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Le frecce tricolori

8 giugno 2006, 14:14

Ricevo da Daniela Degan questo messaggio, che può interessare tutti.
Doriana

From: "Walter Mario Angelini" <mario.angelini@
To: "Daniela DEGAN" <degadan@
Subject: Pattuglia Acrobatica Nazionale: forse non tutti sanno che...
Date: Thu, 8 Jun 2006 09:35:12 +0200

Cara Daniela,

ho seguito un po’ la discussione innescatasi a seguito delle opinioni espresse dalla
sig.ra Lidia MENAPACE (il cognome ricorda gli ossimori!) che ha definito (fonte CdS)
le Frecce Tricolori (=Pattuglia Acrobatica Nazionale-PAN) "inutili, uno spreco, fanno
baccano e inquinano". Tu sai quanto sono appassionato di volo e rifacendomi a qualche
ricordo e al sito della difesa aereonautica ti propongo alcune informazioni.

Non tutti sanno che la PAN fa parte di un reparto operativo della nostra struttura di
difesa/offesa. Infatti, è parte del 313° Gruppo di stanza all’aereoporto di Rivolto
(UD). La sua collocazione (nord-est) fu espressione di questa operatività, essendo li
collocata a presidio della frontiera orientale della Nato.
Le caratteristiche operative del Gruppo sono quelle del supporto aereo offensivo in
appoggio alle forze terrestri, ovvero svolgere "missioni operative nel ruolo di caccia
bombardieri leggeri". Questo compito è permesso dalle caratteristiche dell’aereoplano
(MB-339A) che è "in grado di trasportare un buon carico di armamento e grazie alle sue
doti di agilità, può essere proficuamente impiegato come caccia bombardiere in
conflitti a bassa intensità, oppure in operazioni su scala più vasta, una volta che
sia stata acquisita la superiorità aerea".

Il Gruppo ha anche funzioni di addestramento. Infatti, dal disegno che trovi in basso
puoi rilevare che la cabina è in cosidetta configurazione tandem, ovvero per due
piloti, dove trovano posto un allievo e uno pilota esperto (un po’ come nelle
automobili delle scuola guida). Viste le caratteristiche del velivolo e le finalità
del Gruppo, i piloti sono addestrati a "missioni a bassissima quota in formazione
tattica, attacchi simulati su presunte postazioni nemiche e manovre di scampo da
minacce aeree e terrestri". Questo "lavoro" dura circa un anno al termine del quale,
"dopo il conseguimento delle qualifiche nel tiro aria-suolo con munizionamento da
esercitazione", prendono la qualifica di ready to combact, ovvero pronti al
combattimento.
Preciso che il tiro aria-suolo vuol dire che dall’alto uno spara e dal basso la cosa o
il CHI riceve lo sparo viene polverizzato (quando da ragazzetto mi resi conto che
questa sarebbe stata una delle conseguenze di essere pilota militare, e comunque
dell’essere un militare, ho obiettato prestando il mio tempo allo stato nel servizio
civile, mentre ho pacificamente continuato a volare per mio conto). Preciso che per chi
vola la percezione del danno che si provoca o delle vite che si annientano è più
difficile in quanto si è lontani dall’obiettivo e, nel caso questo coinvolga degli
umani (militari e non), non se ne può mai cogliere lo sguardo e la storia che si porta
dietro (ciò permette il più delle volte sonni tranquilli...).

Perdonami il tecnicismo che ti ho riportato, ma mi è servito per avvicinarmi a quanto
riferito dalla MENAPACE (ahi! di nuovo l’ossimoro). Le sue affermazioni, visto il suo
DNA volto alla pace, forse si riconducevano a questi aspetti del 313° reparto volo
delle nostra aereonautica. Le Frecce Tricolori esistono non tanto in quanto nota di
colore del nostro Paese, ma perchè organiche al nostro sistema di difesa/offesa.
Pertanto, le sue affermazioni sono coerenti per chi come noi vorrebbe ridimensionate le
tradizionali logiche di difesa/offesa e le vorrebbe vedere trasformate in logiche in
cui lo strumento per raggiungere la Pace non è quello dell’armamento, bensì quello di
attivare sforzi di ogni sorta per educare/ci alla pace (exducere: tirare fuori - il
senso della pace e del bene, volenti o nolenti, ce lo portiamo dentro insieme a quello
del male).

Esiste poi la nota di colore che rende, l’attività pacifica di tali aerei e piloti,
spettacolare e unica al mondo (nonostante i rumori e l’inquinamento). Concludo, non
nascondendoti che tali abilità acrobatiche fanno sempre sollevare in alto il mio
sguardo quando nei cieli passa la PAN. Non ti nego che pensando a quanto c’è dietro lo
sguardo diviene amareggiato.

Con tanto affetto.

Walter