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> La privatizzazione dell’acqua

16 novembre 2005, 21:42

Ciao Marianna, mi chiamo Titti e sono anch’io di Napoli.Ho letto il post di Viviana e la tua circostanziata risposta ma, come Viviana, vorrei che ci spiegassi bene com’è che la concessione dell’erogazione di servizi integrati come l’acqua (acquedotto - depurazione e fognatura, come puntualizzi) a società per azioni mediante gare d’appalto tuteli o non ci esponga al rischio che la priorità non sarà l’assicurazione di un servizio efficiente e di qualità ma la massimizzazione di un profitto ( a meno che le società coinvolte nella gestione non siano no profit cosa che non sembra).
Il timore che il passaggio dalla garanzia alla fruizione di servizi al perseguimento di utili finanziari vada a scapito del sistema dei lavoratori (con tagli e perdita di garanzie contrattuali) e dell’utenza esposta alle fluttuazioni della concorrenza è forte e ci allarma. Ho appena finito di riavermi dal dibattito parlamentare sull’approvazione delle modifiche alla Costituzione Italiana. Temo che la ’devolution’ sia il primo passo verso la liberalizzazione e privatizzazione di interi pezzi dello stato sociale. Ho paura della minaccia a diritti fondamentali. La nostra era una delle Costituzioni più belle e liberali e alte d’Europa: mentre penso che in Francia si combatte perchè troppo tempo ha impiegato la Francia per capire che le migrazioni ridefiniscono e arricchiscono la ’identità’ (parola ad alto rischio!!!) di un popolo; mentre auspico l’estensione di diritti e doveri a tutti coloro che vivono, lavorano, soffrono e gioiscono sul nostro territorio da qualsiasi parte provengano, vedo minacciate condizioni di civiltà che davo per assodate.

E poi come napoletana sarei contenta di sapere che invece siamo nel giusto e siamo un’oasi di democrazia nel mare dell’intolleranza dilagante.

Aspetto una tua risposta, con affetto, Titti