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> LA LIBERAZIONE A GIORNATE

16 aprile 2006, 18:14

Cara Doriana,

ti rispondo e nel rispondere a te rispondo a tutte e forse qualcuna si
infastidisce ma provo lo stesso il desiderio di farlo.
Tu chiedi che cosa dovremmo festeggiare?

Provo a risponderti festeggiamo anche noi un tempo circolare,il tempo della
pace che contempla la morte sicura e inevitabile comunque.

Come un grande valzer o una spirale, talvolta ascendente e talvolta
discendente ?

Questo non lo so, forse dipende da noi a che punto del cerchio o della
salita o discesa ci troviamo.

Il tempo della guerra ha invece un ritmo binario,illusorio e rettilineo
come le marce e come talvolta il tango : si avanza insieme compatti se si
è in truppa, quanti cori del ’15/’18 sono marce che rendono quasi gloriose
le morti? Che rivendicano dolori sinceri e comuni?

Nel tango invece il rapporto è di lotta fra due diversi e diversamente
forti, se si è donna e si balla con l’altro occorre farsi condurre e
indietreggiare se lui avanza.

Il corpo femminile "avviluppandosi" all’altro corpo può imprimere un poco di
volontà e di movimento meno rigido alla danza con una qualche resistenza
circolare, ma poi il movimento rettilineo riprende forza.

Altra cosa è il canto popolare collettivo,sia religioso che politico.
Giovanna Marini studia e canta entrambi i fenomeni: il canto popolare degli
operai/ie delle contadine/i e le canzoni religiose e spesso si mescolano ,
davvero ho ascoltato da lei e il suo gruppo un canto di donne religiose, a
modo loro, arrabbiate contro il vescovo.

Quando da giovani, finita la lezione di arrampicata in palestra ci si
riuniva dopo per cantare si affrontavano indifferentemente " il Signor
Contino" di Mozart oppure " Gorizia" o "Bella Ciao" senza nessuna
meraviglia solo per il gusto di CANTARE INSIEME BENE.

Fare bene insieme le cose è una gioia, è ruotare in modo ordinato e gioioso
come nel valzer.

Il mondo del valzer è ormai sepolto insieme all’ Europa della epoca bella.

Fare le cose insieme ad amici ricordando chi non c’è più, ma vive nei nostri
cuori, ci placa un poco dall’ansia di morte.

Il 6 di aprile 4 gruppi di gente che canta molto bene il canto popolare si è
trovata per un concerto nella chiesa-comunità che frequento.

Questa Comunità non si sogna mai di organizzare le prime comunioni o le
cresime il 25 aprile o il 1° maggio, cosa che ormai fanno moltissimi parroci
furbetti.

(Tutto sommato è più sincero quell’industriale,che vuol far lavorare gli
operai il 25 aprile ma a differenza dagli invitati alla festa di prima
comunione, quegli operai non so se possano rifiutare.)

Quella sera in chiesa si raccoglievano fondi per chi offre aiuto personale
e strutturato alle persone ,ai giovani che vivono sulla strada a Bergamo.

Alla fine del concerto, gli "Zanni" dopo tanti canti bellissimi di
emigrazione ( e da veri bergamaschi non leghisti si domandavano a voce alta
come questa terra abbia perso memoria di una storia così vicina) hanno
intonato la marcia a ritmo bellico che tutte/i abbiamo cantato con
sentimento di appartenenza: "Bella Ciao"

Mancava poco alle elezioni e puoi immaginarti dentro me i sentimenti
contrastanti:
come pacifista non violenta trovo che "bella ciao" sia un esempio
sicuramente poco pacifico, però sono affezzionata a questo canto.
Sono affezzionata anche ai rituali del tempo circolare, ma spesso mi mettono
tristezza non è un festeggiare vero: è un palliativo.

La festa vera è preparare insieme una pastiera più che mangiarla da soli.

A proposito la mia è venuta bene mi piacerebbe potervela offrire

Vi abbraccio con affetto. Serenella


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