Home > ... > Forum 9533

Scalzone può rientrare in Italia

17 gennaio 2007, 15:19

Oreste Scalzone torna libero

"In Italia per nuove battaglie"

L’ex leader di Potere operaio, condannato a 16 anni di reclusione per associazione sovversiva, banda armata e rapine, può tornare in Italia dopo 25 anni di latitanza a Parigi. La difesa: ’Serve una soluzione politica’

Milano, 17 gennaio 2007 - La Corte di assise di Milano ha dichiarato l’estinzione per intervenuta prescrizione dei reati contestati a Oreste Scalzone, ex leader di Potere operaio e di Autonomia operaia condannato a 16 anni di reclusione negli anni ’80 per partecipazione ad associazione sovversiva, banda armata e rapine. I giudici hanno accolto la richiesta del difensore Ugo Gianangeli. Oreste Scalzone rifugiato a Parigi dal 1981 potrà quindi tornare in Italia.

«Certo che torno. Sarò un pendolare per condurre in Italia nuove battaglie di libertà». Scalzone che oggi ha 60 anni , venne coinvolto il 7 aprile del 1979 nell’inchiesta padovana che portò in carcere vari esponenti di Autonomia Operaia, tra cui Toni Negri , per reati associativi di insurrezione e banda armata. Dopo un periodo di detenzione espatriò in Francia grazie all’aiuto dell’attore Gian Maria Volontè.

«Certo che torno - dice al telefono da Parigi Scalzone - ma tutto è comunque complicato. Anche le cose più belle sono difficili da attuare. Quando il 7 aprile del 79 mi hanno arrestato è come se mi avessero asportato chirurgicamente dal mio mondo. Ho vissuto la galera, l’ospedale, la fuga e Parigi per 25 anni assieme a mia moglie Lucia e a mia figlia Rosalinda».

Scalzone, insieme a molti altri esponenti della lotta politica e sociale degli anni settanta trovò rifugio in Francia grazie alla cosiddetta ’dottrina Mitterrand’, che consentì agli esuli degli anni di piombo di ricostruirsi una vita Oltralpe. «Non è - chiarisce Scalzone - che a un fischio dello stato, mi possa lasciare alle spalle tanti anni di vita nei quali si è formato un grumo di affetti, di gratitudini, di battaglie comuni con gli altri rifugiati, ma anche delusioni, fatiche e sofferenze ...».

Scalzone assicura però che rientrerà in Italia, dove lo legano «affetti di tutti i tipi», a partire dalla presenza delle sorelle e di tanti amici. «Tornerò - dice ancora Scalzone - da pendolare, come i teatranti con i loro carri o come gli agitatori politici di un tempo e tornerò non per cercare rivalse o regolamenti di conti, ma per dare più decibel a battaglie di libertà, a cominciare da quella per la scarcerazione di Paolo Persichetti», uno dei pochi esuli italiani in Francia estradato in Italia e oggi in carcere nel nostro paese per reati legati a episodi di terrorismo degli anni Settanta.

La corte d’Assise di Milano ha deciso insieme alla prescrizione di ordinare la revoca dell’ordine di custodia emesso dalla magistratura milanese a carico di Scalzone che nel capoluogo lombardo era stato processato e condannato a 16 anni in primo e secondo grado nel processo denominato "Prima Linea-Cocori". Scalzone era imputato di aver aver organizzato l’associazione sovversiva e banda armata "Comitati Comunisti Rivoluzionari" per fatti che risalgono al 1977.

La sentenza era stata poi annullata dalla Cassazione dal momento che la Francia dove Scalzone è rifugiato dal 1981 non aveva mai concesso l’estradizione. Il difensore Ugo Gianangeli infatti in subordine aveva chiesto che venisse dichiarata l’improcedibilità per omessa estradizione. In tal caso le autorità italiane avrebbero potuto riavviare l’iter processuale chiedendo nuovamente l’estradizione alle autorità di Parigi e Scalzone sarebbe potuto rientrare in Italia solo per 45 giorni.

Con la decisione della prescrizione invece l’ex teorico dell’Autonomia è completamente libero e potrà ritornare in Italia senza temere guai ulteriori per le vicende del passato. Scalzone era scappato dall’Italia dopo aver ottenuto la scarcerazione per motivi di salute mentre era detenuto per ordine dei giudici di Roma nell’ambito dell’inchiesta conosciuta come "7 aprile". Anche queste accuse sono state da tempo dichiarate prescritte. Dopo un anno in Danimarca Scalzone arrivava a Parigi e dalla Francia iniziava una lunga battaglia a favore dell’aministia e per una "soluzione politica" dei cosiddetti anni di piombo.

"Dispiace ricorrere a percorsi individuali per risolvere il problema conseguente ai cosiddetti anni di piombo. Ci vuole una soluzione politica, un’amnistia-indulto che risolva un problema collettivo". Parla Ugo Gianangeli, il difensore di Oreste Scalzone per il quale oggi la Corte d’assise di Milano ha deciso la prescrizione dei reati e la revoca dell’ordine di custodia, con la possibilità dell’ex teorico di Autonomia di ritornare in Italia dalla Francia dov’era rifugiato da 25 anni.

"La decisione della Corte d’assise - dice Gianangeli - sancisce a livello giudiziale il tempo trascorso, stiamo parlando di trent’anni fa e di sentenze emesse in primo grado nel 1984 e in secondo grado nel 1986 e poi annullate dalla Cassazione per omessa estradizione". "Bisogna ricordare - conclude Gianangeli - che ci sono ancora una sessantina di persone, uomini e donne, detenute soprattutto a Latina e Biella per fatti che risalgono a tantissimi anni fa e la loro situazione richiede una soluzione che risolva i casi di tutti. L’iniziativa spetta alla politica".

http://ilgiorno.quotidiano.net/chan/milano:5456893:/2007/01/17: