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ANALFABETISMO IDEALE

Publie le martedì 21 giugno 2005 par Open-Publishing
3 commenti

Dazibao Partiti Governi

di Viviana Vivarelli

E’ facile attaccare l’analfabetismo culturale di tanti deputati e ministri, specie della Lega, i quali deputati e ministri, avendo gravi responsabilita’ di governo, dovrebbero essere selezionati con maggior rigore, evitando casi lampanti di ignoranza giuridica e economica, ma esiste un analfabetismo anche peggiore, che puo’ tanto sovrastare la doppia o tripla laurea quanto appiccicarsi a questi asini della politica e che e’ ancora piu’ criminale.

Accanto al fascismo padano di basso livello e percio’ stesso spregevole abbiamo le posizioni di falsi moderati che si onorano anche di credersi portatori di pensiero liberale.

Non e’ difficile vedere che le tragiche condizioni del mondo sono diretta conseguenza dello strapotere di organismi finanziari come la BM o il WTO e della coercizione violenta di una pseudo-teoria, come quella neocon, che sta distruggendo il pianeta e immiserendo l’umanita’, strappandole ogni diritto e immettendola in un circuito di guerre e abusi senza fine.

Dovrebbe essere ormai piu’ che evidente che questa presunta ideologia economica non e’ che la legalizzazione attraverso la forza di una ferocia criminale da bande di strada ad alto livello.

Non solo l’umanita’ e’ spinta al regresso e al decadimento, ma lo stesso pianeta si sta muovendo verso una autodistruzione senza controllo.

La stessa Cina, che si e’ adeguata prontamente alle norme di de-regulation delle grandi strutture neoliberiste, mostra a quale sistema permanente di orrore puo’ portare l’estremizzazione de ‘il mercato per il mercato’, o ‘il potere per il potere’, esercitata sui corpi e le vite dei ‘senza diritti’.

Contro questo scenario di orrore crescente non vediamo nascere sulla stampa accuse e processi forti come dovrebbe essere, e ancora dobbiamo sentire con disgusto su Lasette o canali simili interviste a pseudo-economisti che intrecciano peana al neoliberismo, alla globalizzazione incontrollata, al nuovo colonialismo delle multinazionali, e che dichiarano, con enorme faccia di tolla, che i popoli europei devono esser ‘convinti’ a una maggiore mondializzazione e che bisogna proseguire pervicacemente su questa stessa strada fallimentare con una incidenza neoliberista sulla UE anche maggiore.

I cittadini europei, la’ dove si sono tenuti referendum, hanno detto chiaramente No a una Costituzione che dimentica i diritti di tutti per fare gli interessi di pochi, e questa chiara dichiarazione di intolleranza verso il neoliberismo oligarchico nemico di ogni democrazia dovrebbe essere superata, secondo questi relatori, con una dose di neoliberismo ancor piu’ massiccia!!!

I cittadini europei che non hanno goduto di referendum manifestano ai sondaggi un No anche piu’ alto. L’Italia e’ in una posizione veramente miserevole, perche’ agli Italiani e’ stata con cura negata qualunque informazione sulla Nuova Europa da ogni ordine di media, di destra come di sinistra, e sia il governo che l’opposizione (vedi Prodi o Fassino) non mettono nemmeno in agenda la possibilita’ di una consultazione popolare, avendo ratificata l’adesione di imperio, nel totale disprezzo del popolo.

Noi evidentemente non siamo nemmeno piu’ in un ambito democratico, ne siamo proprio fuori, sia per quanto riguarda il diritto di informazione, sia per quanto riguarda il potere di decisione. E questo vale sia per la destra che per la sinistra. Gravissima, a questo punto, l’affermazione di Prodi: “Ma cosa vogliono votare a fare? Il parlamento ha gia’ ratificato!”, quando qualunque democratico anche di scarso impegno avrebbe invece chiesto: “E perche’ gli Italiani non vengono informati e non sono chiamati a dire quello che pensano? Sono forse d ameno degli altri europei !?”

E non e’ intelligente dire che comunque agli italiani, da dieci anni a questa parte, il referendum non interessa piu’, perche’ sarebbe invece una buona occasione per correggere anche l’assurdo quorum ormai antidemocratico e surreale.

Sembrerebbe evidente anche a un cieco che questi ‘No’ cosi’ ripetuti sono un indicatore gravissimo di ripulsa, significano, in modo inoppugnabile, che si devono rivedere del tutto gli assunti stessi delle ideologie perverse a cui dovremmo essere sottoposti d’arbitrio, ideologie che considerano nulli i nostri diritti acquisiti, la carte costituzionali, i valori stessi dei cittadini, i beni comuni, le tutele del lavoro, lo stato sociale, le garanzie della vita, e perfino la sovranita’ nazionale.

Tutti i signori del potere sono costretti a denti stretti a riconoscere che l’Europa e’ entrata in una crepa stridente, tutti i governi europei non hanno potuto negare l’evidente discrimine tra governanti e governati, tra popolo e burocrati, tra chi ha il potere e chi non ce l’ha, e il fatto indubitabile che capi e governati si stanno divaricando in due direzioni diverse senza compatibilita’ possibile. I potenti di Buxelles non possono bypassare quello che si e’ manifestato in modo lampante: che essi si sono messi in totale arbitrio e irresponsabilita’ su una strada dove nessuno intende seguirli. Hanno dovuto toccare con mano il fatto che il loro potere non poggia su alcuna base democratica e che il popolo ha tolto loro ogni legittimazione. Il loro isolamento e’ tremendo perche’ sono stati sconfessati dagli stessi cittadini, sono dunque degli impostori che negano il principio della democrazia in base a cui chi governa deve farlo in nome e per conto dei cittadini in virtu’ di una delega data per tutelare meglio gli interessi dei cittadini stessi.

Il re e’ improvvisamente nudo e viene rivelato appieno che la veste di autorita’ su cui legittimava il suo comando non esiste piu’. E tuttavia nessuno di loro affronta il nodo della questione: che questo e’ il fallimento dell’Europa neoliberista, il fallimento di una ideologia, rigettata e sputata dai popoli che non la vogliono. Questa valutazione non la fa Barroso, non la fa Chirac, non la fa Blair, non la fa Schroeder e tanto meno il clown ricostruito di casa nostra, che continua a dire come un disco rotto e un po’ fesso che tutto va bene.

Davanti ai nostri occhi accade dunque un fatto gravissimo: gli europei stanno rigettando l’Europa, i cittadini stanno delegittimando i loro governanti. Questa e’ una rivoluzione. E’ una rivoluzione che riguarda 490 milioni di persone.

La sinistra doveva cogliere tutto il drammatico e potente impatto di questo evento. Ma la sinistra, in questa drammatica situazione, e’ mancata. Morta, defunta, inesistente, sepolta!
Non si puo’ qui non notare senza disagio la drammatica assenza sulla stampa di sinistra di una disanima dei vizi di questa Europa delle corporation e delle destre, che ha abdicato alla difesa dei cittadini per vendersi agli interessi delle multinazionali, e il rifiuto al programma neoliberista che sta palesemente dietro il rifiuto di questa Costituzione.

Ci pare vergognosa sulla stampa della sinistra la drammatica assenza di una esaltazione dei diritti dell’uomo e del lavoratore, dei beni comuni, dei valori condivisi. Il perverso disegno di questo organismo sopranazionale che nega i diritti dei popoli e’ stato rigettato dai popoli che ne sono informati, mentre noi galleggiamo in un brodo di piaggeria, slogan governativi e gossip.

In Italia, chiuso il bailamme sul referendum, la carenza di notizie ha lasciato i giornali vuoti e spogli di eventi, le grottesche frasi di Bossi o le nozze di Totti hanno cercato di riempire questo vuoto di contenuti, mentre il vuoto poteva essere piu’ dignitosamente colmato da una analisi attenta dei difetti della Costituzione europea, da un attacco lucido e intelligente all’organismo artificiale di Barroso e dei burocrati di Bruxelles, con una messe di proposte e richieste che venissero dai cittadini e riconfermassero le linee illuministe e sociali delle grandi costituzioni che qui si tenta di assassinare.

Ma i giornali sembrano caduti in mano a piccoli cronisti di strada, diretti e censurati da azionisti nemici dell’informazione; difetta la capacita’ delle grandi inchieste, l’audacia propositiva delle grandi tematiche, l’analisi approfondita dei movimenti forti, la potenzialita’ propositiva e politica delle soluzioni, e, di fronte alle minutaglie di piccolo cabotaggio della cronaca quotidiana, si sente la grande assenza dei grandi teorici della politica, dei grandi filosofi del sociale e dei grandi combattenti dell’etica. In una parola si avverte un’aria di miserevole tran tran fuori da ogni storia.

E tra i nostri politici, che pure si contendono la palma di capo della nuova sinistra, non una parola e’ venuta a illuminarci o a ispirarci, come se, in Italia, la sinistra, qualunque sinistra, anche la migliore sinistra liberale come quella cattolica come quella rivoluzionaria fossero imbolsite in una pappa comune molto poco onorevole e molto poco trascinante, molto provinciale e di piccolo cabotaggio che non riesce a diventare politica europea, politica mondiale.

Se la destra persevera nel suo disegno criminale, e la sinistra latita, il cosiddetto moderatismo mostra la piccolezza di una visione poco originale che si nutre di slogan neoliberisti mai rimasticati e perfino incoerenti.

Cosi’ si deve leggere su Repubblica questa deprimente frase di Francesco Merlo:

“La cultura di sinistra (ci si prepara alla deprecazione)nei suoi anni postcomunisti (gia’ segnata dalla fonte in modo perverso) ha sinora prodotto:

 il giustizialismo (che sarebbe il volere che al reato segua la pena certa... e infatti Berlusconi, Previti, dell’Utri, de Michelis...)
 il moralismo (meglio evidentemente essere cinici e immorali)
 la subordinazione all’etica dell’economia e della politica (forse economia e politica se ne dovrebbero infischiare dell’etica per creare una giungla dove prevale il piu’ forte)
 lo statalismo (...come si evince dai cinque anni di centrosinistra al potere che ha visto lo statalismo trionfare mentre evidentemente con Berlusconi avrebbero trionfato i principi democratici)
 l’assistenzialismo (e difatti per Merlo sara’ molto meglio che deboli e poveri crepino in pace nel massacro dello stato sociale).

Ora, immaginando che il regime che l’autore considera stimabile sia l’esatto opposto di questa sua definizione, avremmo una cultura di destra, che produce:

 la liberta’ incondizionata di tutti i potenti, qualunque reato compiano
 la privatizzazione incontrollata di qualsiasi bene, oggetto o persona
 la distruzione di ogni assistenza ai deboli
una economia e una politica assolutamente immorali ecc.

Piacerebbe a questo autore questa combinazione? Io credo proprio di no. E come puo’ allora parlare con tanto disprezzo della combinazione contraria?

E bravo Merlo! Che brutta canzone ci canti! Per molto meno ad Atene ti avrebbe dato l’ostracismo, come nemico dello stato!

Messaggi

  • Viviana,quello che dici è vero.
    Ma non devi dimenticare che l’Europa è nata per contrastare il fascismo ed evitare le guerre tra europei.Nel 1951 si è dotata di un Consiglio d’Europa e di una Convenzione europea dei diritti dell’uomo ,appunto per assicurare un pò più di giustizia e dignità ai cittadini europei.E’ vero anche che questa Convenzione figura poco nella nuova Costituzione.Probabilmente ,se ci fosse stato un referendum in Italia,anch’io avrei votato no.
    Ma adesso che vedo i nazionalismi risorgere,la Lega ringalluzzita rivendicare come un successo personale il Non di francesi e olandesi,mi rendo conto che la costruzione europea,faticosamente perseguita per decenni da Monnet,Spinelli,Spack,Adenauer,De Gasperi ecc sta andando in frantumi. E non sarei più sicura di votare No . La conseguenza non è una nuova Costizione più attenta ai bisogni dei cittadidini,ma il risorgere di antichi mostri,come nazionalismi e fascismi.
    Basta vedere con orrore i trionfalismi della Lega,che rappresenta la xenofobia e il nuovo fascismo.
    E’ vero che la Lega batte tamburo per distogliere l’opinione pubblica dal disastro economico che ha causato governando.Non gli sembra vero di addossare la recessione dell’Italia all’euro e all’Europa.Ma purtroppo la gente crede a questa sua criminale fandonia e non pensa più che la causa della deriva economica e istituzionale è appunto la Lega e il suo alleato Berlusconi che hanno usato il Parlamento per leggi private per il Premier,leggi che sono in forte contrasto con la giurisdizione europea,dal falso in bilancio,alla Gasparri,dalla Bossi Fini ai condoni fiscali e una tantum.
    Non voterei più No perchè vedo che senza l’Europa l’Italia non è più protetta dalla giungla legislativa che questa maggioranza ha creato in Italia e perchè vedo che il fascismo ha risollevato la testa.
    Patrizia

    • Votare No a ’questa’ Costituzione europea non implica votare NO all’Euro, ma solo esprimere la richiesta di una carta che contenga maggiori difese e garanzie per il cittadino e il lavoratore.
      Lo sappiamo bene che nel No e’ compresa una quota di fascismo (vedi Le Pen o Calderoli o anche lo stesso Berlusconi), di xenofobia, di razzismo ecc. Lo vediamo tutti che il fascismo e’ un abito mentale perverso e degradato che continuamente risorge come un idra, e che oggi in Europa sta nuovamente rialzando la testa, come sempre avviene nei momenti di insicurezza economica.
      L’euro e’ importante, un jus europeo e’ importante, una concertazione tra le polizie europeee e’ importante, come lo e’ una politica economica comunitaria o una circolazione di merci e persone tra i vari paesi, una ricerca scientifica comune, piani di studi equiparati, una regolazione dei bilanci e domani un esercito ecc. l’Italia ha fortemente bisogno dell’ombrello di Maastricht perche’ altrimenti il tasso di inflazione impazzirebbe, il governo si scatenerebbe senza alcun pudore e ci ritroveremmo in poche settimane a essere un paese del terzo mondo.
      Ma non credo che l’Italia o le altre nazioni abbiano bisogno di molte delle cose che sono in programma in questa Europa: l’annullamento dello stato sociale, la distruzione dei diritti del lavoro, l’eliminazione dei sindacati, la privatizzazione dell’acqua o degli ospedali o delle scuole, l’appiattimento dei salari al minimo europeo, l’introduzione degli OGM, una politica estera confusa e spesso pro americana, la subordinazione alla NATO che e’ gestita dagli USA, l’incapacita’ di riformare l’ONU, un mercato che favorisce le multinazionali, la mancanza di strutture sostanzialmente democratiche a reale riscontro popolare, una posizione decisa per favorire la pace...
      Che Calderoli e Le Pen siano fascisti non vuol dire che Barroso o gli altri capi europei siano democratici o liberali, abbiamo solo due fascismi di grado diverso, uno volgare, piazzaiolo e criminale, l’altro piu’ elegante e apparentemente democratico, ma contro cui e’ anche piu’ difficile difendersi perche’ si ammanta di valori di facciata.
      Nessuno vuole abolire l’Europa, il desiderio e’ di portare questa Europa un po’ piu’ a sinistra, ma non la vedo affatto facile. Il primo passo indispensabile dovrebbe essere l’unione di tutte le sinistre, prima a livello nazionale e poi a livello europeo, e infine a livello mondiale, da quelle piu’ centraliste a quelle estreme, ma che si marci anche contro questo strumento operativo minimo mi pare lampante anche in Italia. L’egoismo e il particolarismo purtroppo non avvelenano solo Blair ma scendono piu’ in basso. Bertinotti insegna.
      E che di neoliberismo siano contaminati anche quei partiti che si dichiarano popolari o di sinistra mi sembra altrettanto evidente, e lo dimostra la ribellione a Schoreder come a Schirac, il nome del partito non conta piu’ se partiti diversi attuano lo stesso programma di distruzione delle tutele del cittadino. Ormai molte vecchie etichette stanno saltando. Siamo in una notte dove tutte le vacche sono nere (Rutelli ce lo fa vedere benissimo in quanti modi si puo’ lavorare contro la sinistra e contro la democrazia seminando zizzania) e anche scegliere le vacche che sono meno nere e’ diventato un problema.
      Basterebbe sostituire, alla dicitura destra e sinistra, quella di global o no global, e ci sposteremo dal mondo delle etichette storiche,che sono sempre particolaristiche e gelose delle loro peculiarita’, a quello dei programmi e degli obiettivi che possono invece essere piu’ ampi e trasversali, ma, come si vede, i politici della sinistra italiana sono proprio gli ultimi a voler fare questo spostamento dalle loro stanze limitate ai piu’ ampi obiettivi di programma e guardano anzi ai piani posti dai no global di tutto il mondo per tutto il mondo come a una concorrenza fastidiosa. C’e’ una reale difficolta’ a spostarsi dai piani provinciali e claustrofobici delle piccole stanzette e dei piccoli poteri locali a visioni mondiali di ampio respiro, eppure il marxismo nacque per il pianeta e non per un piccolo campanile, e i grandi piani di lavoro a respiro planetario non mancano certo: la globalizzazione, l’inquinamento, le guerre infinite, gli organismi sovranazionali, le politiche internazionali, la diffusione dei diritti e delle tutele, la difesa dei beni fondamentali, il progresso etico, la solidarieta’, il passaggio a forme di vita sostenibili non per uno ma per tutti, la lotta al neoliberismo.... I partiti italiani sembrano malati di un provincialismo asfittico che li chiude in piccole stanze cosi’ che ognuno vede soli o propri piedi e con quelli non va da nessuna parte.
      L’Unita’ ha una pagina dedicata agli omosessuali ma non ha piu’ da molto nessuna pagina dedicata ai movimenti. Vuol dire qualcosa questo? Se marginalizzi proprio quelli che portano avanti in tutto il mondo la battaglia maggiore alla fine ti ritroverai da solo.... sara’ un caso che le grandi manifestazioni di piazza indette dai partiti si sono rivelate ormai da parecchio delle piccole riunioni per intimi?
      Come posso considerare di sinistra un d’Alema che mi dice che contro la globalizzazione non c’e’ niente da fare? E che dopo averci portato a un maggioritario criminale aspira tuttora a un premierato forte? Come posso considerare democratico un partito dei DS che ignora la propria ala minoritaria e non la sta mai a sentire? O un Bassolino che privatizza l’acqua della Campania? O un Martini che mette l’acqua in una societa’ per azioni? Come posso considerare di sinistra un Fassino che ha pencolato in modo ignobile sulla guerra in Irak e il ritiro delle truppe? O un Cofferati che si e’ opposto all’allargamento dell’articolo 18 o che a Bologna ignora i Nuovi Municipi dopo averli fatti balenare all’orizzonte per vincere le elezioni? Come posso considerare di sinistra un Prodi che e’ favorevole agli OGM e alle grandi corporazioni e rifiuta l’ABC della consultazione democratica? Un Bertinotti che ha fatto fallire il primo e unico governo di centrosinistra dell’Italia? Come posso considerare infine di sinistra un popolo italiano che al referendum non va nemmeno a votare?
      La Costituzione europea si porta dietro troppi problemi, ma per noi c’e’ anche il problema della fiacchezza di una opposizione, che in Italia non da’ informazione, non fa cultura, non promuove ideali, non crea progetti, non educa popolo e infine non e’ in mano a persone con le palle.
      viviana

    • ..correggo ..l’Europa presenta "una posizione ’NON’ decisa per favorire la pace...
      viviana