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> IL SACCONISMO E LA LEGGE 30

21 aprile 2006, 15:32

Lavoro: il banco di prova del centro sinistra

L’undici aprile scorso CGIL-CISL-UIL e Atesia hanno firmato un accordo che conferma la condizione di precarietà per i circa 4000 collaboratori/trici di Atesia. Un accordo che prevede l’applicazione dell’infame Legge 30 anche un po’ peggiorata: 426 contratti di inserimento; 1100 contratti di apprendistato, a fronte di una presenza di dipendenti non superiori alle 300 unità, non tenendo quindi conto del rapporto di uno a uno per quanto riguarda tempi indeterminati ed apprendisti previsto dalla legge stessa (c’è un deroga in proposito); solo 170 lavoratori da giugno ed altri 124 entro ottobre a tempo indeterminato; circa 1000 rimangono a progetto mentre altri 1000 spariscono (licenziati/e o desaparecido).

Considerando la data in cui è stato firmato l’accordo ci viene da pensare che sia questo un bel regalo al nuovo governo Prodi, all’indomani delle richieste di Epifani di abrogazione delle legge 30! Come dire la legge 30 la superiamo: peggiorandola!

Il regalo fatto dai confederali a padron Tripi non fa altro che confermare le nostre ipotesi sul rapporto clientelare e di amicizia fra il magnate dei call-center e la classe politica al governo e all’opposizione. Mentre finora nessuno ha neanche preso in considerazione l’idea di metter mano a quel mostro di precarietà che è Atesia, leader nazionale nel settore precarietà e sfruttamento.
Dal primo giugno del 2006, data in cui verranno applicati i contratti previsti dal summensionato accordo, 4000 persone si ritroveranno con contratti di inserimento (anche se non hanno bisogno di essere inserite nel mercato del lavoro dato che lo sono già da anni), apprendistato (anche se non hanno nulla da apprendere dato che sono anni che rispondono al telefono), ancora a progetto e, per circa mille persone, la disoccupazione causa mancato rinnovo contrattuale; per pochi “fortunati”, circa 300 (il 5% dei lavoratori/trici di Atesia), ci saranno contratti a tempo indeterminato. Tutti i contratti, a parte la differenza del nome, hanno in comune la miseria del salario previsto: circa 650 euro mensili, per part time a 25 ore su turni a coprire le 24 ore. Inutile specificare come tali stipendi non garantiscano neanche la sussistenza in una metropoli come Roma! In sostanza si passerà da una forma di precarietà ad un altra.

Le lavoratrici ed i lavoratori di Atesia si stanno preparando per rimandare al mittente l’accordo bidone, ma consideriamo importante, sul piano politico e sindacale, l’esito della vertenza Atesia per la classe lavoratrice in generale, dato quello che Atesia stessa rappresenta tanto per chi subisce quanto per chi impone la precarietà: invitiamo quindi tutti e tutte, lavoratrici e lavoratori, collettivi contro la precarietà, sindacati di base, istituzioni locali e chiunque sia interessato a lottare contro la precarietà a partecipare all’assemblea che si terrà
venerdì 21 aprile nel piazzale antistante Atesia, in via Lamaro 25, alle ore 17:00

PER LA STABILIZZAZIONE DEL RAPPORTO DI LAVORO

PER SALARI DIGNITOSI

PER IL REINTEGRO DEI 5 LICENZIATI POLITICI DI ATESIA

NO A CONTRATTI PRECARI (PROGETTO, APPRENDISTATO, INSERIMENTO, SOMMINISTRAZIONE, ECC...)

NO ALLE ESTERNALIZZAZIONI E ALLE CESSIONI DI RAMI D’AZIENDA

STABILITÀ PER TUTTI/E, PRECARIETÀ PER NESSUNO

Collettivo PrecariAtesia