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3 settembre 2006, 21:18

Acrobax, tensione al corteo per Renato

da "Il Messaggero" 3.9.06

Manifestazione dei centri sociali per il giovane di 26 anni ucciso a Focene dopo una festa sulla spiaggia. Campo de’ Fiori, rabbia e slogan: «Dieci, cento, mille Acca Larentia».

I momenti di maggiore tensione arrivano in viale Trastevere, quando dagli altoparlanti viene annunciata una tentata aggressione ai danni del centro sociale “Pirateria” in viale Ostiense. Dal microfono sul furgone alla testa del corteo, organizzato ieri dal centro sociale Acrobax per ricordare Renato Biagetti, il giovane di 26 anni ucciso a coltellate domenica scorsa a Focene, parte l’annuncio: «Una decina di fascisti ha tentato di entrare nel centro sociale - dice lo speaker - In quel momento all’interno della struttura c’erano tre persone, che hanno avuto la prontezza di chiudere le porte. I dieci hanno distrutto un gazebo e lasciato scritte fasciste sui muri».

La rabbia dei manifestanti è sfociata in slogan antifascisti, molto violenti nei toni: da «Dieci, cento, mille Acca Larentia» (riferito all’uccisione di due giovani militanti della sezione Msi del Tuscolano avvenuta il 7 gennaio 1978, ndr ) a «Piazzale Loreto l’ha insegnato, uccidere un fascista non è reato». D’altronde gli organizzatori del corteo (2-3 mila manifestanti secondo Acrobax, un migliaio per le forze dell’ordine) avevano fatto capire fin dal concentramento di piazzale Ostiense la loro opinione sul delitto di Focene, nel grande striscione che ha aperto il serpentone: «Venti mesi, 134 aggressioni fasciste. Stesse lame e stesse trame». Il passaggio dei manifestanti per le stradine di Trastevere, fino a piazza Trilussa, è diventato un rosario di recriminazioni e di timori di una possibile degenerazione.

Per fortuna le cose sono invece filate lisce, e la rabbia di Acrobax è arrivata fino a Campo de’Fiori, senza incidenti, tra la curiosità dei tanti turisti già seduti ai tavolini per l’aperitivo o la cena intorno alla statua di Giordano Bruno. Per la manifestazione era stato scelto un basso profilo, con l’inusuale scelta di organizzare un servizio di sicurezza e la presenza di diversi esponenti politici della sinistra: dal sottosegretario all’Economia Paolo Cento al deputato di Rifondazione Vladimir Luxuria, dall’assessore regionale al Bilancio Luigi Nieri, all’assessore capitolino alle Periferie Dante Pomponi, dal segretario romano del Prc Massimiliano Smeriglio al consigliere comunale Adriana Spera.

Rosa e Dario, la madre e il fratello di Renato, per tutto il tempo del corteo sono stati a bordo del camioncino degli organizzatori: la donna era accanto al guidatore, mentre il figlio era sopra e sceglieva alcuni brani da far ascoltare ai manifestanti. A Campo de’Fiori è stato letto un messaggio della madre di Carlo Giuliani, Heidi, in cui era scritto tra l’altro: «È pericoloso essere antifascisti nel nostro democratico Paese. Renato non è un morto importante, è un morto scomodo, non ce l’ho fatta ad accompagnare un altro figlio al cimitero e a specchiarmi negli occhi di sua madre».