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> “Cuori Neri” il libro di Luca Telese - Memoria degli anni ’70 e guerra speculare dei miti

7 febbraio 2006, 08:10

L’amico e collega Rafaniello sbaglia leggermente sulle questioni anagrafiche.

Persichetti ha tre o quattro anni meno di me.

E poi lui, sempre Persichetti, pur nascendo politicamente dal 1977 ( io dai primissimi settanta), e’ un m-l, erede diretto di certa "tradizione comunista", alla quale il sottoscritto, libertario ed "eretico" da sempre, è sostanzialmente estraneo.

Persichetti, indipendentemente dalle responsabilita’ penali personali, ha avuto a che fare con il lottarmatismo brigatista, io invece l’ho sempre politicamente combattutto, prendendomi anche qualche diretta minaccia personale per questo.

E anche questa non è una differenza da poco tra me e lui, che contribuisce a spiegare l’ approccio decisamente diverso, ma nemmeno opposto, alla questione.

A parte questo, pero’, Rafaniello ha colto letteralmente i termini della questione.

E’ vero, il libro di Telese io non l’ ho letto, in compenso ne ho letto una quindicina tra stralci e recensioni e questo commento dello stesso Telese su Bellaciao.

E tutto cio’ basta ed avanza per dare il giudizio che ho dato sull’operazione politica che è alla base dello stesso libro.

Indipendentemente dal lottarmatismo ( che è un’ altra cosa e c’entra poco con le uccisioni di fascisti), in Italia ci fu, a partire da Piazza Fontana, una vera e propria "guerra civile" non dichiarata.

Come in tutte le guerre, avvengono infamie da tutte le parti, anche da quelle che hanno storicamente ragione.

Fu cosi’ anche per la Resistenza, anche se poi una visione agiografica e tendente a darne una lettura di "unita’ nazionale" ( che ebbe solo in minima parte ) ha finito per nasconderne gli aspetti meno simpatici.

Cosi’ e’ avvenuto nei settanta, anche se li’ pure una parte in causa, anzi la principale vittima delle trame reazionarie, il Pci, ha avuto spesso interesse a sputtanare "i resistenti".

Questo non ha impedito che, perlomeno in tre occasioni ( Venturini, Cecchin e un altro caso a Reggio Calabria) fossero poi militanti dello stesso Pci a causare, certo involontariamente ( ma la volontarieta’ è molto rara anche negli altri casi ), la morte di elementi fascisti.

Tornando al libro, per ammissione dello stesso Telese, il "contesto" c’è solo di sguincio, sostanzialmente in un solo capitolo.

E se affronta praticamente tutti i casi di fascisti uccisi in quegli anni, pure quelli uccisi dalla polizia o da altri camerati, poi dei molti piu’ numerosi casi opposti, si limita a citarne solo qualcuno.

E gia’ questo è sufficiente ad indicare la scorretezza dell’intera operazione.

Il resto è noia. Posso non conoscere a menadito i termini del caso Falvella, anche se Marini non fu difeso da avvocati del Soccorso Rosso, ma da Terracini ( fondatore del Pci e padre della Costituzione ) e dal democristiano di sinistra Marcello Torre, sindaco di Pagani, poi trucidato dalla camorra nel 1980.

Ma conosco bene il clima di quegli anni, i massacri non solo fascisti ma soprattutto "di stato", quelli della polizia nelle piazze, le stragi, i continui tentativi di golpe .....

Cose che, sia pure non vissute da lui in prima persona, non puo’ non conoscere lo stesso Telese.

Che invece ha compiuto tutt’altra operazione.

Perfettamente in linea con quanto politicamente conviene al suo datore di lavoro Berlusconi.

La "Spectre revisionista" probabilmente non esiste, ma una chiata tendenza a riscrivere la storia in senso filofascista ( a cominciare dalla banalizzazione del ventennio) esiste e come.

E l’operazione di Telese (come quelle di Pansa e in misura minore anche di Tassinari ed altri ) ci si inquadra perfettamente, anche al di la’ delle sue soggettive intenzioni.

Keoma