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15 marzo 2006, 17:59

Macchè noia, Berlusconi alle corde è uno spasso

Del duello tv di ieri sera si può dire di tutto. Ma non che fosse noioso. Non almeno per chi simpatizza per l’Unione di centrosinistra.

Quel Berlusconi ingessato, con gli occhi bassi sul foglio, nervoso, incapace di contenere il suo discorso nei tempi e quindi continuamente interrotto dall’arbitro Mimun, che chiama le donne una «categoria», che non riesce a finire l’appello finale, ebbene quel Berlusconi lì è davvero uno spasso.

Altro che i siparietti da Vespa, altro che proclami a reti unificate, altro che foto di gioventù in cui sembra un adone. Altro che copertine taroccate con i capelli disegnati con Photoshop (noto software di grafica digitale, per chi non fosse avvezzo al ramo).

Quello che si è visto ieri è il vero Silvio Berlusconi, un leader in rotta e che sa di esserlo. Uno contestato dai suoi stessi alleati che hanno tentato ogni strada per non ricandidarlo.

Dopo la performance di ieri occorre dire che avevano le loro buone ragioni. E Gianfranco Fini oggi s’è incaricato di dire la verità: «Serve un centrodestra diverso». La più chiara ammissione di sconfitta.

Si badi però: non sono una sconfitta mediatica, ma una sconfitta politica. Frutto di 5 anni di governo nei quali il presidente del consiglio ha fatto tutto ciò che era utile a se stesso e a pochi altri (le leggi ad personam) e nel tempo libero da questo gravoso impegno si è dedicato alla distruzione dello Stato e delle sue «agenzie»: scuola, sanità, welfare locale. Senza dimenticare ovviamente i diritti dei lavoratori cancellati dalla legge 30 e la guerra in Iraq al servizio di Bush.

Insomma, una sconfitta che viene da lontano che il duello tv di ieri ha fatto emergere con evidenza.

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