Home > ... > Forum 5936

> “Cuori Neri” il libro di Luca Telese - Memoria degli anni ’70 e guerra speculare dei miti

7 febbraio 2006, 00:08

Keoma e Persichetti hanno piu’ o meno la stessa eta’, intorno ai 50.

Keoma è un bancario, dirigente sindacale, politicamente vicino all’area antagonista romana, di tendenze anarcosindacaliste, collaboratore pressoche’ fisso di Bellaciao, spesso proprio su questioni di "memoria".

Paolo Persichetti è un detenuto politico, accusato di appartenere, negli anni 80 alle B.R. - Ucc ed estradato solo poco tempo fa, con una squallida operazione propagandistica di Pisanu e c., dalla Francia.

Oltre ad oggettive differenziazioni politiche ed anche ideologiche tra loro, il primo ha realisticamente interesse a difendere una "memoria"condivisa, dove probabilmente ci sono anche cose ( in primis Ramelli, ma non solo) da non vantarsi ma che nell’ insieme e’ stata resistenza di massa che se non ha portato all’ Italia comunista ha perlomeno impedito che l’Italia degli anni 70 diventasse il Cile d’Europa.

Il secondo, persona sicuramente rispettabilissima, ha pero’ - a differenza di Keoma - oggettivamente qualche cazzata da farsi perdonare ( intendo sul piano politico, non su quello individuale/giurisprudenziale che non conosco), cioe’ quanto prodotto da certo lottarmatismo italico.

Questo spiega la differenza, nemmeno poi particolarmente eclatante, di posizioni sul libro.

Comunque, anche io come Keoma e immagino pure Persichetti, preferiamo le "ricostruzioni di parte" del tanto vituperato da Telese Soccorso Rosso ( che non furono solo Fo e la Rame ) che le "infamate" del Pci "di lotta e di governo" culminate in quel processo-mostro che fu il cosiddetto 7 Aprile.

Quanto ai fascisti, io che pure sto intorno ai 50, non ho mai gridato "Uccidere un fascista non è reato", mi è sempre sembrato uno slogan stupido ed autolesionista.

Pero’, ammetto pure di provare tuttora, e forse piu’ di allora, un odio feroce per certe idee e filosofie ed anche per chi le professa, anche se ovviamente so distinguere tra un Rauti o un Delle Chiaie e un diciassettenne fascistello da stadio.

Non ho letto il libro, ma francamente - anche da questo suo intervento - non mi sembra che il "compagno" Telese nei confronti del fascismo e dei fascisti provi lo stesso sentimento, anzi.

Come fa poi un compagno di Rifondazione, come dicono sia Telese, a lavorare per "Il Giornale" della Berlusconi family E’ UN MISTERO GLORIOSO CHE NON RIESCO A CAPIRE.

Sicuramente non esistera’ una "Spectre del revisionismo", che mi sembra non teorizzi nemmeno l’amico Keoma, ma sicuramente nell’atteggiamento di Telese c’è qualcosa che proprio non quadra ......

Rafaniello