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> LA STELLA CHE NON C’E’

20 settembre 2006, 03:17

umm...non ci avevo pensato a questo aspetto, la mia interpretazione personale è molto diversa. La stella che non c’è: apertura, comunicazione, paesaggi incantati, sensibilità e scambio tra culture completamente differenti. Pensavo che Gianni Amelio avesse voluto, semplicemente, mostrare una Cina diversa, differente da come viene dipinta ogni giorno. Andando oltre le violazioni dei diritti umani, le uccisioni o i maltrattamenti di bambini, l’inferiorità della donna o l’immagine di una Cina dalla quale l’Occidente si deve difendere per mantenere il proprio benessere economico, esiste un paese fatto di persone: gente semplice, umile e generosa che soffre molto. Beh, forse mi sono sbagliata, ma di una cosa sono sicura: ho una gran voglia di visitare la Cina ora, di conoscerne la gente, scoprirne le tradizioni e la vita quotidiano. Un film, tra le altre cose, è ben riuscito se suscita sentimenti, sensazioni contrastanti e anche interpretazioni libere. Buon lavoro!
Moki