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I furbetti del movimentino

11 luglio 2006, 13:00

In totale condivisione, ho ricevuto questa mail dai compagni di Red Link e ve la inoltro.Doriana

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Giramo una presa di posizione di Piero Bernocchi, che condividiamo integralmente, in merito alla preparazione della mobilitazione per il giorno in cui si voterà il rifinanziamento delle missioni di guerra e sulla proposta di Agnoletto di fare invece una manifestazione a Genova con il chiaro intento di non disturbare il manovratore
Anche se si tratta di un giorno feriale è importante che il giorno 17 si manifesti a Roma e che le realtà romane non siano lasciate sole ad esprimere il dissenso contro l’ipocrisia del male minore. Pensiamo che occorra fare uno sforzo affinché anche piccole delegazioni si muovano dalle varie realtà territoriali per rendere visibile ed incisiva l’opposizione alla guerra senza se e senza ma.

i compagni di Red Link

I furbetti del Movimentino

Ripartire da Genova? E perché non da Roma? Dalle manifestazioni davanti alla Camera (17 luglio ore 18) e al Senato quando si voterà il decreto di rifinanziamento delle missioni di guerra, per dire QUI e ORA (non in autunno o in inverno) no alla guerra di Prodi, per appoggiare i parlamentari che voteranno NO al decreto, per ottemperare adesso e non in futuro a quanto deciso ai Forum di Caracas e di Atene.

Perché fate i furbetti del Movimentino, falsamente equidistanti, confuciani esponenti dell’"aurea via di mezzo", né con quello ne con questo, fingendo di non sapere che il principale nemico del movimento oggi , ciò che lo riduce a Movimentino, è la sindrome "del governo amico"?

Proprio quella che colpisce anche voi quando scrivete che "il decreto introduce elementi di cosiddetta riduzione del danno"; che pace e guerra "sono troppo importanti perché su di esse si scatenino vecchie e nuove concorrenze" e che "non è il momento di polemizzare con chi ci siede vicino"; che "partecipare al governo e a una guerra non sono due scelte obbligatoriamente tra loro vincolate"; e quando proponete di incontrarci a Genova per "costruire una mobilitazione capace di ottenere dal Parlamento entro il 2006 l’approvazione di una strategia di uscita dalla guerra".

Avreste scritto questo cumulo di assurdità se ci fosse stato il governo Berlusconi? Se il Cavaliere fosse andato in Parlamento dicendo: Bush voleva che aumentassimo le truppe in Afghanistan ma io mi sono rifiutato, ho ridotto il danno, "congelando " il contingente (a parte le due navi)? Avreste usato l’orrendo termine " riduzione del danno ", che fa il paio con " guerra umanitaria ", per gli afgani che riceveranno pallottole di centrosinistra invece che di centrodestra? E avreste bollato come " concorrenza " la battaglia politica intransigente contro il decreto o la polemica " con chi ci siede vicino" (lapsus di Agnoletto, che pensava ai suoi vicini di seggio a Strasburgo)? E avreste usato la grottesca espressione " non obbligatoriamente vincolate " per dire che stare al governo non costringe a fare la guerra? E infine: vi sareste dimenticati che le manifestazioni a settembre sono già state decise al Forum Europeo e non certo per chiedere " una strategia di ritiro " bensì il ritiro immediato da tutti i fronti di guerra di tutte le truppe?

Tre giorni prima che uscisse il vostro appello, il segretario del PRC Giordano aveva annunciato che, una volta approvato il decreto, Rifondazione avrebbe fatto partire il movimento per il ritiro delle truppe (e cioè contro il decreto: la paraculaggine italica non ha limiti, con una mano faccio la buca con l’altra la riempio). Fate da battistrada? E’ un caso che il promotore e primo firmatario dell’appello sia chi, ieri leader di movimento, oggi è un accasato parlamentare europeo del PRC?

Trovo infine di pessimo gusto usare la straordinaria e terribile esperienza comune di Genova per lanciare una iniziativa che si pretenderebbe unitaria e che invece si incunea tra due mobilitazioni di piazza per fermare il decreto e la guerra QUI ed ORA, che, per quanto con numeri limitati o da voi non condivise, non vanno sbeffeggiate. E’ come se, mentre ci si accinge a fare uno sciopero, qualcuno/a dicesse che non lo farà ma ci invitasse a discutere il giorno prima dello sciopero di un altro da tenere tra tre mesi.

Ragazzi/e, meglio una polemica aspra che la melassa degli amici del "governo amico". Le ipocrisie da furbetti del Movimentino non ci restituiranno il movimento.

Piero Bernocchi