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> Non comprare panettone Motta. E’ della Nestle’

27 novembre 2005, 09:21

Scoprire di chi sia la proprieta’ di un prodotto e’ una cosa alquanto difficile, le corporation creano scatole cinesi molto intricate per scollegare i singoli prodotti dai reali proprietari. Nel mondo no global c’e’ anche chi si dedica unicamente al compito di districare questi reti di occultamento.
Nel Centro Nuovo Modello di Sviluppo di Francesco Gesualdi a Vecchiano (Pisa) ci sono ricercatori che lavorano continuamente proprio al compito di svelare i comportamenti criminosi o occulti delle multinazionali e la prima via per farlo e’ aprire le scatole cinesi, che ci sono per le imprese come per i capitali, e che permettono alti gradi di irresponsabilita’ e di impunita’ ai potenti del mondo.
Ma, lo ripeto, arrivare al bandolo della matassa e’ tutt’altro che facile. Spesso nemmeno chi lavora in una precisa azienda sa veramente quale ne sia la proprieta’. Per cui prima di dire che questo o quel prodotto non sono di questa o quella multinazionale bisogna andare molto cauti.
Uno dei principali oggetti di studio del mondo no global sono le multinazionali, proprio perche’ il loro perverso neoliberismo sta portando il mondo alla rovina e proprio perche’ il loro modello di arricchimento inconsulto non e’ piu’ sostenibile per il pianeta e per l’umanita’ che lo abita.
Da queste ricerche sulle corporazioni escono libri di spessore notevole la cui validita’ e’ riconosciuta in tutto il mondo.
Il piu’ agile e’ conosciuto e’ "La "guida al consumo critico" (EMI) che viene continuamente aggiornata, anche perche’ spesso i prodotti cambiano di mano. Se chiedete in qualunque libreria l’ultima edizione potete vedere che le migliaia di prodotti alimentari in vendita appartengono a poco meno di 200 imprese e potreste avere delle sorprese su prodotti che ceredevate italiani o di prorpieta’ diverse.
Provate a leggere http://italy.peacelink.org/consumo/articles/art_2433.html
o a iscrivervi al gruppo Consumo Critico
Nel mondo no global si sta diffondendo il consumatore critico, quello, cioe’, che seleziona gli acquisti eliminando le imprese ree nel mondo di gravi atti contro l’uomo e la natura. La Nestle’ e’ una di queste.
Marx disse che la struttura base e’ quella economica e che le altre sono sovrastrutture. Si puo’ avere una visione del mondo piu’ idealistica, tuttavia e’ innegabile che l’economia e’ ormai la base della politica, al punto che i due campi non sono piu’ distinguibili. Se fare poliitica significa avere una precisa visione economica, facendo economia (dunque anche consumo e acquisto) si fa per forza politica. E poiche’ viviamo in un mondo ad avanzato grado di neoliberismo dove la politica viene fatta dai grandi gruppi conomici multinazionali (armi, idrocarburi, alimenti, prodotti chimici...) diversificare gli acquisti e cambiare il modello di vita significa favorire o danneggiare questi potentati economici, entrando direttamente nell’unica cosa che ad essi interessa: il profitto. Di qui le grandi campagne di boicottaggio dei prodotti e di denunzia dei crimini.
Consumo critico ha ridotto a 39 le aziende accettabili e non no global che si rispetti riduce i suoi acquisti a quelle. Oltre alla variazione sugli acquisti viene messo a punto un modello di vita che riposa sulla sobrieta’, sull’eliminazione di consumi inutili o dannosi, su scelte produttive autarchiche.
Il modello di vita di Gesualdi a me sembra un po’ difficile da mantenere, e’ quasi monastico, ma in Italia moltissimi lo seguono, non solo variando i consumi o producendo in casa molti prodotti, ma in molti modi possibili, per esempio gli acquisti di gruppo per famiglie associate, lo scavalcamento della filiera per acquistare direttamente dal produttore (agricolo per esempio), la riduzione degli sprechi, la riduzione delle bollette domestiche, l’uso di prodotti ecologici, il riciclo, la costruzione di case di un certo tipo, i cambiamenti nel sistema dei trasporti, il volontariato verso il etrzo mondo, o l’handicap, o la tossicodipendenza, o i migranti, la banca del tempo, le pressioni sulle imprese perche’ adottino responsabilita’ etiche, i nuovi municipi per l’esercizio di una democrazia partecipata, i cambi climatici, i sistemi informatici gratuiti come Linux, le pressione ai comuni perche’ non si facciano sponsorizzare da multinazionali sgradite o perche’ non usino nei consumi pubblici (si pensi ai distributori in uffici o scuole) prodotti al bando, la lotta agli OGM, la difesa di beni fondamentali come l’acqua.... Non c’e’ oggetto del mondo che non abbia i suoi gruppi di ricerca e le sue azioni di lotta. La Rete e’ formata da Nodi, cioe’ da gruppi diffusi in tutto il mondo, ognuno dei quali e’ autonomo e responsabile e si occupa principalmente di un obiettivo, ci sono gruppi di ogni tipo, ho scoperto che ci sono addirittura dei gruppi che si occupano principalmente delle migrazioni delle cavallette e altri che fanno da forza di interposizione pacifica nelle guerre... ! La distribuzione della Rete in Nodi costiuiisce dal punto di vista sociologico e politico un nuovo modello di potere diffuso e non piu’ gerarchico, molto agevole e pratico di grande efficienza.
Nel caso specifico degli acquisti, lo scopo non e’ consumare di piu’, ma consumare meno e meglio e incidere sulle multinazionali piu’ efferate. Per questo all’interno del movimento ci sono gruppi come questo che svela i crimini della Nestle’, come ci sono gruppi sulla Coca Cola o sulla Mc Donald o altro. Del resto nessuno puo’ negare che non potremo continuare all’infinito a incitare al consumismo e che abbiamo gia’ superato la vetta della crescita per una recessione che colpira’ tutto il globo modificando profondamente tutte le nostre abitudini. Il modello neoliberista non e’ un modello sostenibile e ci si deve apprestare a un grande cambiamento.
Variare gli acquisti puo’ essere’ il primo punto. Zanotelli dice: "Quando compri, dai un voto".
In questo mondo e’ chiaro che la diffusione di informazione e’ al primo posto, perche’ piu’ siamo meglio facciamo. I grandi forum mondiali ci dicono che questo grande movimento sta avanzando e la cosa succede anche se i media fingono di rimuoverlo ignorandolo.
Se un numero abbastanza grande di acquirenti cambia i propri acquisti, cio’ costituisce una molla che una multinazionale non puo’ ignorare, ma quello che nessuno sa e’ che basta una lieve flessione negativa, non occorrono nemmeno grandi numeri, perche’ questa si proietterebbe in una forte flessione dei titoli azionari creando un trend molti spiacevole, che modifica per forza la condotta dell’impresa.’
Faccio un esempio: Francesco Gesualdi che e’ molto noto alle imprese del mondo ha fatto ridurre il sistema di sfruttamento quasi schiavistico che la Del Monte aveva nelle sue piantagioni, semplicemente minacciando una riduzione degli acquisti con una campagna di boicottaggio attraverso internet (tutto questo e’ apparso in un servizio di Report), poco tempo lo stesso in sole tre settimane ha convinto la Coop a mantenere l’etichetta sulla trasparenza dei componenti sui suoi prodotti che la Coop voleva occultare. Migliaia di mail di protesta sono arrivate alla diriezione della Coop, dopodiche’ l’azienda ha cambiato le sue direttive. Diciamo che la Coop tiene molto ad avere buoni rapporti col mondo no global, e tiene molto a mostrare una eticita’ di impresa (per es. offre prodotti equosolidali, o la farina di Libera, tratta bene il personale ecc.).
Possiamo star certi che la nuova campagna contro la Nestle’ portera’ a una riduzione degli acquisti natalizi del panettone Motta e a una riduzione degli acquisti del latte in polvere.
Insomma ognuno di noi e’ una persona che puo’ lottare per un mondo migliore, non lo fa con le armi o la violenza , puo’ farlo semplicemente anche con lo stile di vita, diffondendo informazione e modificando i propri consumi. E vi assicuro che il risultato non e’ una cosa da poco.
viviana