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> “Cuori Neri” il libro di Luca Telese - Memoria degli anni ’70 e guerra speculare dei miti

10 febbraio 2006, 23:51

Non intervengo nel merito di Cuori neri perché il libro non è arrivato ancora a Potenza dove trascorro gran parte del mio tempo. E cerco di non parlare a vanvera. Ma di una cosa sono certo: al conto mancano almeno 16 o 17 morti "neri".

A Telese che ha il buon gusto di citare le fonti, come altri bravi colleghi, da Stella a Ceccarelli, voglio spiegare che a spingermi a scrivere è proprio la voglia di rompere il tabù di cui parla Paolo Persichetti alla fine del suo articolo. Quel tabù che ad esempio spinge la madre di Valerio Verbano a rimuovere il fatto che il figlio era stato arrestato per un attentato e a restituirne un ricordo angelicato.

Un elementare senso di com-passione spiega perfettamente questo meccanismo. E’ solo per questa ragione che il mio amico Oreste Scalzone sostiene che proprio il rispetto dovuto ai familiari dei morti dovrebbe spingere a non tirarli da una parte e dall’altra.
A Keoma, infine, mi permetto di fargli notare che anche lui mi utilizza: la storia di Martino Traversa e della banda rosso-nera sono l’unico ad averla raccontata. E ricordo perfettamente che nella banda scalcagnata c’era anche una redattrice di Controinformazione.

Ma non è una novità l’uso parziale e deformato dei miei testi: ci sono psicopoliziotti antifascisti che hanno costruito dossier paranoici saccheggiando i miei testi per poi accusarmi di essere connivente con l’oggetto del mio studio. Bel metodo di lavoro (anche poco acuto, direi: se sono connivente loro rilanciano le mie manipolazioni ---)).

Aggravato dalla prassi beceramente stalinista delle piccole manipolazioni e interpolazioni. C’è poi anche chi ha costruito un libro sulle "trame nere" copiando e incollando decine di testi senza parafrasare né citare la fonte: ma lì siamo nella sfera della pura cialtroneria...

Ugo Maria Tassinari