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Stalinisti a oltranza

Publie le giovedì 25 agosto 2005 par Open-Publishing

Dazibao Storia Francia Oreste Scalzone

di Oreste Scalzone

La nuova filosofia e il clima da anni ’80 in Francia si vedono del tutto dispiegati, in Italia, invece, sembrano più frenati.

Questi continuano ad essere perfettamente stalinisti sul piano euristico ed epistemologico, perché comunque è come se, ancora una volta, riconfermassero la stessa dannatio memoriae di allora per tutti i comunisti diversi che erano stati già schiacciati nella storia: gli anarchici, e poi gli internazionalisti, i bordighiani, le correnti consiliariste, tutto questo pullulare che non era fantasmatico, che c’era, che ha combattuto una guerra su due fronti, contro il nemico e contro lo stalinismo. Loro in fondo continuavano con il escluso, nel dritto filo del negazionismo staliniano o maoista di tutto ciò.

Questo tipo di arrovesciamento è proprio speculare, produce dei danni a cascata perché altre aree per bene, che potranno essere i verdi, gli alternativi, in fondo, avranno integrato questa specie di terrorismo per cui ogni fesso trattava Marx come un cane morto. Mi viene in mente la frase di Marx che alla fine della sua tirata parricida contro Hegel fa punto e a capo: ciò detto, la gran parte dei detrattori del vecchio Hegel non gli arriva nemmeno al bordo dei calzini. Ecco così è anche per questi. Era di moda dire che Marx era riduzionista. No, erano loro che quando uno diceva operaismo traducevano ouvreirisme quello che noi chiamavamo fabbrichismo, la mitologia del capitale fisso. Leggevano le cose con le loro lenti: era un modo volgare ma in Italia il corrispettivo è stato anche più atroce, crudele e limitato, con tutte le culture legate alla dissociazione, e lo dico al plurale perché ce ne sono state di tipo diverso e successivo.

Questa tendenza ha dominato negli anni ’80, certo in Francia, un po’ meno in Italia, poi nel frattempo succede quella cosa enorme, che è stata incredibilmente tamponata come deflagrazione. Quando si cominciano a svuotare i paesi attorno all’Ungheria, con la gente che va via comincia a sgretolarsi il muro di Berlino fino al crollo.... A uno come me non serviva un grandissimo teorico per pensare che era una grande occasione, e così nacque il manifesto che suggerii a Schifano, Marx finalmente libero. La caduta di questa specie di carcassa potrebbe liberare un living marxism - come dicevano gli inglesi - che torna a parlare tra le cassette di frutta, e non nel corsetto orrido, autocontraddittorio di un Leviatano in tuta blu, la stella sul berretto che è ideologico, politico, lavorista, statale e tutto quanto si può dire. E’ una provocazione dei concetti e quindi anche delle passioni. Invece, nel bene e nel male, questo passaggio è stato attutito, e in qualche modo lo si poteva capire.

http://orestescalzone.over-blog.com/article-746625.html