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> “Cuori Neri” il libro di Luca Telese - Memoria degli anni ’70 e guerra speculare dei miti

24 aprile 2006, 19:51

caro keoma,
pur appartenendo anagraficamente ad una generazione diversa dalla tua,ho vissuto quegli anni per me di adolescenza con una coscienza politica,diciamo così, riflessa:la mia sorella maggiorer frequentava un collettivo popolare dominato da Avanguardia Operaia,e mi portava spesso ad assistere a filmati e dibattiti.Posso dire che la mia formazione politica è nata lì, e pur non essendo oggi un militante antagonista, come mi sembra dici essere tu, condivido alcune delle istanze che vengono dai movimenti.
Quello che non riesco ad accettare nelle tue repliche è quella paura di andare oltre dei limiti fin qui vissuti come (non ti offendere) verità rivelate,ovvero il prendere in considerazione che un ragazzo di 17 anni come Ramelli,per esempio,sia geneticamente uguale a te o a me, ma solo con delle idee diverse, per quanto detestabili.
Possibile che ancora oggi, in un mondo con problemi drammaticamente diversi da quelli degli anni ’70,non si possa ancora affermare con serenità che un assassinio non è un atto di guerra di liberazione, ma solo un crimine ignobile? Possibile che ci si debba ancora genuflettere difronte al giustificazionismo autoassolutorio di chi pretende che in Italia fosse in corso una guerra, e che quelli fossero solo atti conseguenti, e quindi non perseguibili penalmente,se non per pura vendetta di regime?
Io leggo nel libro di Telese un tentativo di storicizzare ciò che,purtroppo, è ancora oggetto di polemica politica( per inciso:dire che questo libro è funzionale a Berlusconi non è diverso dal parlare dei bambini bolliti dai cinesi riferendosi a Prodi...),e atrent’anni di distanza forse sarebbe il caso di distinguere,finalmente, fra responsabilità penali (che sono sempre individuali) e quelle politiche,ma nel quadro di una riflessione storica,appunto,senza vessili e bandiere in mano.
marco