa. L’effetto maggiore non fu tanto di impedire la guerra, ma di rompere quell’idea laboriosamente costruita negli anni dai teorici neocons, che fosse in atto uno scontro tra l’occidente e l’islam (vedi "Scontro di civiltà" di Huntington e "La fine della storia" di Fukuyama). In definitiva la Chiesa contribuì all’attuale isolamento degli USA. (Con questo non nego le tue citazioni, sto solo dicendo che non sempre è andata così).

      Per quanto riguarda il passaggio del sistema elettorale al maggioritario mi appare evidente il fatto che il referendum portò in sostanza ad una modifica legislativa, non all’abolizione di una legge, con ciò tradendo lo spirito della Costituzione, anche se essa formalmente venne rispettata. Ma anche qui c’erano potenti interessi in gioco.

      Per quanto riguarda Veronesi avevo fatto un po’ di confusione, il riferimento al basilico non era esattamente suo:

      Yahoo! Notizie
      Mercoledì 3 Novembre 2004, 16:42
      Ogm: Veronesi Lancia ‘Manifesto’ Anti-Fobia
      [cut...]
      il professor Francesco Sala, ordinario di Botanica generale e biotecnologia delle piante presso la Statale di Milano...
      “Ricordiamo - ha aggiunto il ricercatore - che nel 2003 la Lombardia ha buttato il 20% della sua produzione di latte perche’ conteneva aflatossine sopra i livelli soglia. Ma un caso simile si era gia’ verificato nel 1999”. E’ per queste insidie che occorre allarmarsi, ha ribadito lo specialista. “La gente crede alle ‘virtu’ del biologico - ha ribadito l’esperto - ma va detto che il mais Ogm ha un contenuto in aflatossine 10-15 volte inferiore al mais bio”. E occhio anche al ‘mito’ dei prodotti nostrani. Un esempio? “Il pesto genovese fatto secondo la vera ricetta ligure contiene una quantita’ di metileugenolo, sostanza cancerogena, 600 volte superiore alla dose massima giornaliera consentita. Al contrario il pesto industriale contiene solo eugenolo, un derivato innocuo del metileugenolo. Il segreto sta nell’altezza delle piantine di basilico: vanno colte quando superano i 10 centimetri di altezza - svela Sala - perche’ quelle giovani contengono il precursore tossico che solo dopo si trasforma nel derivato innocuo”. (Opa/Adnkronos Salute)

      In quanto alle mie incoerenze, forse rispecchiano semplicemente il fatto che non sono schierato a priori e quindi ci sono aspetti della Chiesa che vedo positivamente ed altri che mi fanno pensare al Medioevo.

      saluti

      Truman Burbank

    • Signor Burbank,
      personalmente sono convinto che talvolta (se non spesso) per riuscire ad essere "a favore di" qualcosa o qualcuno, bisogna saper essere "anti", e in molti casi è addirittura inevitabile esserlo.
      Se, ad esempio, si vuol essere a favore della libertà, della democrazia, della tolleranza, della pace, della giustizia, è necessario schierarsi con vigore e coraggio CONTRO ogni forma di oppressione sociale e politica, CONTRO ogni forma d’intolleranza e di razzismo, CONTRO ogni guerra ed ogni violenza, CONTRO ogni forma d’ingiustizia sociale e via discorrendo.
      Fatta questa breve premessa, mi pare davvero una litania noiosa ed ossessiva quella di rammentare, esaltare e sottolineare ogni volta il "grande" merito di papa Wojtyla il quale si è "fermamente" e "strenuamente" opposto alla guerra in Iraq!
      Avrei voluto vedere che non lo avesse fatto, dato che gli conveniva farlo!
      Tale posizione è stata funzionale alla rinnovata strategia politico-egemonica del Vaticano negli ultimi 20-25 anni, una strategia tesa a riaffermare il primato e la centralità, non solo spirituale, della Chiesa cattolica romana nella scena politica nazionale ed internazionale.
      In tale direzione ed in tale ottica va inquadrata la storica battaglia di Giovanni Paolo II contro i regimi dell’Est europeo, ma anche contro il neoliberismo guerrafondaio made in U.S.A.
      Allora tutti hanno celebrato ed osannato la figura del papa polacco che, dopo la sua morte, ha addirittura ricevuto in omaggio una vera e propria beatificazione mediatica.
      Ma, indagando bene in profondità, penetrando oltre gli orpelli superficiali delle belle parole, delle facili prediche e delle dichiarazioni di principio, ci si aggorge che quella è stata solo una linea strumentale ed ipocrita, un atteggiamento di facciata, un’opposizione meramente verbale.
      Il pontificato di Karol Wojtyla è stato invece profondamente segnato da altre vicende, molto meno nobili ed edificanti, di cui quasi nessuno ha osato parlare.
      Si pensi al sostegno esplicitamente offerto ad alcuni tra i più feroci, criminali e sanguinari regimi della storia contemporanea, mi riferisco alla dittatura di Pinochet in Cile; si pensi alla condanna ed alla censura nei confronti della teologia della liberazione e del dissenso interno alla Chiesa; si pensi alla copertura morale offerta al cardinale Marcinkus, principale responsabile e protagonista dello scandalo Ior, la banca vaticana; si pensi all’oscurantismo culturale, al conservatorismo e al primitivismo di stampo medioevale in materia di diritti al divorzio e all’aborto (tanto per citare i temi più bollenti), e in generale rispetto all’emancipazione dei costumi sessuali delle donne e non solo; si pensi al processo di restaurazione autoritaria, assolutistica e verticistica compiuto all’interno della Chiesa e del suo apparato di potere; si pensi all’ecumenismo fittizio di Wojtyla, espresso soltanto a parole, ma nei fatti contraddetto da innumerevoli e spiacevoli vicende di intolleranza, di ingerenza, di sopraffazione, e peggio ancora!!!
      Insomma, come al solito, SI PREDICA BENE E SI RAZZOLA MALE, MALISSIMO! E questo è un malcostume tipico e ricorrente nella storia secolare del papato e della Chiesa cattolica romana, campionessa universale dell’ipocrisia e della menzogna!
      Ebbene, se Wojtyla è stato un papa "conservatore", Ratzinger è addirittura un reazionario!
      Un esempio alquanto emblematico e significativo di questa svolta in senso reazionario compiuta dal Vaticano e dalla CEI del cardinale Ruini, lo si è immediatamente avuto durante l’ultima campagna referendaria, nella quale la scelta astensionista non è stata casuale, ma studiata con diabolico cinismo.
      Si pensi ai metodi intimidatori ed alle ingerenze esercitate dai vescovi, dai preti, dal clero (alto e basso) più reazionario e retrogrado, nei confronti di milioni di fedeli, di parrocchiani, di credenti, a cui è stato impedito di esprimersi democraticamente, secondo la libertà di coscienza.
      Non a caso la tattica astensionista, oltre che intercettare (come molti opinionisti hanno già osservato) l’astensionismo "fisiologico", ha precluso la libertà di voto proprio attraverso la soppressione della segretezza, nella misura in cui nel segreto dell’urna l’elettore (specie se ricattabile e vulnerabile) si sente più tutelato.
      Non è un caso, infine, che persino autorevoli personalità dell’odierno dissenso cattolico (mi riferisco, ad esempio, a Don Vitaliano Della Sala) non hanno potuto far sentire la propria voce, avendo subito ricatti ed imposizioni di stampo terroristico...

      Credo che possa bastare, signor Burbank?

      Saluti libertari,
      Don Chisciotte