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> CHIRAC: SI’ AL CPE MA CON MODIFICHE, CORTEI DI PROTESTA A PARIGI

1 aprile 2006, 21:03

Cara Doriana,

Penso ed ovviamente spero che quanto sta avvenendo a Parigi accada prima o poi anche qui.

Perchè il CPE francese è veramente poca cosa rispetto al livello di precariato lavorativo e sociale che si vive in Italia.

E perchè la situazione della stragrande maggioranza dei giovani italiani è ormai insostenibile.

Credo francamente che non farebbe enorme differenza, rispetto a questo, se vincesse il centrodestra o il centrosinistra.

A meno che il centrosinistra, una volta vincente, non facesse scelte molto più coraggiose di quelle contenute nel programma unitario e spesso gia’ smentite, non soltanto dal solito Rutelli.

Certo, da noi il "problema etnico", all’origine della rivolta delle banlieues di novembre (fondamentale come prologo alla ribellione attuale), non è al livello di un paese ex coloniale e da decenni multietnico come la Francia.

Ma di giovani disperati, di potenziali "casseurs", magari con la pelle inequivocabilmente bianca, è pieno anche nelle nostre periferie; basti pensare, soprattutto a Roma, al fenomeno degli incendiari notturni che da questa estate non si è mai veramente fermato.

Il buon Prodi, ai tempi delle "notti dei fuochi" delle banlieues francesi, disse cose molto chare in proposito e si becco’ per questo i linciaggi della destra ma anche molte critiche, neanche troppo garbate, dagli alleati di centrosinistra, a cominciare dagli ineffabili DS.

In tutta franchezza, al di là di Prodi, non mi sembra che la dirigenza politica del nostro centrosinistra sia in grado di comprendere questa diffusa inquietudine ....

Vorrei ricordare che il famoso 1977 esplose nello stesso momento in cui il vecchio Pci era entrato, se non nel governo, nella maggioranza.

E che quel partito non trovo’ di meglio che predicare la necessità dei "sacrifici" sui temi economico/sociali e la repressione piu’ selvaggia contro quel movimento, col risultato di favorire la crescita delle organizzazioni lottarmatiste con tutto quello che ne è poi seguito.

Forte di questa antica esperienza, vissuta in prima persona e sulla mia pelle, non trovo motivi validi per essere oggi particolarmente ottimisti.

Voglio comunque non essere del tutto negativo e ricordare che i famosi tre milioni in piazza con Cofferati nel 2002 non fecero cadere il governo ma almeno bloccarono le manovre contro l’ Art.18.

Ma poi ?

Tutto sommato, in Francia, i sindacati ( anche quelli non di sinistra) dentro questa lotta ci stanno fino in fondo.

Qui invece, Cisl e Uil hanno apertamente appoggiato la legge 30 e la stessa Cgil, che pure la aveva contrastata, ha finito poi nei fatti per applicarla, magari con qualche addolcimento, nei contratti stipulati in questi anni nelle varie categorie.

Rendendomi conto che sto di nuovo esternando il peggiore pessimismo, per il momento mi fermo qui.....

Keoma