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> UN APPELLO STESO AL SOLE: LIDIA COME PRESIDENTE

26 aprile 2006, 20:05

Un Presidente della Repubblica che avesse fatto la scelta della nonviolenza.

Un Presidente della Repubblica femminista.

Una Presidente della Repubblica.

Lidia Menapace.

Che dire di più e meglio?

Ho imparato da Lidia che troppe parole possono diventare un abito goffo e sgraziato per una verità che si può dire con poche, ma aggiungere le mie ragioni, perfino personali, radicate in una storia di esperienze comuni, di vicinanza affettuosa, di passioni tenacemente condivise, significa continuare a praticare la politica come domicilio di tutti e tutte, luogo in cui la responsabilità e il valore della parola non dipende dagli attributi sociali del proprio nome o dalla notorietà del proprio volto e ruolo.

So che ci vuole un coraggio senza eroismo, ma intriso di virtù quotidiane, per continuare a praticare la propria passione politica e quindi agire concretamente il terreno della ricerca di "comuni convenienze" senza sottostare al timore di perdere un posto socialmente gratificante, che sia una cattedra universitaria una sedia in parlamento o una qualsiasi lucrosa dirigenza.

Lidia ha praticato questo coraggio con allegria e rabbia, fatica e lungimiranza, utilizzando per la politica parole possibili, proprio come convenzione e convenienza, per disegnare quel terreno di mediazione nel quale si è cittadini e cittadine non perché "migliori" ma perché interamente visibili, nella propria creatività e limite, senza sotterfugi o imbrogli.

Siamo cresciuti, molti e molte, accanto alla sua inestinguibile saggezza imparando che sulla strada della condivisione le scelte importanti appartengono alla solitudine, così come i grandi valori diventano credibili solo nella responsabilità della testimonianza individuale.

Voglio una presidente della Repubblica che sia attenta alle forme della politica, che abbia acquisito competenza per quel delicato passaggio tra la realtà viva dei corpi, persone con età sesso caratteri radici storie, e la loro rappresentazione nel livello istituzionale che richiede una ferma e flessibile definizione di confini per consentire le opportunità e proteggere dagli opportunismi.

In un tempo in cui sembra astratta utopia, e perfino pericolosa eversione, la richiesta di un patto sociale in cui sia sancito il diritto che promuove l’uguaglianza delle possibilità e non tutela il privilegio, voglio una presidente che sa raccontare le molteplici e spesso misconosciute storie che conservano al tessuto sociale la memoria e la pratica di quei valori che si riassumono nelle parole: libertà, democrazia, giustizia.

Da ragazza antifascista, attiva nella Resistenza a Novara, a senatrice oggi, grazie soprattutto all’impegno delle donne di Rifondazione Comunista, Lidia, che pure non deve la sua "carriera" politica ad appartenenze di famiglia o casta e tantomeno partito, ma alla sua straordinaria intelligenza e capacità, sa nominare e riconoscere le occasioni, opportunità, incontri che facilitano e sostengono nella vita.

Quando elenca con puntigliosa precisione i "privilegi" che l’hanno accompagnata, pur senza ostentare il silenzio sulle molte difficoltà e ostacoli, ci aiuta a prendere misura della realtà, ognuno la propria, considerando prima di tutto la somma di privilegi che comporta il fatto di essere nati e nate in occidente oggi.

Insieme a lei potremmo ricominciare a guardare il futuro non solo come consumatori di merci e di sogni, ma come protagonisti, donne e uomini che sanno prendersi cura della propria vita senza dimenticare che è più grande del nostro orizzonte e in buona parte ci è sconosciuta quest’unica terra che insieme abitiamo.

Con Lidia presidente potremmo riscoprire una cittadinanza che non si esaurisce nell’esercizio di un gesto lottizzato poi nella visibilità televisiva di pochi, ma chiama in causa l’intelligenza dell’agire quotidiano costruendo rappresentazioni e rappresentanze che non consentono esclusioni.

C’è modo in questo paese di mettere energie ed energie su questa gioiosa proposta?

Rosangela Pesenti

P.S.: Potrei scrivere molte e molte altre ragioni, questo testo è solo un incipit...