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Cosa sta succedendo a Bologna?

26 ottobre 2005, 12:37

Solidarietà ai compagni colpiti dalla repressione.
Però certe svolte degli intellettuali nel movimento non si capiscono,
come dimostra quest’articolo uscito su "Carta"di un po’ di tempo fa:

Cosa sta succedendo a Bologna?
di Franco "Bifo" Berardi [15.12.2003]

Certo i ricombinanti son gente cosmopolita, ma se qualcuno di loro volesse sapere qualcosa di quello che accade a Bologna, mi permetto di inviare un msg che ho appena posta nelle liste del social forum cittadino. Lo faccio perché la candidatura Cofferati in una città che ha spesso in qualche modo anticipato scenari, può forse interessare non dico tutti ma alcuni dei cosmopoliti in ascolto.
Fino a questo momento il lancio del prodotto Cofferati non appare entusiasmante. Ha il sapore di una cosa d’altri tempi: il candidato amato dalle folle che va in giro ad ascoltare ovvietà dalla viva voce del popolo ed a baciare bambini con l’aria ogni giorno più impagliata, evitando di parlare di qualcosa che possa suscitare la minima complicazione, come se Bologna fosse un villaggio della Bielorussia ai tempi che furono... ohibò.
Fino a questo momento non abbiamo sentito una sola parola tranciante a proposito di: traffico, scuola comunale, metropolitana, accoglienza stranieri, consultori, asili nido, tempo pieno, affitti case studenti, eccetera eccetera.
Ma non è il caso di spazientirsi, il candidato per ora sta pensando, soppesando, vagliando. Non deve essere facile, dato che in questa città il partito degli affari è equamente suddiviso negli schieramenti politici contrapposti, e visto che il partito che ha spinto (costretto?) il candidato a candidarsi non ci penserà due volte a tirargli una coltellata alle spalle se il candidato proverà a mettere le mani negli affari che non si debbono disturbare.
Ma noi, voglio dire gli antiliberisti e i libertari, gli sperimentatori e gli artisti, noi che ci battiamo contro il razzismo e contro la violenza della normalità quotidiana, insomma noi socialforisti e disobbedienti, ricombinanti e mediattivisti, noi insegnanti del tempo pieno e studenti fuori sede in cerca di una casa che non costi tutto lo stipendio di papà, noi che posizione abbiamo in questa storia? Noi non siamo affatto indifferenti a quel che accadrà in città. Non solo perché vogliamo archiviare la Junta dei Raisi e dei Torrepadula. Ma soprattutto perché vogliamo aprire la strada a un rinnovamento programmatico della sinistra che prima o poi dovrà proporsi l’archiviazione del regime berlusconiano.
In un settore sempre più ampio dell’elettorato c’è un sentimento di stanchezza e ripugnanza nei confronti dell’alternanza finta tra un centro sinistra e un centro destra che hanno lo stesso programma, la stessa cultura, le stesse finalità. Su ogni punto che conti (le pensioni, la flessibilizzazione del lavoro, accogliere o espellere gli stranieri, creare strutture di integrazione o internare gli immigrati in campi di concentramento, lottizzare il sistema di comunicazione o favorire la moltiplicazione di centri democratici di emittenza, rispettare l’articolo 11 della costituzione o partecipare alla carneficina) su ciascuno di questi punti il centro sinistra ha preparato la strada al centrodestra.
A Bologna nessuna delle porcate fatte dalla Giunta Guazzaloca è farina del sacco di Guazzaloca. L’idea di ridimensionare la scuola pubblica l’ha avuta l’amministrazione precedente, Guazzaloca si è limitato a continuare. L’idea di privatizzare tutto è nata con la giunta che impose la privatizzazione delle farmacie comunali, Guazzaloca ha solo continuato. Per quanto riguarda il traffico, la devastazione è cominciata da chi non ha mai applicato i risultati di un referendum cittadino che voleva chiudere il centro alla motorizzazione privata. Quanto alla politica razzista verso gli stranieri è a Bologna che si è iniziata la costruzione dei campi di concentramento previsti dalla legge Turco-Napolitano. E si potrebbe continuare.
Io saluto l’arrivo di Cofferati a Bologna come la possibilità di rompere il ciclo infernale della finta alternanza. Ho una mia idea a proposito dell’intera faccenda. Credo che la candidatura bolognese dell’ex dirigente nazionale della CGIL sia l’effetto di un diktat dei vertici del partito a cui appartiene, una cosa perfettamente sovietica nella sceneggiatura, con grandi abbracci e sorrisi e baci sulla bocca per il compagno da ibernare nella Siberia bolognese.
Ma tutto questo potrebbe essere un boomerang contro i sepolcri imbiancati che dirigono il PCUS, pardon DS. Il 23 marzo del 2002 in tremilioni abbiamo ascoltato le parole di Cofferati. In quelle parole c’era la volontà di rompere una storia di finta alternanza, di aprire un terreno di rinnovamento programmatico. La campagna elettorale bolognese è stata comminata come un esilio, ma può anche diventare l’occasione per dimostrare che è possibile: è possibile fare un governo di rovesciamento dei privilegi accumulati in venti anni di politiche privatiste, è possibile rilanciare la scuola pubblica, è possibile creare spazi per la comunicazione democratica, è possibile creare strutture di accoglienza e di integrazione per i cittadini stranieri, è possibile aprire una nuova fase di democrazia, di eguaglianza sociale e di civiltà.
" possibile, ma solo se noi (quei noi che dicevo sopra) diamo una mano al cinese arrivato a Bologna. E’ vero, finora il candidato ha fatto il pesce in barile, ma è bene non spazientirsi per questo. Non si dimentichi che Cofferati è un lettore di Philip Dyck. Un lettore di Philip Dyck ha qualcosa che gli altri non hanno: sa vedere universi paralleli dove un politico normale vede soltanto affari e tranelli e congiure di palazzo. Diamogli fiducia, e soprattutto creiamo una nostra sceneggiatura che potrà confondere e sconfiggere quella costruita dal PCUS.