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{{Perchè non pensare di organizzare una riunione a livello europeo aperta agli iscritti e alle iscritte di Rifondazione Comunista che vivono all’estero?}}

26 novembre 2005, 20:09

Credo che quello che è successo a Parigi debba farci riflettere.

Non mi appassiona prendere una parte o giudicare chi ha fatto cosa, chi ha ragione chi ha torto.

Quello che vorrei sottolineare e che credo ci tocchi è una riflessione precisa e partecipata sulla situazione di Rifondazione Comunista all’estero.

Sono iscritta a Rifondazione e ho dovuto decidere di fare la mia tessera in Italia perchè la mia presenza nel partito qui, precisamente nel circolo di Rifondazione di Londra non era piu’ possibile.

Io mi sono iscritta a Rifondazione dopo una lunga militanza nel PCI e nel PDS (area comunista) fino al ’95.

Ho continuato a fare politica nei movimenti e poi ho deciso di iscrivermi a RC il 1 maggio del 2003.

Nel periodo in cui sono stata iscritta a Londra nulla è stato fatto come circolo, neanche riunioni per discutere le esperienze che vivevamo.

Il processo di costruzione del Forum Sociale Europeo a Londra ha poi segnato definitivamente la rottura con un gruppo di compagni che ’faceva la linea’ senza discuterla o condividerne i processi di costruzione e che ha avvallato, senza mai prendere la parola, pratiche politiche molto discutibili di "alcuni gruppi della sinistra inglese".

Noi compagne impegnate nel processo di costruzione dell’ESF siamo state pubblicamente attaccate senza che si entrasse nel merito degli obiettivi di democratizzazione che noi ci prefiggevamo per poi invece ritrovarci l’appoggio della composita delegazione italiana nelle riunioni dell’EPA (European Preparatory Assembly)

I tentativi di arrivare ad un chiarimento anche con responsabili del partito come Gennaro Migliore non hanno dato molti frutti.

Alla fine una compagna non ha rinnovato la tessera e due hanno trasferito l’iscrizione in Italia.

Ho come l’impressione che il fatto che i circoli siano formati da poche persone con cariche e relazioni che finiscono per essere importanti porti alla formazione di piccoli luoghi di potere che nulla hanno a che fare con le pratiche e le elaborazioni del nostro partito.

Se pensiamo a quello che successo a Parigi, alla nostra esperienza in Gran Bretagna ci rendiamo conto che uno spazio di discussione va individuato e che non possa che essere uno spazio che possa coinvolgere esperienze diverse delle tante compagne e compagni che vivono all’estero e che qui lavorano anche politicamente.

Perchè non pensare di organizzare una riunione a livello europeo aperta agli iscritti e alle iscritte di Rifondazione Comunista che vivono all’estero?

Lasciare che le situazioni si avvitino su sè stesse (come forse per troppo tempo è stato fatto!) non è una soluzione, non fa altro che aumentare tensioni e conflitti per poi stupirsi delle modalità con cui questi si esprimono.

mariangela
manchester,UK