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Bertinotti e Mastella insieme rilanciano la questione morale

Publie le martedì 9 agosto 2005 par Open-Publishing

Dazibao Partiti Elezioni-Eletti Partito della Rifondazione Comunista Parigi

In una dichiarazione congiunta i leader di Rifondazione comunista e Udeur chiedono all’Unione un codice di comportamento per salvare la politica

di Stefano Bocconetti

L’Ansa ha dovuto addirittura fare qualche telefonata di conferma. I giornalisti dell’agenzia non ci credevano. Del resto, è una «prima» assoluta: una dichiarazione congiunta di Fausto Bertinotti e di Clemente Mastella. L’ala radicale, alternativa e l’ala moderata, moderatissima dell’Unione. I due «estremi» dello schieramento che si candida a sostituire l’anno prossimo le destre al governo del paese.

E così, nel solito, lungo, elenco di dichiarazioni politiche - tanto più lunghe in un sabato festivo - l’analisi della strana alleanza ha preso il sopravvento su tutto il resto Con domande del tipo: che ci sarà dietro l’inedita alleanza? Voglia di proporzionale? O cos’altro? E via così, fino all’evocazione dell’immancabile «compromesso storico», attualizzato per l’inizio del terzo millennio.

Quel che c’è «dentro» quella paginetta e mezza firmata da Bertinotti e Mastella, nelle dichiarazioni, è restata un po’ in disparte. Già, ma cosa c’è lì dentro? Qualcuno, fra i più attenti, ha detto che con quella lunga dichiarazione i due candidati alle primarie dell’Ulivo, hanno voluto imporre la questione morale all’attenzione della coalizione. Altri, i più hanno, parlato di «moralismo» elettorale. Ma forse le parole dei due sono ancora meno: rivelano solo la voglia di politica. Di tornare ad affermare anche a sinistra (meglio, visto gli autori), anche nel centro-trattino-sinistra, il primato della politica.

I due partono, si capisce, dalla vicenda Bankitalia. Per dire che c’è il «rischio di perdita di credibilità delle istituzioni». Delle istituzioni e della politica. Un rischio che - attenzione - forse non riguarda solo e soltanto i grupppi dirigenti delle istituzioni economiche e finanziarie. Riguarda anche il «modo» attraverso cui si vorrebbero mettere sotto accusa questi gruppi: si parla, insomma, delle intercettazioni. Bertinotti e Mastella scrivono: le intercettazioni devono restare «un’eccezione», se diventassero una pratica ci rimetterebbero tutti.

E tanto più ci rimetterebbero se le intercettazioni fossero accompagnate da «fughe di notizie». Difficile da controllare, però. E allora sta alla politica «evitare di fare uso» di quelle intercettazioni.

Ma fin qui, siamo alle premesse, all’attualità. Ai due - che se lo riconoscono apertamente: occupano «le posizioni più distanti nel campo dell’Unione» - interessa di più ridisegnare le modalità di un nuovo intervento della politica. Quella che chiamano l’«autonomia» della politica. La chiedono all’Unione. Chiedono insomma comportamenti profondamente alternativi a quelli delle destre (sì, Mastella ha firmato esattamente questa frase).

Vogliono, vorrebbero un «codice». Magari non scritto punto per punto, paragrafo per paragrafo. Piuttosto un codice legato a principi etici. Quelli per cui conta di più l’interesse generale che la convenienza immediata di qualcuno. Quelli per cui a volte si deve avere il coraggio «di prendere le distanze anche da situazioni e scenari che appaiono vicini».

Che sembrano vicini. Esattamente come sembra vicino l’Unipol ai diesse, a D’Alema. Sì, perché la dichiarazione congiunta è stata battuta dalle incredule agenzie di stampa, proprio quando stava montando la polemica sull’ultima intervista del presidente dei diesse al Sole 240re. La dove dice che «è una favola la storia dei due capitalismi»: uno, legato alla produzione, buono e l’altro, legato al capitale finanziario (e sostenuto dai partiti) cattivo. Non c’è insomma un sistema di imprese assediate da speculatori manovrati dal sistema politico. Va bene tutto, allora. E va benissimo la scalata dell’Unipol alla Bnl. Che ha «in mente di diventare un grande gruppo bancario-assicurativo». Il presidente dei diesse i dubbi li lascia agli sprovveduti.

Per D’Alema va bene tutto («Perché? Cos’ha che non va Gnutti?»). Perché l’obiettivo è prendersi una quota. Magari attraverso i propri «amici». Partecipare, occupare qualche «pezzo», parteggiare - e far parteggiare il proprio partito - per una cordata piuttosto che per l’altra. Ma questa è la fine della politica, dell’autonomia della politica. Bertinotii e Mastella l’hanno denunciata. Gli altri?

http://www.liberazione.it/giornale/050807/LB12D6EB.asp