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PARROCI

27 gennaio 2007, 23:35

Ho seguito da vicino, con comprensibile ansia, l’insorgere e l’affermarsi della guerra fredda alla fine degli anni quaranta, nel momento in cui l’Unione Sovietica, vittoriosa contro il nazismo, con le sue 400 divisioni in piena efficienza poteva, continuando nel suo slancio, spazzare via tutto davanti a se e raggiungere facilmente l’Atlantico e il Mediterraneo. Conoscendo le nefandezze di quel regime mi rallegrai in cuor mio che gli Stati Uniti avessero dimostrato di poter usare senza troppi stati d’animo l’arma atomica per fermare anche il più bellicoso dei suoi nemici. Alla caduta del muro di Berlino trassi finalmente un sospiro di sollievo: per quarantaquattro anni gli Stati Uniti erano stati la nostra unica protezione e garanzia contro la minaccia dell’espansionismo sovietico. Cinqucentomila uomini stazionati in permanenza nel cuore dell’Europa, numerose basi aeree, navali e missilistiche, sistemi di sorveglianza terrestre e satellitare, basi d’appoggio per i loro sottomarini, e via dicendo. Questo sforzo gigantesco aveva raggiunto il suo scopo, era stato sufficientemente dissuasivo. Quanto é costato al contribuente americano? Quanti fondi abbiamo noi potuto detrarre dalle nostre spese militari e destinare allo sviluppo della nostra economia, delle nostre infrastrutture, delle nostre scuole e centri di ricerca? Grazie al piano Marshall prima e alla copertura militare poi, noi abbiamo potuto prosperare consolidando la nostra democrazia.
La pace non ha prezzo. La sicurezza neppure. Gli USA ci hanno dato l’una e l’altra. Per quasi mezzo secolo.
Ecco perché nutriró sempre un sentimento di profonda riconoscenza nei confronti degli Stati Uniti.
E trovo per lo meno strano che qualcuno possa cercare il pelo nell’uovo per negare loro l’ospitalità che si sono ampiamente meritata sul nostro suolo, e questo nel momento stesso in cui costui vive in un paese prospero, dagli americani stessi liberato dal nazifascismo col sangue dei loro soldati e protetto per decenni dalla minaccia sovietica con i dollari di tutto il loro popolo. Certi atteggiamenti sono per me incomprensibili.

So che non pubblicherete questo mio intervento. Vorrei comunque chiedere a Spartacus di reagire, magari anche privatamente (fmillich@wanadoo.fr). Malgrado tutto cerco di avere ancora fiducia nell’onestà intellettuale del mio prossimo.