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15 marzo 2006, 15:35

L’ex ministro Ds reagisce alle rivelazioni sullo spionaggio politico ai suoi danni

Sarebbe stata nel mirino dei detective finiti in carcere prima di Marrazzo e Mussolini

Caso spionaggio, Melandri sconcertata
"Stiamo tornando agli anni bui"

Storace: "Io, vittima di linciaggio da parte della stampa"

ROMA - "Come cittadina, prima ancora che come esponente politico, sono davvero sconcertata da queste notizie". Giovanna Melandri reagisce così alle rivelazioni di Repubblica sull’attività di spionaggio messa in piedi nei suoi confronti dai detective privati finiti in carcere nell’ambito dell’inchiesta condotta dalla procura di Milano che ha portato alle dimisisoni del ministro Francesco Storace.

"Sotto il profilo giuridico - aggiunge l’esponente dei Ds - come parte offesa di possibile rilevanza penale, sto riservandomi le mosse opportune consultandomi con i miei legali. Ho piena fiducia nei magistrati". "Dal punto di vista politico - aggiunge la Melandri- noto che il Paese sta ripiombando nel clima buio e pesante di trenta, quaranta anni fa, che non avremmo voluto rivedere. L’Italia si merita ben altro: un confronto politico leale, con regole condivise e non notizie fatte di spie e di spionaggio".

Secondo quanto accertato da Repubblica, gli inquirenti hanno scoperto che lo "staff d’intelligence" organizzato dal comitato elettorale di Storace durante la campagna elettorale per le regionali del Lazio, avrebbe studiato da cima a fondo il presente e il passato di Giovanna Melandri, seguendo ogni suo comizio e infiltranodosi nella sua "mailing list" per trovare qualche "segreto" da sfruttare contro di lei.

Intanto l’ex ministro della Salute Francesco Storace non si dice tranquillo in vista del suo interrogatorio nell’ambito dell’inchiesta sul ’Laziogate’: "Ho qualche timore, perché potrei non controllare i nervi", afferma. Poi lancia accuse agli organi di stampa: "E’ osceno quello che stanno facendo nei miei confronti", ha detto. "Il premier mi ha chiesto se ero pentito per le dimissioni. Io gli ho risposto di no: è meglio che il governo resti fuori dal linciaggio quotidiano dei giornali nei miei confronti".

(15 marzo 2006) www.repubblica.it